Mentre si rafforza l’equilibrio finanziario, spuntano sgravi e trasferimenti record: ecco perché il welfare italiano sta cambiando pelle.
Il bilancio sorride, ma la spesa sale
Per l’anno 2024, l’Inps presenta un risultato di gestione robusto: accreditamenti per 573,13 miliardi di euro e impegni per 558,12 miliardi, con un saldo positivo di oltre 15 miliardi, in netto aumento rispetto ai circa 12 miliardi del 2023. Il risultato economico è di 1,03 miliardi (in calo rispetto ai 2,06 miliardi del 2023) e l’avanzo patrimoniale raggiunge 35,31 miliardi. “Un risultato importante” che conferma la solidità del sistema previdenziale pubblico italiano.
Il peso crescente dei trasferimenti statali
I trasferimenti correnti dallo Stato ammontano a 180,74 miliardi di euro, una crescita del 9,7% rispetto al 2023 e dell’83% rispetto al 2014. Questo boom evidenzia una fragilità strutturale: la previdenza è sempre più dipendente dalla fiscalità generale.
Pensioni e inflazione: +5,4% di spesa
Il capitolo pensioni, svalutate dall’inflazione, pesa per quasi 320,6 miliardi di euro, con un aumento del 5,4% sull’anno precedente. L’assegno unico universale per i figli raggiunge i 20,07 miliardi, in crescita del 10% rispetto al 2023.
Inclusione e reddito: lo spartiacque Adi–Rdc
La spesa per l’inclusione sociale cala lievemente (-0,3%), attestandosi a 33,99 miliardi. Ma la vera svolta è l’introduzione dell’Adi (Assegno di inclusione): nel 2024 si spendono 4,44 miliardi contro i 6,69 miliardi del Reddito di cittadinanza del 2023, grazie alla revisione dei requisiti.
Sgravi e incentivi: boom da 42 miliardi
I bonus per l’occupazione e gli sgravi contributivi raggiungono i 42,43 miliardi, con un aumento del 34% sull’anno precedente. Questa voce traina la crescita dei trasferimenti statali, che aumentano di oltre 16 miliardi rispetto al 2023.
Altre poste rilevanti: disoccupazione e crediti in bilancio
Il sostegno al reddito (Naspi, Cig…) cresce di 0,5 miliardi, raggiungendo 18,9 miliardi di euro. I crediti per contributi vantati dall’Inps scendono a 119,1 miliardi, in calo di 8 miliardi grazie a misure di saldo e stralcio. Tuttavia, il fondo svalutazione crediti resta elevato a 94,4 miliardi.
Le voci del dibattito istituzionale
Il CIV invita a una riflessione di lungo periodo: il welfare tiene, ma serve una strategia per affrontare le sfide demografiche, tecnologiche e occupazionali. Serve “una manutenzione coraggiosa e ragionata” del sistema per garantire equità intergenerazionale e sostenibilità.
Perché questo bilancio conta
- Stabilità vs dipendenza: l’Inps resta in equilibrio, ma grazie a un maggior apporto statale che rischia di gravare sui conti pubblici.
- Taglio agli aiuti tradizionali: l’Adi segna il passaggio da un welfare generalista a erogazioni selettive.
- Incentivi come motore: l’occupazione “costa” cara, ma stimola crescita e gettito contributivo.
- Sfida futura: inflazione, invecchiamento e transizione digitale richiedono interventi strutturali.
Il Rendiconto 2024 dell’Inps disegna un’Italia che punta a innovare il proprio welfare: meno assistenza generica, più politiche mirate. Un sistema che resta saldo, ma solo grazie all’enorme sostegno del contribuente. La vera sfida sarà trasformare l’ottimo risultato tecnico in una strategia a lungo termine, capace di ridurre la dipendenza dalla fiscalità e rafforzare il patto tra le generazioni.