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I 29 supermiliardari che valgono Nvidia e cambiano il mondo

- di: Jole Rosati
 
I 29 supermiliardari che valgono Nvidia e cambiano il mondo
I 29 supermiliardari che valgono Nvidia
(Foto: Denaro e toro, simbolo della crescita in Borsa).
 
Un club minuscolo da 4.130 miliardi

Nel mondo dei miliardari esiste una serie A della serie A. Non bastano più “solo” dieci zeri per entrare nell’élite: serve un patrimonio oltre i 50 miliardi di dollari.

Secondo le analisi più recenti, oggi questo club conta 29 supermiliardari, un gruppo di individui che detiene patrimoni superiori a 50 miliardi di dollari ciascuno. Se sommassero le loro fortune arriverebbero a circa 4,13 trilioni di dollari, una cifra vicina alla capitalizzazione record di Nvidia, regina mondiale dei chip per l’intelligenza artificiale.

Gli studi sul Billionaire Census 2025 indicano che nel 2024 i miliardari nel mondo sono saliti a 3.508, con una ricchezza complessiva stimata attorno ai 13,4 trilioni di dollari, in crescita di oltre il 10% in un solo anno. È il terzo anno consecutivo di espansione.

Ma la ricchezza non è distribuita in modo uniforme: più della metà dei miliardari resta nella fascia tra 1 e 2 miliardi, mentre circa il 17% di chi supera i 5 miliardi controlla oltre il 60% del patrimonio complessivo del club dei miliardari. Da questa fascia altissima emergono i 29 supermiliardari.

Dove vivono gli ultra-ricchi

Il club dei supermiliardari è fortemente sbilanciato verso gli Stati Uniti. Diciannove di loro risiedono negli Usa, tre in Cina, due in India, due in Francia, uno in Spagna e un altro distribuisce il proprio tempo fra più Paesi.

Gli Stati Uniti si confermano così la grande fabbrica di ricchezza estrema: ospitano circa un terzo dei miliardari globali e una quota ancora più ampia del loro patrimonio complessivo. Il motore di questa concentrazione è l’intreccio tra finanza, piattaforme digitali e boom dell’intelligenza artificiale.

La top ten dei supermiliardari

Le stime più aggiornate permettono di stilare una top ten dei supermiliardari con patrimoni oltre i 150 miliardi di dollari. In testa c’è Elon Musk, seguito da Larry Ellison e Jeff Bezos. Completano il gruppo Bernard Arnault, Larry Page, Sergey Brin, Mark Zuckerberg, Steve Ballmer, Jensen Huang e Warren Buffett.

Più della metà di questi nomi è legata a aziende tecnologiche e, in particolare, a società che guidano la trasformazione digitale tramite cloud computing, social network, e soprattutto intelligenza artificiale.

L’AI come stampante di nuovi patrimoni

La tecnologia è il principale motore della concentrazione di ricchezza. Negli ultimi dieci anni i miliardari dell’economia digitale hanno visto crescere i propri patrimoni di quasi il 200%, più di qualsiasi altro settore, mentre chi opera nell’intrattenimento ha registrato un balzo vicino al 150%.

L’intelligenza artificiale è il carburante di questa accelerazione. Le stime sull’andamento dei dieci uomini più ricchi del mondo indicano un guadagno complessivo di oltre 500 miliardi di dollari in un solo anno, spinto dal rally di titoli come Oracle, Alphabet, Nvidia, Meta, Dell e Microsoft.

In questo contesto, figure come Musk ed Ellison sono viste come i protagonisti di una nuova stagione: “se la corsa dei mercati proseguirà con questo ritmo, i primi trilionari potrebbero arrivare nel giro di pochi decenni”, osservano alcuni analisti.

Non solo tecnologia: lusso, finanza e intrattenimento

Il club dei supermiliardari non è composto soltanto da imprenditori della Silicon Valley. Bernard Arnault rappresenta la forza del lusso europeo con l’impero LVMH, mentre Jeff Bezos continua a beneficiare del dominio globale di Amazon nell’e-commerce e nel cloud. Warren Buffett, attraverso Berkshire Hathaway, dimostra che anche la finanza tradizionale può ancora generare ricchezze colossali nel lungo periodo.

Tuttavia, i nuovi ingressi nella fascia più alta della ricchezza arrivano quasi sempre dal mondo tech: semiconduttori, piattaforme digitali, software per l’AI, infrastrutture cloud.

Il conto per il resto del pianeta

La concentrazione di patrimoni in così poche mani riaccende il dibattito su disuguaglianza e giustizia sociale. Secondo i rapporti sulle disuguaglianze globali, nel 2024 la ricchezza dei miliardari è cresciuta di migliaia di miliardi di dollari, mentre la povertà estrema è rimasta sostanzialmente stabile.

Molti studi sottolineano che una parte consistente della ricchezza miliardaria deriva da eredità, posizioni di monopolio o vicinanza al potere politico. Per questo si moltiplicano le proposte di tassazione più incisiva dei grandi patrimoni, di imposte minime globali sulle imprese e di regole più severe per il potere delle piattaforme digitali.

Verso quanti trilionari?

Le proiezioni sul lungo periodo indicano che entro il 2030 la popolazione globale degli ultra-ricchi, cioè chi possiede almeno 30 milioni di dollari, potrebbe superare le 670 mila persone. Se i mercati continueranno a premiare l’AI e la tecnologia, l’ipotesi di vedere i primi trilionari – individui con oltre mille miliardi di dollari – non appare più fantascienza.

Resta però aperta una domanda cruciale: in un mondo in cui 29 persone possiedono quanto una delle aziende più grandi della storia, quali strumenti politici e regolatori possono ancora assicurare un equilibrio tra innovazione, progresso economico e coesione sociale?

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