Green Arrow Capital, Eugenio De Blasio: rendimenti elevati, innovazione, sostenibilità

- di: Redazione
 
I rendimenti molto importanti garantiti dai fondi di Green Arrow Capital (GAC), che si sono dimostrati particolarmente resilienti nelle congiunture più sfidanti, l’obiettivo di rendere sostenibile ogni strategia attivata e la creazione della “quarta gamba” di attività di GAC, il Real Estate, che si aggiunge a Infrastrutture Energetiche & Digitali, Private Equity, Private Credit, l’ingresso di Enpam (Ente nazionale di previdenza e assistenza medici), la più grande cassa di previdenza italiana, nel capitale sociale, dopo che era entrato il più grande gruppo bancario italiano, Banca Intesa, le difficoltà in Italia a tradurre in pratica le politiche per fare dell’energia rinnovabile il fulcro della politica energetica, spingendo così a investire all’estero, le attività dirette del Gruppo tutte in linea con la Sustainable Finance Disclosure Regulation (SFDR) sulle strategie di impatto.
Intervista al Fondatore, Azionista di riferimento e Ceo del Gruppo Green Arrow Capital, Eugenio De Blasio

Green Arrow Capital, intervista a Eugenio De Blasio

Gli ultimi anni sono stati caratterizzati da una serie di crisi esogene, dalla pandemia da Covid alle guerre in corso, a cominciare da quella in Ucraina, in un quadro geopolitico mondiale molto teso. In questo contesto, come hanno reagito i Fondi GAC e quali sono state le loro performance?
I nostri fondi sono stati particolarmente resilienti, per utilizzare una parola coniata recentemente nel nostro vocabolario. Per quanto riguarda il Private Equity, abbiamo avuto sempre dei rendimenti tra il 12% e il 18%; per il Private Debt i rendimenti sono stati tra il 7% e l’8%; nelle Infrastrutture energetiche & digitali tra il 7% e l’11% e ora stiamo iniziando una nuova strategia per il Real Estate con dei rendimenti, come si dice in gergo, double-digit, quindi superiori al 10%. Siamo particolarmente soddisfatti di aver dimostrato che la diversificazione, applicata non solo nelle nostre strategie, ma anche nei singoli fondi gestiti, che includono aziende e opportunità diverse, permette di resistere efficacemente a veri e propri terremoti nel mondo finanziario e nell’economia globale.

Nel 2024 Green Arrow Capital ha aggiunto il Real Estate come quarta strategia, dopo quelle delle Infrastrutture energetiche e digitali, il private equity e il private credit. Siete entrati nel “mattone”. Quali programmi per questa quarta area di investimento di GAC, su quali target dell’immobiliare puntate?
Come Green Arrow Capital ci prefissiamo l’obiettivo di rendere sostenibile ogni strategia. La sostenibilità, infatti, non è soltanto ambientale, ma anche sociale e finanziaria. Per un concetto completo di sostenibilità, queste tre componenti devono necessariamente combaciare. Nel Real Estate, per esempio, stiamo assistendo a una transizione energetica che riguarda anche il mondo immobiliare e non soltanto l’energia che produciamo, la quale sarà sempre più green, o la mobilità con macchine anch’esse sempre più green. Tutti i nostri edifici e strutture, infatti, devono prima di tutto garantire un’elevata efficienza energetica e, idealmente, in secondo luogo, essere energivori ottimizzati nel modo più ecologico possibile. Questa quarta componente di investimento nei nostri fondi assume un senso strategico perché entra nel campo dell’economia reale: i lavoratori, i dipendenti e le persone devono poter contare su un mondo e su uno spazio sempre più sostenibili. Abbiamo iniziato questo processo dal fondo Mi.To, con focus sull’asse geografico Milano/Torino, con delle prime operazioni molto interessanti in tema di riqualificazione urbana. In un Paese come il nostro, che vede una decrescita nel numero di cittadini, il tema non è costruire nuovi immobili, perché ce ne sono fin troppi, ma riqualificarli: anche in questo contesto la sostenibilità deve esprimersi con efficienza di novità. I nuovi immobili riqualificati devono essere moderni, consumare di meno e avere una classe energetica di estrema qualità. Questi processi ci consentono di migliorare la qualità della vita nelle nostre città, che rappresenta uno degli obiettivi della nostra missione.

È notizia recente l’ingresso di Enpam, l’Ente di previdenza dei medici e degli odontoiatri italiani, nel capitale di GAC con una quota dell’8%, entrando anche nella governance. L’ingresso è avvenuto nell’ambito di un aumento di capitale riservato deciso da Green Arrow Capital sul 15% delle sue azioni. Quali sono le prospettive future del Gruppo e quali le conseguenti strategie?
Siamo particolarmente orgogliosi che un grande gruppo privato di gestione come il nostro abbia ottenuto il consenso di investitori tradizionali, quali Banca Intesa ed Enpam, che sono entrati nel nostro capitale. Vorrei evidenziare che Banca Intesa è la più grande banca italiana, ed Enpam la più grande cassa di previdenza italiana. Sono ora nostre socie, oltre che investitrici. Questo dimostra non solo che siamo stati in grado di garantire rendimenti stabili e sostenibili ma anche di aver superato le rigorose verifiche che questi due grandi enti hanno effettuato con l’obiettivo di essere più vicini agli investimenti che noi realizziamo e che riguardano il paese reale. Banca Intesa, infatti, ha come obiettivo essere il più vicina possibile ai territori e alle aziende del paese ed Enpam, tramite un operatore specializzato come il nostro, può avere uno sguardo privilegiato sull’economia reale. Entrambi sono dei soci non solo finanziari, ma anche strategici, che vedono in noi una piattaforma che gli offre una visibilità completa sull’economia reale.

Qual è lo stato dell’arte del settore italiano delle rinnovabili, quale la sua crescita e come sta reagendo alle sfide economiche globali? Quali saranno i benefici per gli investimenti settore dalla graduale riduzione in atto dei tassi di interesse e quale giudizio dà del Decreto Legge Aree Idonee approvato lo scorso 21 giugno e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 2 luglio?
Abbiamo impianti in 120 comuni italiani e produciamo energia per circa 250mila famiglie: siamo, quindi, uno degli operatori più importanti in Italia. Abbiamo progetti enormi come il Progetto MIO (Mediterranean Italian Offshore), un impianto ibrido offshore flottante (eolico e fotovoltaico insieme) al largo della Calabria: a tal proposito, ci auguriamo di avere l’autorizzazione definitiva nell’arco dei prossimi 18 mesi. Si tratta di un investimento importante da un miliardo e mezzo di euro, che produrrà energia per oltre 600mila famiglie. L’Italia deve diventare autonoma energeticamente e, per farlo, le energie rinnovabili sono la fonte più semplice e naturale, soprattutto per un Paese come il nostro circondato dal mare e dai venti, condizioni ideali per realizzare questi impianti. Ad oggi, circa il 30% della nostra energia è alimentata da fonti rinnovabili e l’obiettivo, in vista del decennio 2030/2040, è di arrivare almeno al 50%, consentendoci di non dipendere più da russi, arabi o americani.
Al momento si parla molto, secondo me purtroppo per motivi politici e propagandistici, del fatto che impianti del genere vicino casa creino dei malumori e dei fastidi nella popolazione. Fa sorridere questa presa di posizione perché, nonostante ci siano decreti che sblocchino determinate situazioni, sono spesso le regioni a frenare i processi. Per ragioni politiche, le aree idonee non vengono identificate facilmente e per questi motivi si crea un’impasse.
Non si comprende che, con questo comportamento, si reca un danno al raggiungimento dell’indipendenza energetica del Paese con tutti i vantaggi che ne seguono. Ultimamente, per esempio, si parla molto di nucleare e sarei curioso di sapere dove potrebbe essere collocata una centrale nucleare. Quello di dire sì al nucleare mi sembra più che altro un effetto moda, ma poi nessuno lo vuole.
Questo quadro mi rattrista molto perché mi sembrano discorsi populisti e non certo di programmazione industriale. L’Italia è la seconda manifattura in Europa e abbiamo bisogno di un prezzo dell’energia competitivo rispetto agli altri paesi dell’Europa stessa (basti pensare che le aziende francesi pagano l’energia esattamente la metà di quanto pagano le aziende italiane). È fondamentale investire nelle energie rinnovabili, poiché rappresentano l›unica risorsa energetica che non comporta costi di approvvigionamento.

La sostenibilità e le tematiche ESG sono sempre più al centro del mondo finanziario. Può farci, per concludere, un quadro delle attività dirette e indirette di GAC?
In merito alle attività dirette, le produzioni delle nostre aziende di Private Equity sono in linea con quello che viene definito negli articoli 8 e 9 dell’SFDR (Sustainable Finance Disclosure Regulation) riguardo alle strategie di impatto: come nel caso di Invicta, nelle produzioni degli zaini, dove abbiamo tolto circa 24milioni di bottiglie di plastica, riciclandole per realizzare l’impermeabilizzazione degli zaini. Siamo molto attenti a questi criteri e, nel nostro piccolo, piantiamo circa 200 mila alberi all’anno nel pianeta. Siamo sostenitori di Marevivo, anche perché il nostro obiettivo è realizzare, come speriamo, degli impianti in mezzo al mare che diventeranno delle vere e proprie isole nelle quali non si potrà pescare e questo comporterà una ripopolazione dei mari e un grande rispetto delle aree protette. Chi fa il nostro mestiere punta veramente alla sostenibilità e noi abbiamo esempi concreti e quotidiani di tutto ciò che realizziamo ogni giorno.
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