Cucinelli: “Abbiamo educato i giovani alla paura, non alla speranza”

- di: Giuseppe Castellini

24/06/2025

Cucinelli: “Abbiamo educato i giovani alla paura, non alla speranza”

L’imprenditore umbro smonta secoli di pregiudizi e invita i ragazzi a guidare una rivoluzione umanistica fondata su sogni, ideali e libertà interiore.
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In un’intervista rilasciata a Orizzonte Scuola Brunello Cucinelli (foto) rivela un’indagine durata mesi: “da 5.000 anni l’umanità ripete le stesse lamentele sui giovani” — dai vasi babilonesi fino a Boccaccio. Socrate, Seneca, Sant’Agostino: tutti - afferma - hanno criticato la gioventù con parole identiche. Ma il messaggio più sorprendente? È un’inversione di prospettiva netta.
“Io penso l’opposto… gli ideali dei giovani sono gli stessi: sogno, speranza, gioia di vivere”.

La tara educativa: la paura come lascito
Cucinelli scaglia una frecciata potente: “Noi padri vi abbiamo educato alla paura”. È un “peccato originale”: per la prima volta nella storia, sostiene, i genitori – nel pieno benessere – hanno instillato nei figli un senso di ansia anziché speranza. Paradossale se confrontato con chi, avendo vissuto guerre e fame, allevava figli con fiducia nel futuro. La sua soluzione? Semplice ma radicale: “Sostituite la paura con la speranza. Una vita senza speranza non ha logica”.

Il mito del “se non studi finisci a lavorare”
Cucinelli demolisce un altro cliché educativo: “Vi abbiamo detto: se non studi, andrai a lavorare”, anche se – ammonisce – “il 60 % dei più grandi successi vebgono da chi ha studiato quasi niente”. Lo studio inteso come imposizione generazionale porta in realtà a trascurare l’intelligenza dell’anima, non solo quella accademica.

Giovani “sentinelle del creato”: un manifesto umanistico
Non basta criticare: Cucinelli lancia una chiamata forte e vibrante. I giovani – in particolare i trentenni – devono farsi protagonisti di un radicale ritorno ai valori attraverso un’“umanistica rivoluzione”. Evocando una citazione biblica – “La notte è lunga, ma l’aurora sta per arrivare” – li sprona a diventare “sentinelle del creato”, custodi del futuro e dell’etica del lavoro.

La tecnologia: dono e sfida
Cucinelli non demonizza la tecnologia, ma ne sottolinea l’effetto oppressivo sull’anima: un “peso” che rischia di oscurare la scintilla interiore data dal creato. È un invito a tornare a “camminare con i piedi per terra guardando il cielo e le stelle”.

San Francesco e la “cittadinanza del creato”
Come modello educativo propone San Francesco d’Assisi, autore di “un nuovo contratto sociale” tra uomo, terra e animale circa 800 anni fa. Un richiamo a una vita equilibrata e solidale, fondata non sul consumismo ma sull’armonia.
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Lo sguardo alla radice: da Solomeo al mondo
Nella lettera pubblicata sul sito ufficiale, Cucinelli espande il suo pensiero: cita critiche antiche ai giovani (dall’Egitto all’Antica Babilonia fino a Platone) e li definisce “scrigni di pietre preziose” destinati a nutrire l’anima del futuro. Rassicura: la rivoluzione va fondata su “misura, fraternità, mitezza” e la scuola resta “privilegio, non obbligo”.
Una riflessione più ampia arriva da Lampoon Magazine: Cucinelli racconta che da bambino contemplava il cielo da contadino senza elettricità, esperienza che gli ha trasmesso rispetto per la natura e semplicità d’animo. Ribadisce l’importanza dell’intelligenza dell’anima: “Studiate il giusto… l’università è il sale della terra ma anche l’anima va nutrita”.
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Con arguzia e spirito, Cucinelli consegna una lezione fondamentale agli adulti: smettiamola di recitare la solita litania sul declino morale dei giovani. Invertiamo la prospettiva: seminiamo speranza, valori, umanità. Solo così i giovani potranno rivelarsi veri artigiani del domani, con sensibilità e visione.

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