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Dati Istat: una famiglia su tre taglia il carrello

- di: Jole Rosati
 
Dati Istat: una famiglia su tre taglia il carrello
Una famiglia su tre taglia il carrello
Spesa media ferma a 2.755 euro, ma cresce la rinuncia al cibo tra prezzi alti e divari territoriali.

Nel 2024, evidenzia Istat, la spesa media mensile per consumi delle famiglie è stimata in 2.755 euro, pressoché invariata rispetto al 2023. Eppure il carrello cambia: circa un terzo dei nuclei dichiara di aver ridotto quantità o qualità degli acquisti alimentari e delle bevande analcoliche, segno di un potere d’acquisto ancora sotto pressione.

Spesa stabile, carrello più leggero

L’andamento nominale resta piatto, ma le scelte d’acquisto si comprimono. La quota di famiglie che taglia il cibo si attesta attorno a un terzo, mentre il peso degli alimentari sulla spesa totale resta elevato. Il confronto con il periodo pre-Covid evidenzia un livello di spesa più alto in valore, ma con beni e servizi acquistati più selettivi.

Le differenze geografiche contano

Il divario tra Nord Est e Sud torna ampio: 834 euro al mese di differenza, pari al 37,9%. I livelli più alti si registrano nel Nord Est (3.032 euro), nel Centro (2.999) e nel Nord Ovest (2.973), mentre restano sotto la media nazionale le Isole (2.321) e il Sud (2.199). Il gap Nord Est-Sud risale ai livelli pre-pandemici.

Dove si spende e cosa si rinvia

La spesa non alimentare vale in media 2.222 euro al mese (80,7% del totale). Crescono ristorazione e alloggio (+4,1%), ma con ritmi più contenuti rispetto al 2023. Le rinunce più frequenti restano su abbigliamento e calzature, mentre nella dispensa si moltiplicano strategie difensive: più discount, più offerte, marchi alternativi e liste della spesa più corte.

Cosa significa per famiglie e imprese

Quando la tenuta del carrello dipende dai tagli qualitativi, il rischio è duplice: peggiora la dieta delle fasce fragili e si indeboliscono filiere e produzioni a maggior valore aggiunto. Per invertire la rotta servono prezzi più prevedibili nelle utility e nella logistica, sostegni mirati per i redditi bassi e politiche concorrenziali che alleggeriscano la pressione sui beni essenziali. 

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