Confcommercio: "Crisi terziario: mai così male da 25 anni"

- di: Daniele Minuti
 
L'Ufficio Studi di Confcommercio ha pubblicato il rapporto riguardante la situazione del terziario di mercato nel nostro paese e come era facile prevedere, il quadro tracciato dalla Confederazione è più che nero viste le conseguenze della crisi pandemica.

Stando a quanto analizzato, fino all'avvento dell'emergenza sanitaria erano i servizi di mercato a dare il maggior contributo al Prodotto Interno Lordo e all'occupazione dell'Italia, in maniera maggiore rispetto a manifattura e agricoltura. Il 2020 però ha sconvolto questi equilibri: per la prima volta dopo 25 anni di crescita, la quota di valore aggiunto del comparto è calata con una discesa del 9,6% rispetto al 2019 con settori come trasporti, turismo e servizi che arrivano a perdere ben 13,2 punti percentuali complessivamente. Per quanto riguarda l'occupazione, i servizi di mercato mettono a referto 1,5 milioni di posti di lavoro persi dopo che dal 1995 ne avevano creati circa 3 milioni.

Prestazioni peggiori per la filiera turistica, che registra un calo del 40,1% per servizi di ospitalità, subito seguita dal settore dell'intrattenimento e da quello dei trasporti (discese rispettivamente del 27% e del 17,1%), cali accompagnati da un crollo dei consumi quantificabile in 130 miliardi di euro.

A commentare questi dati è stato il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli: "Per la prima volta nella storia dell'economia italiana, il settore terziario ha messo a registro un calo drammaticamente pesante. Per questo motivo è fondamentale che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza si concentri con attenzione anche maggiore e dedichi più risorse a sostegno del comparto terziario. Perché senza le imprese che lo compongono non sarebbe possibile una ricostruzione del paese né un rilancio della sua economia".

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