I 75 anni di Confapi, Camisa: "Pmi forza sana e costruttrice della nazione". Messaggi da Mattarella, Papa Francesco e Giorgia Meloni

- di: Barbara Leone
 
“Le piccole e medie industrie rappresentano la forza più sana e costruttrice della nazione, oggi come nel 1947 anno in cui Confapi venne costituita. Da 75 anni le imprenditrici e gli imprenditori portano avanti con coraggio le loro aziende, sono in grado di conoscere prima della politica gli orientamenti, le difficoltà, i punti di caduta e di crisi del sistema produttivo. Ed è per questo ruolo di ‘vigili antenne’ che chiediamo anche all’attuale Governo di ascoltarci come lo chiedevano gli imprenditori nel 1947”. E’ con queste parole che Cristian Camisa, Presidente di Confapi, ha aperto i lavori all’Auditorium della Conciliazione dove la Confederazione italiana della piccola e media industria privata ha celebrato i suoi 75 anni. L’evento ha visto la partecipazione di oltre mille imprenditori provenienti da tutta Italia e di personalità politiche di primo piano tra cui Antonio Tajani, vicepresidente del Consiglio dei Ministri e ministro degli Esteri, Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy e Matteo Salvini, vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti. Numerosi i punti toccati da Camisa nel suo discorso, a partire dall’orario di lavoro.

I 75 anni di Confapi, Camisa: "Pmi forza sana e costruttrice della nazione". Messaggi da Mattarella, Papa Francesco e Giorgia Meloni

“Lavorare quaranta ore in quattro giorni invece che cinque – ha detto – cambia poco. Altro discorso è se l’orario comporta un aggravio di costi per l’impresa: ora non ce lo possiamo permettere. In merito al salario minimo, poi, riteniamo che la contrattazione collettiva rappresenti uno strumento formidabile, da migliorare ma certo da preservare. Tutti i contratti dell’industria che Confapi sigla con Cgil, Cisl e Uil sono oltre la soglia minima ipotizzata. Bisogna agire, piuttosto, su quei contratti ‘pirata’, moltiplicatisi negli ultimi anni, e che sono stipulati da organizzazioni non rappresentative e che prevedono livelli retributivi largamente inferiori a quelli del settore di riferimento”.

Per il Presidente di Confapi “quella dei giovani è la categoria che più di ogni altra sta pagando le crisi del mercato del lavoro in Italia e al Sud in particolare. Dobbiamo garantire un futuro ai nostri giovani e incentivare il lavoro femminile costruendo nuove politiche industriali senza sfasciare quanto di buono è stato fatto finora, sfruttando al meglio le nuove tecnologie per consegnare ai nostri figli e ai nostri nipoti un pianeta in salute. Per farlo è necessario che il mondo della scuola diventi più funzionale al sistema produttivo e agevoli l’assunzione di giovani da parte delle imprese, fornendo loro quelle competenze tecniche e professionali che sono il vulnus dell’attuale incontro tra domanda e offerta”. Camisa ha affrontato anche il tema della riforma fiscale. “Dobbiamo diminuire – ha sottolineato – la forbice di tassazione tra la piccola e la grande impresa: grazie a patent box o altre normative, il tax rate per le grandi industrie spesso non va oltre il 25%, mentre le Pmi devono sopportare un 60% e oltre di pressione fiscale. Le piccole e medie industrie italiane non devono pagare più tasse della grande industria e delle multinazionali. La recente legge delega in materia fiscale è apprezzabile per il tentativo di sburocratizzare e alleggerire gli adempimenti fiscali sia a carico delle persone fisiche sia degli imprenditori. Impieghiamo 238 ore per pagare le imposte, il 46% in più della media dei Paesi Ocse. Effettuiamo in media in un anno 89 operazioni tra dichiarazioni e adempimenti vari: più del doppio di altri Paesi”.

Per quanto riguarda il Superbonus, invece, Camisa ha ricordato che “il Governo ci sta lavorando alacremente. La soluzione verso cui si sta andando, quella della piattaforma per smaltire i crediti incagliati gestita dalla società pubblica Enel X insieme alla possibilità di smaltire le detrazioni fiscali in dieci anni invece che in quattro, è fra quelle che avevamo richiesto”. Il suo invito, comunque, è “di fare presto perché i nostri imprenditori sono disperati. Su 19 miliardi di crediti, tre si riferiscono ad imprese Confapi”. Camisa si è soffermato anche sul cosiddetto ‘Payback sanitario. “Ci aspettiamo soluzioni – ha detto - Se non si interviene tempestivamente il rischio è di far cadere sulle imprese fornitrici le eccedenze non programmabili della sanità regionale. In un momento così difficile mettiamo in ginocchio le piccole e medie industrie del settore che dovrebbero restituire alle Regioni 2,5miliardi di euro”. Tra i punti trattati dal Presidente di Confapi anche l’export e la questione automotive. “La piccola e media industria - ha detto - contribuisce per il 48% all’export complessivo del Made in Italy, che va difeso e tutelato. È questo il momento di guardare a nuovi mercati vicini e ancora inesplorati: ne stiamo discutendo nell’ambito della Cabina di regia per l’internazionalizzazione, coordinata dai Ministri Tajani e Urso, ai quali promettiamo di portare l’esperienza della piccola e media industria. Chi guarda e opera in mercati esteri ha bisogno di nuove misure a supporto, prime fra tutte linee di finanziamento mirate all’acquisto oppure all’anticipo sull’approvvigionamento delle materie prime come sostegno concreto alle esigenze di liquidità”.

Per quanto riguarda l’automotive, infine, il Presidente ha ribadito la posizione più volte espressa da Confapi. “Sosteniamo il Governo - ha detto - nella sua presa di posizione contro l’accordo in Europa per utilizzare gli e-fuel nella transizione e bocciare i biocarburanti sui quali molte delle nostre imprese hanno già puntato e che, oltretutto, sarebbero sicuramente più economici”.
Tra i numerosi messaggi pervenuti alla Confederazione, quello del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “Desidero unirmi alle celebrazioni del 75° anniversario della Confederazione italiana della piccola e media industria privata - si legge nel messaggio del Capo dello Stato -. Si tratta di un comparto che caratterizza la struttura produttiva italiana connotato da una costante apertura a tecniche innovative, in rapporto virtuoso con i territori di insediamento e fortemente orientato alla internazionalizzazione, con significativi benefici per le generazioni presenti e future. La flessibilità del tessuto delle piccole e medie imprese può trovare efficace supporto nei recenti strumenti di programmazione e riforma offerti nell’ambito della attuazione del Pnrr, con l’opportunità di perseguire una iniziativa economica che contribuisca alla coesione sociale, in armonia con la salute, l’ambiente, la sicurezza, la dignità umana, così come sancito dall’articolo 41 della Costituzione. Nell’esprimere apprezzamento per tutte le iniziative dirette al consolidamento del settore, invio a tutti i presenti auguri di buon lavoro”
. Ed ancora il messaggio e la Benedizione Apostolica del Santo Padre Francesco: “In occasione del settantacinquesimo di fondazione di codesta Confederazione, il Sommo Pontefice rivolge un cordiale pensiero agli aderenti, esprimendo compiacimento per la significativa attività svolta in tanti anni al servizio della collettività. Nell’auspicare che la ricorrenza susciti rinnovata attenzione ai valori della solidarietà, ponendo al centro la dignità della persona, il Santo Padre assicura l’orante ricordo e volentieri invia la benedizione apostolica, pegno di ogni desiderato bene”.

Infine la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che è intervenuta alle celebrazioni attraverso un videomessaggio: “La piccola impresa è il motore diffuso della nostra economia, della nostra società e della nostra cultura - ha detto Meloni -. Il mondo che voi rappresentate costituisce l'identità, la tradizione e l'innovazione del tessuto produttivo italiana, voi siete quelli che a me piace definire i patrioti del lavoro, perché con i vostri sogni, il vostro ingegno, la vostra creatività contribuite a fare dell'Italia la grande nazione che è. Siamo al lavoro per invertire la tendenza - ha proseguito Meloni -. L'Italia ha già pagato la sua mancanza di visione, una mancanza di visione che, abbiamo visto negli ultimi decenni, ha frenato la crescita e reso purtroppo la Nazione dipendente dall'estero in troppi settori. Noi stiamo lavorando per invertire questa tendenza e per immaginare linee chiare e strategiche di sviluppo. Intendiamo lavorare 24 ore al giorno, 7 giorni su 7, per rivoluzionare questa Nazione - ha aggiunto la premier -. Perché i cittadini non ci hanno scelto per mantenere lo status quo, ci hanno scelto perché sperano che noi riusciamo a liberare le migliori energie di questa Nazione, sperano che abbiamo la forza per fare le riforme che nessun altro ha avuto il coraggio di fare, sperano che abbiamo la forza e la determinazione di andare fino in fondo”.

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