Concorrenza, la Commissione Ue ancora contro Apple: "Distorce il mercato"

- di: Giuseppe Castellini
 
“Gli app store svolgono un ruolo centrale nell’economia digitale di oggi. Ora possiamo fare shopping, accedere a notizie, musica o film tramite app invece di visitare siti Web. La nostra scoperta preliminare è che Apple è un gatekeeper per gli utenti di iPhone e iPad tramite l’App Store. Con Apple Music, Apple compete anche con i fornitori di streaming musicale. Stabilendo regole rigorose sull’App Store che svantaggiano i servizi di streaming musicale concorrenti, Apple priva gli utenti di scelte di streaming musicale più economiche e distorce la concorrenza. Questo viene fatto addebitando elevate commissioni su ogni transazione nell’App Store per i rivali e vietando loro di informare i propri clienti di opzioni di abbonamento alternative”.

Con queste parole la vicepresidente esecutiva della Commissione europea, responsabile della politica di concorrenza, Margrethe Vestager, comunica la decisione Ue di aver messo in mora Apple circa il fatto che avrebbe distorto la concorrenza nel mercato dello streaming musicale in quanto avrebbe abusato della sua posizione dominante per la distribuzione di app di streaming musicale attraverso il suo App Store. La Commissione punta il dito contro l’uso obbligatorio del meccanismo di acquisto in-app di Apple imposto agli sviluppatori di app di streaming musicale per distribuire le loro app tramite l’App Store di Apple.

La Commissione è inoltre preoccupata per il fatto che “Apple applica alcune restrizioni agli sviluppatori di app che impediscono loro di informare gli utenti di iPhone e iPad di possibilità di acquisto alternative e più economiche”.
Questa ‘opinione preliminare’ è stata già comunicata ad Apple dalla Vicepresidente Vestager, precisando che la contestazione di un addebito non pregiudicala conclusione di un’inchiesta. In sostanza, Apple potrà rispondere alla contestazione e solo alla fine dell’indagine potranno essere presi provvedimenti concreti contro il colosso Usa.

Per la Commissione Ue, con “l’uso obbligatorio del sistema di acquisto proprietario in-app di Apple (‘IAP’) per la distribuzione di contenuti digitali a pagamento, “Apple addebita agli sviluppatori di app una commissione del 30% su tutti gli abbonamenti acquistati tramite il prodotto in-app obbligatorio. L’indagine della Commissione ha dimostrato che la maggior parte dei fornitori di streaming ha trasmesso questa tassa agli utenti finali aumentando i prezzi”.

La Commissione evidenzia che le disposizioni ‘anti sterzo dell’app di Apple “limitano la capacità degli sviluppatori di app di informare gli utenti di possibilità di acquisto alternative al di fuori delle app. Mentre Apple consente agli utenti di utilizzare abbonamenti musicali acquistati altrove, le sue regole impediscono agli sviluppatori di informare gli utenti su tali possibilità di acquisto, che di solito sono più economiche”.
La Commissione “è preoccupata per il fatto che gli utenti di dispositivi Apple pagano prezzi significativamente più elevati per i loro servizi di abbonamento musicale o che gli sia impedito di acquistare determinati abbonamenti direttamente nelle loro app”.
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