Prandini (Coldiretti): "Ue e Italia puntino all'autosufficienza alimentare"

- di: Daniele Minuti
 
Ettore Prandini, Presidente della Coldiretti, è intervenuto durante il Meeting di Roma del gruppo del Ppe al Parlamento europeo e si è soffermato soprattutto sulle conseguenze che l'aumento dei prezzi delle materie prime alimentari hanno sulla spesa dei consumatori. E il nucleo del suo discorso è chiarissimo: il rincaro ha raggiunto il 32% rispetto all'anno scorso per via delle tensioni causate dalla pandemia, motivo per cui sia l'Unione europea che l'Italia devono puntare a raggiungere l'autosufficienza alimentare.

"Per via dell'emergenza sanitaria"
- spiega il Presidente - "si è aperto uno scenario di riduzione degli scambi commerciali, accaparramenti, speculazioni e incertezza che spinge la corsa dei singoli Stati ai beni essenziali per garantire l’alimentazione delle popolazione. Una situazione che ha fatto salire i prezzi dei prodotti alimentari. I timori sugli approvvigionamenti di cibo devono spingere la stessa Unione Europea a realizzare un piano finalizzato a conquistare l’autosufficienza in diversi settori chiave".

Compresa nel discorso anche la Strategia Farm to Fork, dato che la Commissione intende introdurre norme che riducano la dipendenza da materie prime promuovendo le proteine vegetali coltivate nel continente: il passaggio verso l'autosufficienza alimentare in Europa passa per azioni che riducano i passaggi lungo la filiera e ne rendano più efficiente il funzionamento, lato in cui l'Italia è all'avanguardia grazie alla legge sul contrasto di pratiche sleali.

Il Presidente di Coldiretti, Prandini: "Ue e Italia puntino sull'autosufficienza alimentare"

Prandini aggiunge: "In Italia è infatti necessario recuperare il deficit del 64% del frumento tenero e del 40% per il frumento duro destinato alla produzione di pasta, mentre copre appena la metà (53%) delle fabbisogno di mais, fondamentale per l’alimentazione degli animali e per le grandi produzioni di formaggi e salumi Dop. Un trend negativo che riguarda anche la soia nazionale che soddisfa meno di 1/3 (31%) dei consumi domestici, secondo dati Ismea. In Italia si munge nelle stalle nazionali il 75% del latte consumato e si produce il 55% della carne necessari ai consumi nazionali con l’eccezione positiva per la carne di pollo e per le uova per le quali l’Italia ha raggiunto l’autosufficienza e non ha bisogno delle importazioni dall’estero".

Minimizzare la dipendenza dalle importazioni vuol dire anche ridurre i rischi per la sicurezza alimentare, considerando che in Italia gli allarmi sono all'ordine del giorno (297 notifiche inviate all'Ue nel 2020) con una percentuale fortemente spostata verso l'estero (l'83% della merce pericolosa proviene dall'estero).

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è quindi un'opportunità che va sfruttata digitalizzando le aree rurali e recuperando terreni abbandonati, puntando ovunque su un'innovazione sostenibile e green. Il tutto però agendo anche sui ritardi strutturali del nostro Paese e sbloccando le infrastrutture che garantirebbero migliori collegamenti fra Meridione e Settentrione.

Il Presidente di Coldiretti ha concluso: "L’emergenza globale provocata dalla pandemia ha fatto emergere una consapevolezza diffusa sul valore strategico rappresentato dal cibo e sulle necessarie garanzie di qualità e sicurezza per questo servono sistemi di etichettatura trasparenti sull’origine delle materie prime e che non siano ingannevoli e nello stesso tempo, non possiamo pensare a un modello dove vi sia spazio per l’artificio e i cibi sintetici, dove si assista alla concentrazione eccessiva dei fattori produttivi, dove prevalga l’interesse particolare delle grandi multinazionali che spingono per l’omologazione su un modello in sostanza dove il cibo sia sempre una commodity. Con la nostra idea di filiera sostenibile vogliamo affrontare il futuro non solo creando valore economico, ma guardando anche alla sua distribuzione e alla capacità di restituire valori positivi, sotto il profilo ambientale, sociale, territoriale".
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