Promuovere nei luoghi di lavoro una cultura fondata sulla fraternità, sull’inclusione e sulla partecipazione dei lavoratori alla vita d’impresa. È l’obiettivo della proposta di legge di iniziativa del Cnel, presentata alla Camera nella Sala della Lupa dal presidente Renato Brunetta, insieme al presidente della Commissione Lavoro Walter Rizzetto e al capogruppo di Fratelli d’Italia Galeazzo Bignami.
Cnel, una legge per la “fraternità” nei luoghi di lavoro
La Pdl punta a tradurre in norme e contratti aziendali i principi della Costituzione e della dottrina sociale del lavoro, declinandoli in strumenti concreti: dallo scambio solidale di ferie e permessi al welfare aziendale integrato, dallo smart working alla settimana corta.
Una proposta “leggera” ma simbolica
Il disegno di legge, ha spiegato Brunetta, è «un testo molto light», perché non introduce vincoli né nuovi oneri, ma ricompone in forma organica i riferimenti costituzionali alla fraternità. Il Cnel esercita così la propria funzione di iniziativa legislativa, «mettendo a terra – ha detto il presidente – un percorso che parte da un convegno e arriva oggi in Parlamento».
L’obiettivo è favorire la conciliazione vita-lavoro, rafforzare la contrattazione di secondo livello e introdurre, negli accordi aziendali o territoriali, elementi di solidarietà interna e coesione.
«Le aule parlamentari – ha osservato Brunetta – diventano talvolta luoghi di costruzione di pezzi di storia, e chi li vive non se ne accorge. Questa proposta può essere uno di quei momenti».
Il valore etico del lavoro
A sottolineare la valenza culturale dell’iniziativa è stato Rizzetto, presidente della Commissione Lavoro di Montecitorio, che ha richiamato «la radice moderna di un concetto solo in apparenza ancestrale».
La “fratellanza nei luoghi di lavoro” – ha spiegato – si collega direttamente alla dottrina sociale della Chiesa, dalla Rerum Novarum di Leone XIII (1891) alla Fratelli Tutti di papa Francesco (2020). «Due encicliche – ha detto – che parlano di dignità, equità e partecipazione, valori che trovano riscontro nell’articolo 46 della Costituzione».
Secondo Rizzetto, il mercato del lavoro «sta cambiando rapidamente»: welfare aziendale, conciliazione vita-lavoro e innovazione organizzativa sono oggi «gli strumenti per qualificare un lavoro che non sia solo impiego, ma dimensione comunitaria».
FdI: “Un testo che unisce etica e produttività”
FdI ha accolto la proposta come occasione per un dibattito trasversale. «Ringraziamo il Cnel per aver elaborato e consegnato al Parlamento un testo significativo», ha dichiarato Galeazzo Bignami, capogruppo alla Camera.
Per Bignami, parlare di fraternità nel lavoro «non è un esercizio astratto, ma il tentativo di riportare l’etica sociale al centro dell’impresa». Il riferimento, ha aggiunto, è alla parabola evangelica dei lavoratori nella vigna: «Beati gli ultimi, perché saranno i primi».
L’esponente di FdI ha ricordato anche i risultati occupazionali raggiunti dal Governo: 1,2 milioni di nuovi posti di lavoro, tasso di occupazione al 63% e disoccupazione al 6%, «ai minimi storici». Ma la proposta del Cnel – ha detto – «va oltre i numeri: introduce un principio di comunanza e armonia nei rapporti di lavoro, traducendo in termini laici i valori delle encicliche sociali».
Smart working, welfare e settimana corta
Il testo propone di valorizzare la contrattazione aziendale e territoriale come veicolo di innovazione sociale.
Tra gli strumenti indicati figurano lo smart working regolato, la settimana corta sperimentale, lo scambio solidale di ferie e forme di mutuo sostegno tra colleghi per chi affronta periodi di fragilità.
Un pacchetto di misure già presenti in molte esperienze aziendali virtuose, che la proposta mira a diffondere e consolidare attraverso accordi condivisi.
L’idea di fondo è quella di un welfare partecipativo, in cui l’impresa diventa luogo di benessere e coesione, e il lavoratore partecipa attivamente alla costruzione di valore.
Il ruolo del Cnel
Per il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro, la Pdl rappresenta un nuovo esercizio del potere d’iniziativa legislativa, riconosciuto dall’articolo 99 della Costituzione.
Negli ultimi anni, l’istituzione guidata da Brunetta ha moltiplicato le attività di studio e consultazione, in un tentativo di rendere il Cnel «ponte» tra rappresentanze sociali, Parlamento e Governo.
Con la proposta sulla fraternità, l’obiettivo è avviare un percorso simile a quello già intrapreso con la legge sulla partecipazione dei lavoratori alla gestione d’impresa, considerata dallo stesso Brunetta «complementare» alla nuova iniziativa.
Lavoro come luogo di coesione
Nelle intenzioni dei promotori, la legge non punta solo a introdurre nuovi strumenti, ma a riformulare il linguaggio del lavoro in chiave relazionale.
Il riferimento alla fraternità – termine inconsueto nel lessico giuridico – mira a unire dimensione economica e umana, richiamando l’articolo 1 della Costituzione («L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro») e la necessità di coniugare produttività e dignità.
«La crescita economica – ha concluso Bignami – non basta se non si accompagna alla crescita morale e sociale delle comunità di lavoro. Questa proposta offre la possibilità di far dialogare etica e impresa, modernità e solidarietà».
Una prospettiva di medio periodo
Il testo è stato già incardinato in Commissione Lavoro della Camera e avvierà nelle prossime settimane il ciclo di audizioni.
Nel dibattito politico, la proposta viene letta come un tentativo di portare nel diritto del lavoro la cultura della sostenibilità sociale: non solo flessibilità e produttività, ma anche rispetto, cooperazione e solidarietà.
Un terreno su cui maggioranza e opposizione potrebbero trovare convergenze inattese. Perché – come ha ricordato Brunetta – «quando la storia capita anche a noi, raramente ce ne rendiamo conto. Ma questa può essere una di quelle volte».