I talebani della circolare colpiscono di nuovo: no a biliardini

- di: Redazione
 
Ogni tanto si è quasi costretti a chiedersi se esiste, per come sospettiamo, un germe della follia che aggredisce il cervello di coloro che, su mandato dello Stato, devono spiegare il perché di certe decisioni, redigendo ordinanze, leggi, regolamenti e altre scartoffie. Un interrogativo che è affatto retorico, se si pensa che, con l'entrata in vigore di un circolare (scusate, la definizione esatta è ''determina'', sempre che qualcuno ne capisca il significato) dell'agenzia delle Accise, delle Dogane e dei Monopoli - tre al prezzo di una!!! - , che ha equiparato, sanzionandoli, giochi che inquinano la mente, spingendola verso la ludopatia estrema, come le slot machine e i videopoker, a quelli tradizionali nella nostra infanzia, come il biliardino o calcio Balilla che di si voglia. o della nostra adolescenza o anche maturità, come il biliardo, che in Italia ha una tradizione anche culturale.

Sono previste multe salate per i gestori che non dichiarano il possesso dei biliardini

Insomma, ci è stato detto quel che lo Stato ha deciso per mettere ordine in un settore che è spesso una giungla, alimentando anche attività illegali. Cioè ha emanato delle disposizioni per i titolari di strutture dove il biliardino di turno occupa un angolino, tradizionalmente animato da urla e sfottò che seguono, immancabilmente, il meraviglioso rimbombo della pallina che finisce dietro l'omino blu o rosso che protegge la porta. In questo modo titolari di lidi e bar per mettersi in regola devono affrontare l'ennesimo calvario della nostra burocrazia.

Per chi non lo fa ci sono multe salate, anche dell'ordine di migliaia di euro, che al solo pensiero stanno spingendo in queste ore molti titolari di impianti balneari a fare sparire la magica scatola dove da ragazzi si passavano ore e ore, senza fare del male a nessuno. Ma la ''determina'' è implacabile, equiparando i giochi e infilandoli nel medesimo calderone, sia che diano premi in denaro che no. E la logica, in tutto questo, dove è andata a finire?

Domanda cui è difficile trovare una risposta, restando tutto nel mondo dell'incongruenza. Perché dire che il biliardino, se non si mette in regola, è uguale al videopoker ci dà la certezza che ci troviamo davanti ad un caso clinico, a dei talebani della circolare, a dei fanatici della parola che prevale sui fatti. Un mondo all'incontrario dove i giochi innocui sono messi sullo stesso piano di altri che costituiscono una piaga sociale, perché, una volta che ne rimani avviluppato, per uscirne deve andare in terapia.

Se questo è l'andazzo o la tendenza, il domani che ci aspetta è da brividi. Attenti quindi a giocare con le biglie sulla sabbia, a saltare e colpire la palla per mandarla al di là della rete, a rompere le scatole sulla battigia con i racchettoni: il solerte funzionario potrebbe essere in agguato, per fare rispettare una ordinanza alla quale lui stesso non crede.
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