La locomotiva cinese torna a marciare, ma non quanto sperato

- di: Redazione
 
Dopo tre anni segnati dalla pandemia e dalle rigorose misure anti-Covid adottate da Pechino, l'economia cinese mostra segnali di ripresa, anche se inferiori rispetto a quanto si ipotizzava. E' una crescita confortante, ma con qualche ombra, come la preoccupante crescita della disoccupazione giovanile e la perdurante crisi del settore immobiliare.

La locomotiva cinese torna a marciare, ma non quanto sperato

Secondo i dati pubblicati oggi dall'Ufficio nazionale di Statistica (si tratta dei principali indicatori economici per gennaio e febbraio combinati) la produzione industriale è aumentata del 2,4%, più di quanto era stato registrato a dicembre (+ 1.3). Le vendite al dettaglio sono aumentate del 3,5%, invertendo un calo dell'1,8% nel mese precedente. I dati di crescita, sottolineano gli economisti, sono in linea con le aspettative del mercato.
Sempre guardando ai dati dell'Ufficio nazionale di Statistica, gli investimenti in immobilizzazioni, come costruzioni e infrastrutture, sono aumentati del 5,5%, andando oltre le stime, con le spese in conto capitale per l'energia elettrica, gli impianti di riscaldamento e le ferrovie aumentate di circa il 20%.

C'è però il dato negativo della disoccupazione giovanile che, nel periodo preso in esame, è aumentata. Il tasso di disoccupazione nella fascia di età tra i 16 ei 24 anni ha raggiunto il 18,1% nel periodo gennaio-febbraio, rispetto al 16,7% di dicembre. Anche il tasso di disoccupazione complessivo è aumentato al 5,6%.

Resta, poi, preoccupante il prolungato stallo della crisi del settore immobiliare, con gli investimenti diminuiti, nei primi due mesi del 2023, del 5,7% rispetto a un anno fa. Anche se, si sottolinea, c'è stato un miglioramento rispetto al calo del 12,2% registrato a dicembre. Le vendite di immobili per superficie si sono contratte del 3,6%.

Il governo, in occasione della sessione dell'Assemblea nazionale del popolo, ha definito un prudente piano di crescita per quest'anno, con un obiettivo di PIL intorno al 5% e un obiettivo di creazione di 12 milioni di posti di lavoro. Anche se, come ha ammesso lo stesso Li Qiang, il nuovo premier appena insediatosi, raggiungere gli obiettivi prefissati ''non è un compito facile''.
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