Un colpo secco nella guerra commerciale Pechino ha alzato il tiro nella guerra commerciale con Washington annunciando, a sorpresa, un drastico aumento delle controtariffe sui beni americani importati in Cina. A partire da domani, le nuove aliquote passeranno dall’attuale 84% a un picco del 125%, segnando un’escalation che potrebbe avere impatti significativi sull’economia globale e sul fragile equilibrio delle relazioni internazionali. È il segnale più chiaro che la tregua commerciale con gli Stati Uniti, durata solo pochi mesi, è ormai un ricordo.
Pechino rilancia la guerra dei dazi: stangata sui beni Usa, Borse giù e tensione globale
Il messaggio della Cina: non accetteremo provocazioni
La decisione è stata comunicata ufficialmente dal ministero delle Finanze di Pechino, che ha definito “privi di giustificazione economica” i dazi introdotti dagli Stati Uniti. Le autorità cinesi hanno dichiarato che non intendono più rispondere “ai giochi numerici” imposti da Washington, ma che difenderanno “con forza i propri diritti”. Il tono è quello della fermezza, nel momento in cui la competizione tecnologica e commerciale tra le due superpotenze si fa sempre più accesa, alimentando una tensione che ormai si riflette sui mercati e sulle scelte politiche dei governi.
Reazione immediata dei mercati europei
Non si è fatta attendere la reazione delle Borse, che hanno girato bruscamente in calo subito dopo l’annuncio di Pechino. Milano è risultata la peggiore tra le principali piazze europee, chiudendo con un -1,5%, seguita da Francoforte a -1,4%, Parigi a -0,9%, Madrid a -0,5% e Londra a -0,3%. Gli operatori finanziari temono che la nuova offensiva commerciale possa innescare una spirale recessiva e minare ulteriormente la fiducia in un contesto già fragile. Anche i future di Wall Street sono stati spinti al ribasso, prefigurando un’apertura negativa.
Lagarde attesa all’Eurogruppo, occhi puntati su S&P
In questo clima instabile, l’attenzione si sposta ora sull’intervento del presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, attesa all’Eurogruppo con un discorso che potrebbe contenere elementi decisivi per interpretare la strategia monetaria dell’Eurozona. Non meno rilevante è l’attesa per il giudizio di S&P sul rating dell’Italia: un eventuale declassamento avrebbe conseguenze pesanti in un momento in cui lo spread Btp-Bund si attesta a 127 punti base, con un rendimento italiano al 3,87%. Gli analisti prevedono una giornata ad alta tensione.
Dollaro debole, oro al massimo storico
Tra le conseguenze immediate della nuova fiammata nella guerra dei dazi c’è anche il rafforzamento delle valute rifugio e dei beni considerati sicuri. Il dollaro ha toccato i minimi dal 2024, sintomo evidente di una crescente sfiducia sulle prospettive dell’economia americana, già sotto pressione per la stretta monetaria della Fed e il rischio stagflazione. L’oro, dal canto suo, ha aggiornato i massimi storici, confermandosi ancora una volta il bene rifugio per eccellenza nei momenti di turbolenza geopolitica e finanziaria.
Il rischio di una frattura sistemica
Gli osservatori internazionali temono che la nuova impennata delle tensioni commerciali possa compromettere gli sforzi diplomatici finora condotti per mantenere aperti i canali del dialogo multilaterale. Con il ritorno alla Casa Bianca di Donald Trump, noto per le sue posizioni protezioniste e la retorica dura contro la Cina, le possibilità di trovare un’intesa duratura sembrano sempre più remote. L’annuncio cinese arriva proprio mentre l’amministrazione americana spinge per nuove restrizioni nel settore tech, alimentando lo scontro su più fronti.
Xi invoca responsabilità globale, ma si prepara al confronto
Il presidente cinese Xi Jinping, pur ribadendo che “nessuno vince in una guerra dei dazi”, ha chiarito che la Cina è pronta a tutelare i propri “interessi legittimi” e ha invitato l’Unione Europea a fare altrettanto. Le sue parole sono rivolte tanto a Washington quanto a Bruxelles, chiamata oggi a decidere se schierarsi nella disputa o tentare di mediare. Il ruolo dell’Europa, infatti, potrebbe diventare cruciale per evitare la frammentazione definitiva dell’economia globale in blocchi antagonisti.
Domani lo spartiacque
L’entrata in vigore delle nuove tariffe, prevista per domani, potrebbe rappresentare uno spartiacque. I mercati resteranno in allerta per cogliere eventuali segnali di de-escalation o nuove reazioni da parte americana. Per ora, l’unica certezza è che la guerra dei dazi è tornata con tutta la sua forza, e questa volta potrebbe avere effetti ancora più profondi.