Una tempesta di potenza inedita che scuote i Caraibi: l’allarme climatico e la risposta internazionale.
(Foto: uragano).
Nel tardo ottobre 2025 l’uragano Melissa sta attraversato i Caraibi con una forza eccezionale, lasciando dietro di sé un quadro di distruzione in più Paesi. La Giamaica è stata investita da venti estremi e mareggiate, mentre Cuba e Haiti hanno dovuto fare i conti con inondazioni, frane ed evacuazioni su larga scala. Pur perdendo forza, l'uragano continua ad essere temibile.
La furia in numeri e luoghi
La traiettoria di Melissa ha colpito aree urbane e rurali, interrompendo elettricità e comunicazioni, danneggiando strade e infrastrutture critiche. In varie province si sono registrati blackout diffusi e problemi alla distribuzione idrica. Il bilancio delle vittime, ancora provvisorio, è in aumento, mentre proseguono le ricerche dei dispersi.
Evacuazioni e allarmi preventivi
Le autorità cubane hanno disposto evacuazioni massicce nelle aree più esposte, chiudendo scuole, uffici pubblici e attività non essenziali. In molte comunità caraibiche sono stati aperti rifugi temporanei con priorità a famiglie vulnerabili, anziani e persone con disabilità.
Da L’Avana il presidente ha scritto che “la notte è stata molto complessa”, esortando la popolazione a rispettare le misure di sicurezza e a restare al riparo. Dal coordinamento umanitario è arrivato l’allarme: “La distruzione è senza precedenti”, con una quota molto elevata di residenti costretti a lasciare le proprie case. Dal mondo religioso è giunto un messaggio di cordoglio e vicinanza alle comunità colpite, con l’invito alle autorità a fare tutto il possibile per garantire assistenza.
Un disastro umano e infrastrutturale
La combinazione fra piogge torrenziali e onde di tempesta ha sommerso interi quartieri costieri; nell’entroterra, la topografia montuosa ha favorito frane e colate di fango. Le immagini mostrano tetti divelti, alberi sradicati, imbarcazioni a riva e campi agricoli distrutti: un colpo durissimo per famiglie e piccole imprese locali.
Il ruolo del cambiamento climatico
La rapida intensificazione di Melissa rientra in un trend osservato sempre più spesso negli oceani tropicali, legato a acque superficiali più calde e a un maggiore contenuto energetico del mare. Questo fenomeno favorisce cicloni che crescono di potenza in tempi brevi e mantengono intensità elevata fino al landfall, amplificando i danni su scala locale e regionale.
Risposta internazionale e prospettive
La macchina dei soccorsi si è attivata con l’invio di kit alimentari, acqua potabile, unità logistiche e personale medico. Sono in corso valutazioni per finanziamenti d’emergenza e per missioni sul terreno dedicate al ripristino di energia, comunicazioni e viabilità. In parallelo, i governi locali stanno definendo piani di ricostruzione che tengano conto di resilienza e adattamento climatico.
Lezioni da trarre
Tre priorità emergono con chiarezza. Primo: investire in prevenzione strutturale (reti elettriche robuste, edilizia resistente, allerta precoce). Secondo: rafforzare la cooperazione regionale per scorte, logistica e corridoi umanitari. Terzo: integrare mitigazione e adattamento nelle politiche economiche, perché la frequenza e l’intensità di eventi come Melissa indicano una nuova normalità.