Capodanno a Roma, Massimiliano Smeriglio: "Ora un concerto che non divida"

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 

Il Capodanno a Roma rischiava di trasformarsi in un terreno di scontro culturale e politico. L’invito al trapper Tony Effe per il concerto gratuito in piazza aveva sollevato critiche aspre, mettendo sotto i riflettori l’amministrazione capitolina e le sue scelte artistiche. Al centro delle polemiche, i testi dell’artista, accusati di veicolare messaggi sessisti e stereotipi di genere poco in linea con i valori di inclusività e rispetto che Roma intende rappresentare.

Capodanno a Roma, Massimiliano Smeriglio: "Ora un concerto che non divida"

Assessore Massimiliano Smeriglio, delegato alla Cultura, ha chiarito, in un 'intervista al quotidiano Domani, i passaggi che hanno portato alla decisione di rivedere il programma e sostituire il trapper con un artista che meglio rappresenti lo spirito inclusivo della città:

«Il concerto di Capodanno rappresenta Roma: deve unire, non dividere. Chi suona sotto l'egida del Comune rappresenta tutti i cittadini e non possiamo permetterci di urtare sensibilità profonde, soprattutto su temi come il sessismo. Di fronte alle legittime contestazioni abbiamo scelto di fermarci e riflettere. Non è censura, ma responsabilità».

La polemica: Tony Effe e il ruolo dell’amministrazione

L’invito a Tony Effe è nato, secondo l’amministrazione, dalla volontà di avvicinarsi al pubblico giovane. Il trapper, con milioni di ascolti sulle piattaforme streaming, è un punto di riferimento per molti ragazzi e ragazze. Tuttavia, le sue canzoni, spesso criticate per i contenuti espliciti e il linguaggio controverso, hanno generato un’ondata di reazioni negative da parte di associazioni, attivisti e artisti impegnati contro la violenza di genere.

Smeriglio ha spiegato che la scelta era parte di un pacchetto proposto da agenzie di spettacolo, con cui l’amministrazione collabora da anni per garantire una programmazione di qualità. Tuttavia, quando sono emerse le critiche, si è deciso di rivedere la decisione:

«Non è obbligatorio conoscere i testi di tutti i trapper. Quando si è posto il problema, li si è andati a leggere, ed è risultato palese che alcuni avrebbero urtato molte sensibilità. È evidente che sarebbe stato meglio evitarci tutto questo. Ma l'amministrazione ha avuto il coraggio di fermarsi. Senza crocifiggere nessuno, né fare processi, mantenendo il dialogo con tutti».

Tony Effe, dal canto suo, si esibirà comunque al PalaEur in una sorta di “evento alternativo”, con biglietti calmierati per permettere ai suoi fan di partecipare. Una decisione che mira a non escludere del tutto un artista amato da molti, ma che, secondo l’amministrazione, non poteva rappresentare l’immagine istituzionale del Comune di Roma in un evento pubblico.

Le accuse di censura e il dibattito culturale

La scelta di rimuovere Tony Effe dalla line-up del Capodanno ha suscitato reazioni contrastanti nel mondo della musica e dell’arte. Alcuni artisti e artiste, impegnati in campagne contro la violenza sulle donne, hanno accolto la decisione come un segnale positivo da parte dell’amministrazione. Altri, invece, hanno gridato alla censura, sottolineando che l’arte deve essere libera da vincoli morali o politici.

Smeriglio ha respinto le accuse di censura: «Noi siamo per garantire, soprattutto in tempi così difficili, la libertà assoluta dell'espressione creativa. In queste reazioni c'è solidarietà fra colleghi, cosa bella. Ma non siamo ingenui: hanno pesato anche meccanismi commerciali e la costruzione di una nuova immagine per Tony Effe, che probabilmente presenterà una bellissima canzone a Sanremo. Alla fine, questa storia potrebbe essere servita a trasformare la sua produzione culturale».

Capodanno e Giubileo: un’occasione per il rilancio della città

Nel frattempo, il Comune è al lavoro per garantire che il concerto di Capodanno sia all’altezza delle aspettative, con un artista o un gruppo capace di rappresentare l’identità multiculturale e inclusiva di Roma. Per Smeriglio, la festa del 31 dicembre non è solo un evento musicale, ma un momento per riaffermare i valori di dialogo e coesione sociale che la città deve incarnare.

«Roma è una capitale aperta e accogliente. Con il Giubileo alle porte, abbiamo l’occasione di ridisegnare una città più giusta e accessibile, dove ogni quartiere, anche il più lontano dal centro, possa sentirsi parte di una comunità più ampia».

Trasporti e accessibilità

Un altro nodo cruciale riguarda la mobilità urbana. Smeriglio riconosce che ci sono ancora difficoltà, ma promette interventi concreti per migliorare l’accessibilità: «La Metro C e le nuove tramvie sono parte di un piano per garantire a tutti i cittadini la possibilità di vivere la Grande Bellezza della nostra città. Non possiamo permettere che la distanza o la mancanza di infrastrutture culturali creino cittadini di serie B».

Roma, dunque, si prepara a vivere un Capodanno diverso, meno divisivo, con l’obiettivo di lanciare un messaggio forte di inclusione e dialogo, aprendo la strada a un Giubileo che vuole essere non solo un evento religioso, ma anche una celebrazione della cultura e della comunità.

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