La holding della famiglia Garavoglia evita battaglie legali e tutela il titolo Campari.
In un giro di scena finanziario che ha catturato l’attenzione di mercati e istituzioni, Lagfin SCA, la holding lussemburghese che controlla il gruppo Campari, ha raggiunto un’intesa con l’Agenzia delle Entrate italiana per chiudere una lunga e assai discussa vertenza fiscale.
Un accordo da record per uscire dal contenzioso
Il 16 dicembre 2025 Lagfin ha ufficializzato un accordo transattivo con il fisco italiano, impegnandosi a versare complessivamente 405 milioni di euro per porre fine alla controversia sulla cosiddetta exit tax, in cambio del completo abbandono delle pretese erariali da parte dell’Agenzia delle Entrate.
- 💶 Totale da pagare: €405 milioni.
- 📆 Primo versamento: €152 milioni entro il 31 dicembre 2025.
- 📅 Saldo: in rate trimestrali uguali da giugno 2027 a settembre 2029.
L’accordo arriva dopo settimane di trattative e riflette una scelta strategica del gruppo, che pur sostenendo la correttezza del proprio operato ha preferito evitare un contenzioso legale lunghissimo e incerto.
Cos’è successo prima: sequestro e contestazioni
Le indagini fiscali e giudiziarie sono scattate dopo la fusione transfrontaliera attuata da Lagfin nel 2018, con trasferimento della residenza fiscale all’estero e un’emersione di plusvalenze pari a circa 5,3 miliardi di euro su cui la Procura di Monza e la Guardia di Finanza contestavano la mancata exit tax dovuta.
Nel ottobre 2025 le autorità italiane avevano perfino disposto il sequestro di azioni Campari per un valore di circa €1,29 miliardi, come garanzia delle somme in discussione.
Dichiarazioni e scelte strategiche
In una nota ufficiale Lagfin ha dichiarato di aver “sempre operato nel pieno rispetto delle normative italiane” e di ritenere l’exit tax non applicabile al proprio caso. Tuttavia, ha anche ammesso che un contenzioso giudiziario si sarebbe protratto per anni, con potenziali ricadute sul prezzo delle azioni Campari e quindi sugli investitori.
Per questa ragione la holding ha optato per l’accordo, motivando la decisione con la volontà di tutelare azionisti e stabilità del gruppo, pur conservando pienamente il controllo di Campari, cuore dell’oggetto sociale di Lagfin.
Implicazioni e prospettive
Il patteggiamento economico ha messo una pietra miliare su una controversia che rischiava di trascinarsi negli anni e di alimentare incertezze sul titolo quotato Campari alla Borsa di Milano. Secondo gli analisti, la scelta di chiudere ora il contenzioso potrebbe infatti avere un effetto rassicurante sugli investitori e sulla governance aziendale, almeno nel breve termine.
Tuttavia, resta da chiarire come l’accordo con l’Agenzia delle Entrate influenzerà l’ambito penale dell’indagine, che vede ancora aperti fascicoli per presunte omissioni fiscali.
Il punto in pillole
✔️ Un accordo da €405 milioni siglato il 16 dicembre 2025.
✔️ Prima tranche da €152 milioni entro fine anno.
✔️ Pagamenti diluiti fino al 2029 per alleggerire l’impatto sul bilancio.
✔️ Scelta strategica per salvaguardare il titolo Campari e gli interessi degli azionisti.