Bar e ristoranti: 50.000 adesioni alla campagna "#IoApro" contro il Dpcm

- di: Daniele Minuti
 
L'avvicinarsi della fine dell'ultimo Dpcm è fissata per il 15 gennaio e in attesa di conoscere le nuove misure restrittive che il Governo istituirà per rallentare i contagi da Coronavirus, molti bar e ristoranti hanno aderito a una campagna online chiamata #IoApro.

La protesta è partita dai social network ed è stata portata avanti dalla pagina Facebook IOAPRO1501, che ha rivelato come da tutta l'Italia siano arrivate più di 50.000 adesioni alla proposta di aprire i propri locali da parte di imprenditori proprietari di ristoranti o bar. L'iniziativa è nata dall'idea di Maurizio Stara, proprietario del locale Red Fox di Cagliari che con un messaggio su internet ha spigato: "Io non spegnerò più la mia insegna, apro: la nostra è una protesta pacifica che ha l'obiettivo di dimostrare il nostro senso di responsabilità e la nostra capacità di rispettare e far rispettare ogni regola di sicurezza per la prevenzione del Covid-19".

Il referente della campagna, Yuri Naccarella, ha dichiarato di aspettarsi "una grande affluenza dei clienti perché i cittadini capiscono e ci sostengono". Naccarella ha inoltre rivelato un alto numero di prenotazioni già arrivate in diversi locali, per quello che lui definisce un atto di "disobbedienza gentile, ancor più che civile". Il tutto però fatto seguendo con grande rigore le norme anti contagio e la chiusura entro le 21:45 in modo da rispettare il coprifuoco che scatta alle 22:00.

Come riportato anche da SkyTg24 però, ci sono anche voci contrarie al gesto che è ritenuto giusto in teoria ma che potrebbe portare a sanzioni per chi decide di riaprire, come spiega Ivano Ricchebono, chef del ristorante The Cook di Genova: "Aderirei alla campagna ma probabilmente sarei l'unico in città a farlo. Penso vada trovato un modo per riprendere a lavorare sempre, rispettando le linee anti-Covid ma c'è l'obbligo di ricominciare".
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