Nel giorno sacro della festa della mamma, quando tutti postano cuori, fiori e frasi copiate da Pinterest, Cecilia Rodriguez ha deciso di calare l’asso: l’annuncio della gravidanza. Con un carosello di foto stile Vogue campagna primavera-pancione, rivela al mondo che sta per arrivare Clara Isabel, la sua primogenita con Ignazio Moser. Il popolo social esplode: cuoricini, felicitazioni, lacrimucce e sondaggi sul nome. Tutti partecipano. Tutti, tranne una.
Belen e Sorella: Instagram è Guerra
Belén, la sorella maggiore, diva indiscussa di like e drammi, sceglie il silenzio. Nessun post, nessuna storia, nemmeno un’emoji con le mani giunte. Un’assenza che pesa come una borsa Chanel in saldo, e che scatena subito la caccia allo screzio familiare. La gente inizia a investigare come in un crime di Rai 2: zoom sulle date dei post, analisi dei like, screenshot degli screenshot.
C’è chi parla di gelosia, chi di un tradimento (non è chiaro se amoroso o mediatico), chi azzarda addirittura l’intervento di un amico defunto come detonatore delle tensioni. Intanto, sui social, le immagini della coppia Cecilia-Ignazio cominciano a sembrar sospettamente troppo perfette, troppo coordinate, troppo... datate. Gente con la laurea in Gossipologia avanza l’ipotesi che siano foto d’archivio, ritoccate e ripubblicate per insabbiare una crisi. A questo punto, l’unica cosa davvero viva sembra il filtro Clarendon.
Cecilia intanto continua il suo inno alla maternità tra fiocchi rosa e fiori freschi, Ignazio appare come un prete in un rave party – sempre sorridente, sempre fuori posto – e Belén si trincera dietro un muro di silenzio glamour, che urla più di mille storie taggate.
Tutto questo mentre i follower, veri protagonisti della saga, si dividono tra #TeamCeci e #TeamBelen, aspettando il prossimo indizio come si aspettava una lettera da Hogwarts: con fede cieca e un po’ di ansia.
In definitiva, la saga familiare Rodriguez è più intricata di una telenovela sudamericana, solo con più contouring e meno pudore. Instagram si conferma il Colosseo del XXI secolo: cambiano i gladiatori, ma il sangue (digitale) scorre lo stesso.