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Mps chiama Mediobanca: nuovi protagonisti per una svolta bancaria

- di: Vittorio Massi
 
Mps chiama Mediobanca: nuovi protagonisti per una svolta bancaria
Mps chiama Mediobanca: i nuovi protagonisti e la svolta bancaria

Micillo (foto) o Morelli al comando, Grilli o De Vecchi alla presidenza: Siena prepara la “nuova Mediobanca” a tutto tondo.

Il contesto: un’operazione che scuote la finanza italiana

La recente bocciatura da parte degli azionisti di Mediobanca dell’acquisto di Banca Generali ha aperto le porte all’offensiva di Monte dei Paschi di Siena (Mps), che ora sembra sempre più vicina al controllo dell’istituto milanese.

Il no al deal — sostenuto da famiglie influenti come quelle di Del Vecchio e Caltagirone — ha smantellato la strategia difensiva dell’attuale Ad di Mediobanca, Alberto Nagel.

In un colpo solo, Mps ha avanzato come seria candidata la costituzione di un “terzo polo” bancario nazionale, in grado di competere con i giganti Unicredit e Intesa Sanpaolo, ma il mercato resta scettico sulla mancanza di sinergie reali tra i due istituti. Nonostante ciò, la soglia del 35 % delle azioni necessaria a rendere valida l’offerta sembra ormai a portata di mano, grazie al sostegno dei clan Caltagirone e Del Vecchio.

I nuovi nomi: chi guiderà la “nuova Mediobanca”?

A Siena, la macchina organizzativa di Mps, guidata da Luigi Lovaglio e dal presidente Nicola Maione, è già pienamente attiva. Si pensa a una nuova guida audace — che sappia unire stabilità interna e abilità di dialogo con soci ingombranti.

In corsa per l’amministratore delegato:

  • Mauro Micillo, alla guida della divisione corporate di Intesa Sanpaolo.
  • Marco Morelli, già Ad di Mps e attuale presidente di Axa Investment Managers.

Per la presidenza:

  • Vittorio Grilli, ex ministro dell’Economia e ora advisor J.P. Morgan Italia.
  • Claudio (o Luigi?) De Vecchi, con un passato significativo in Citi (chairman per l’Europa nella divisione Corporate & Investment Banking).

Altri nomi sul tavolo comprendono Fabrizio Palermo (ex Ad di Cdp e Acea), Flavio Valeri (Lazard Italia), Victor Massiah (ex Ad Ubi Banca) e Luciano Cirinà (Generali).

Il peso decisivo degli azionisti

Il vero banco di prova sarà il rapporto con il gruppo Caltagirone e la holding Delfin (Del Vecchio), possidenti insieme di circa il 30 % del capitale di Mediobanca. Il successo del nuovo vertice dipenderà non solo da capacità manageriali, ma anche dalla capacità di negoziare con questi protagonisti — sempre più propensi a favorire l’operazione di Mps.

I segnali della Borsa e del mercato

La reazione del mercato è stata immediata: le azioni di Mediobanca (e di Mps) hanno registrato un rally, mentre investitori più stabili — come fondi pensione e sovereign wealth fund — hanno rimpiazzato alcuni hedge fund. Un chiaro segnale della fiducia (o dell’aspettativa) in una fusione solida e duratura.

Verso il 8 settembre

L’orizzonte temporale è serrato: entro l’8 settembre 2025, gli azionisti dovranno rispondere all’offerta Mps, una data cruciale che potrebbe segnare la nascita del nuovo corso di Mediobanca.

Il futuro sì dipende dall’expertise tecnica dei candidati, ma ancor più dalla loro abilità nel navigare rapporti azionari complessi, tensioni di governance e sfide macro-finanziarie. In bilico c’è la stabilità dell’intero sistema bancario italiano.

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