Banche: Cgil, Cisl e Uil portano la BPM davanti a un giudice
- di: Redazione
Nella foto, l'Amministratore Delegato di Banco BPM, Giuseppe Castagna
Le settimane non hanno portato consiglio, come speravano i dipendenti del Banco BPM, forse convinti che alla fine, davanti alla fondatezza delle tesi portate avanti da una parte dei sindacati, contrari al piano di tagli del personale e quindi delle successive assunzioni, il management della Banca avrebbe deciso di fare il fatidico passo indietro.
O, magari, anche solo di lato, riaprendo al dialogo con i rappresentanti dei dipendenti.
E invece non è stato così, tanto che, davanti alla pervicacia con cui Banco BPM continua a difendere il proprio progetto di ristrutturazione del ''fattore umano'' dell'istituto, tre dei sindacati - First Cisl, Uilca Uil e Fisac Cgil, con Fabi e Unisin che hanno assunto da qualche tempo una posizione non unitaria - hanno deciso di adire alla giustizia.
Banche: Cgil, Cisl e Uil portano la BPM davanti a un giudice
E lo hanno fatto, denunciando, si legge in un comunicato, ''il carattere antisindacale della condotta che Banco BPM Spa ha tenuto nei confronti delle nostre organizzazioni sindacali''.
Iniziativa che ''è finalizzata ad ottenere la rimozione di tale condotta, lesiva del nostro ruolo e degli interessi delle lavoratrici e dei lavoratori che rappresentiamo e che quotidianamente ci rinnovano la loro fiducia''.
First Cisl, Uilca Uil e Fisac Cgil rivendicano che il loro ''preminente impegno è, e rimarrà sempre, quello di tutelare i diritti mediante la contrattazione collettiva e l’esercizio del nostro decisivo ruolo negoziale al tavolo delle trattative, e pertanto non possiamo in nessun modo accettare o consentire che tali decisive prerogative di ruolo possano essere danneggiate, ostacolate o addirittura impedite''.
Nel comunicato congiunto, i tre sindacati non lesinano una stoccata al Banco BPM che sta dialogando, in questo momento, su due tavoli, quello di Cgil, Cisl e Uil e l'altro, di minoranza, di Fabi e Unisin.
''Insieme - dicono le tre sigle - rappresentiamo la maggioranza assoluta delle lavoratrici e dei lavoratori e tale circostanza è sistematicamente ignorata dall’azienda. Abbiamo pertanto il dovere, di proseguire questo percorso vertenziale al fine di ottenere l’instaurazione di corrette, rispettose e proficue relazioni sindacali''.
Ma qual è il nodo del contendere tra i sindacati più rappresentativi e il Banco BPM?
Apparentemente solo quello legato al rapporto tra uscite (più o meno volontarie o incentivate) e assunzioni, che per Cgil, Cisl e Uil. a regime, non potrà essere in grado di mantenere gli attuali livelli di produzione, a fronte di un netto aumento di competenze e obiettivi che il management ha determinato.
Quindi, l'idea del Banco di assumere 800 persone a fronte delle 1.600 che usciranno viene ritenuta da First Cisl, Uilca Uil e Fisac Cgil assolutamente insufficiente per creare condizioni di lavoro normali e non caratterizzate da carichi di incombenze eccessivi.
La banca, da parte sua, ribatte che il suo piano è invece ''propositivo'', spiegando che tiene conto delle ''numerose richieste volontarie di colleghe e colleghi (oltre 500) che hanno richiesto l'accesso al piano di pensionamento incentivato''.
In buona sostanza, per Banco BPM la ristrutturazione che è stata progettata è tale anche alla luce di un numero consistente di dipendenti che hanno espresso il desiderio di essere accompagnati verso un pensionamento non traumatico (in pratica incentivato). In ogni caso, per BPM, manca la materia del contendere poiché andrà avanti anche senza accordo sindacale.
O almeno, senza un accordo con First Cisl, Uilca Uil e Fisac Cgil, visto che la compattezza sindacale si è disintegrata dopo i distinguo di Fabi e Unisin, che appaiono in una posizione dialogante con Banco BPM, di fatto indebolendo il fronte delle trattative.