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Autoimpiego e Resto al Sud 2.0: l’occasione per giovani imprenditori

- di: Bruno Legni
 
Autoimpiego e Resto al Sud 2.0: l’occasione per giovani imprenditori
Autoimpiego e Resto al Sud 2.0: incentivi under 35
Giovani under 35, pronti a decollare: capitale, tutor e sostegno fino a 800 milioni per dar vita a idee e ambizioni.

Un arrembaggio giovanile all’autoimpiego

Il 21 agosto 2025 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto attuativo 11 luglio 2025, parte del “Decreto Coesione” (D.L. 60/2024, legge 95/2024), che definisce i nuovi incentivi “Autoimpiego Centro-Nord” e “Resto al Sud 2.0”.

Il pacchetto complessivo vale 800 milioni di euro: 700 milioni da FSE+ e 100 milioni dal PNRR. Di questi, 356,4 milioni sono dedicati a Resto al Sud 2.0 nel Mezzogiorno, mentre la restante quota sostiene l’iniziativa nel Centro-Nord.

Chi può partecipare e come?

Destinatari prioritari sono gli under 35 che risultano disoccupati, inattivi o inoccupati, i beneficiari del Programma GOL e le persone in condizioni di marginalità o vulnerabilità sociale.

Le domande si presentano tramite sportello digitale Invitalia (SPID, CIE o CNS). Un decreto direttoriale definirà date di apertura e chiusura dei bandi. La valutazione segue istruttoria, verifica di ammissibilità e merito; l’erogazione avviene per stati di avanzamento e saldo.

Che cosa si ottiene? I numeri contano

Autoimpiego Centro-Nord

  • Voucher a fondo perduto fino a 30.000 €, elevabili a 40.000 € per progetti innovativi, digitali o sostenibili.
  • Contributi su programmi di investimento fino a:
    • 65% per spese fino a 120.000 €;
    • 60% per progetti tra 120.000 e 200.000 €.

Resto al Sud 2.0

  • Voucher a fondo perduto fino a 40.000 €, che salgono a 50.000 € con innovazione, digitalizzazione o sostenibilità.
  • Contributi su programmi d’investimento:
    • 75% per progetti fino a 120.000 €;
    • 70% per progetti tra 120.000 e 200.000 €.

Chi percepisce la NASpI può richiedere l’erogazione in un’unica soluzione e cumularla con gli incentivi, così da creare un capitale iniziale per l’avvio.

Tutti i progetti ammessi ricevono inoltre 5.000 € in servizi di tutoraggio per rafforzare le competenze gestionali.

Cosa è incluso ed escluso? Il dettaglio conta

Spese ammesse: beni strumentali, macchinari, software, licenze, brevetti; consulenze tecniche di enti del Terzo Settore (fino al 30% del programma).

Spese non ammissibili: materie prime, personale, locazioni, consulenze legali o fiscali, terreni, immobili non funzionali.

Tempistiche: investimenti da realizzare entro 16 mesi, con possibile proroga a 20 mesi.

Perché questa misura è decisiva

  • Capitale adeguato per partire: fino a 50.000 € di voucher e forti contributi a fondo perduto.
  • Supporto operativo: tutoraggio dedicato e percorso strutturato.
  • Inclusività: focus su NEET, beneficiari GOL e situazioni di vulnerabilità.
  • Governance chiara: gestione Invitalia, regole e tempi definiti.

Una leva concreta 

Il pacchetto del Decreto Coesione offre una leva concreta all’imprenditoria giovanile: capitali, tutoring e tempistiche certe. Chi ha un’idea pronta deve preparare un progetto solido e farsi trovare puntuale all’apertura dello sportello: può essere la spinta giusta per trasformarla in impresa.

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