La stretta della banca centrale giapponese muove lo yen, Wall Street dà la spinta ai tecnologici e le materie prime restano in modalità “controllo qualità”. Tutte le chiusure asiatiche, valute, petrolio-gas-oro e i futures che provano a disegnare l’apertura europea.
Chiusure in Asia: tutte le piazze, una per una
Il copione della seduta asiatica è stato un mix di ottimismo e prudenza: rimbalzo dell’azionario (soprattutto dove pesa la tecnologia), ma attenzione massima ai tassi e alle valute dopo la mossa della Bank of Japan.
- Nikkei 225: +1,02%
- S&P/ASX 200: +0,47%
- DJ New Zealand: +1,24%
- Shanghai: +0,43%
- SZSE Component: +0,66%
- China A50: -0,04%
- DJ Shanghai: +0,54%
- Hang Seng: +0,77%
- Taiwan Weighted: -0,04%
- SET (Thailandia): +0,29%
- KOSPI: +0,65%
- IDX Composite (Indonesia): -0,57%
- Nifty 50 (Mumbai): +0,48%
- BSE Sensex (Mumbai): +0,52%
- PSEi Composite (Filippine): -0,88%
- Karachi 100: +0,17%
- VN 30 (Vietnam): +1,20%
Il motore del giorno: la Bank of Japan e l’effetto “vendere la notizia” sullo yen
Il Giappone ha alzato il costo del denaro portando il tasso di riferimento allo 0,75%, livello che non si vedeva da decenni. La reazione immediata è stata quasi da manuale: un mercato che aveva già scommesso sulla mossa ha “scaricato” lo yen nel primo impulso, in attesa di indicazioni più nitide sulla traiettoria 2026.
Il punto chiave è tutto nella frase che gli operatori stanno ripetendo come un ritornello: tassi reali ancora negativi. Abhijit Surya (Capital Economics) ha sintetizzato così il messaggio: “la BoJ ha segnalato che ulteriori strette sono probabili” perché, nonostante l’aumento, le condizioni restano accomodanti in termini reali. A Hong Kong, la stratega Yuxuan Tang (J.P. Morgan Private Bank) ha messo il faro sulla prossima tappa: “tutti gli occhi sono sulla conferenza stampa… e sulle indicazioni per i salari” (in particolare i negoziati primaverili giapponesi), perché da lì passa il timing del prossimo rialzo.
Valute: dollaro in tenuta, yen sotto i riflettori, euro stabile
Sul mercato dei cambi, la seduta asiatica ha avuto un protagonista evidente: lo yen, che oscilla tra la reazione “di pancia” al rialzo dei tassi e l’attesa delle parole del governatore. Nelle prime ore, il dollaro è stato indicato in area 156 yen, mentre l’euro si è mosso poco contro biglietto verde, restando vicino ai livelli recenti.
- USD/JPY: intorno a 156 (zona di mercato dopo la decisione BoJ)
- EUR/USD: circa 1,17
- EUR/JPY: in area 183
Il “sottofondo” resta americano: l’inflazione USA più morbida del previsto ha riacceso la discussione su quando la Fed potrà tornare a tagliare. Ma il mercato, per ora, non si sbilancia: le probabilità implicite continuano a cambiare a piccoli passi, più che a grandi balzi.
Materie prime: petrolio in calo lieve, oro giù di un soffio, gas europeo osservato speciale
Il petrolio ha passato la sessione in modalità “galleggiamento”: pochi centesimi, ma un messaggio chiaro. Le quotazioni restano sensibili a geopolitica e sanzioni, ma anche all’idea (tutta da verificare) che i rischi di offerta possano attenuarsi se si aprono spiragli diplomatici sul fronte Russia-Ucraina. Un commento che fotografa il clima arriva dall’analista Tony Sycamore (IG): l’incertezza su enforcement e la speranza di un accordo contribuiscono a raffreddare i premi di rischio.
- Brent: 59,7 $/barile circa
- WTI: 56,0 $/barile circa
Sui metalli preziosi, l’oro arretra di poco e la narrativa è doppia: inflazione più bassa sostiene l’idea di una Fed meno “falco”, ma allo stesso tempo riduce la domanda di copertura contro i prezzi. Da Bengaluru, l’analista Tim Waterer (KCM Trade) lo ha definito un “taglio a doppio filo” per i preziosi, perché la disinflazione aiuta le aspettative sui tassi ma toglie parte del fascino da hedge.
- Oro spot: area 4.318 $/oncia (leggermente in calo)
Quanto al gas, l’Europa guarda alle quotazioni del TTF (riferimento per i future sul gas naturale) che nelle ultime sedute si sono mosse con maggiore volatilità rispetto al petrolio, complici meteo, stoccaggi e dinamiche di flussi.
Futures Europa: apertura vista cauta (e qualche numero sul tavolo)
I futures indicano un avvio europeo più prudente che euforico: dopo la spinta arrivata dagli Stati Uniti e il nuovo segnale dai banchieri centrali, l’Europa potrebbe partire con un passo corto.
- Euro Stoxx 50 futures: in area 5.748 punti, indicazione di lieve debolezza nella prima parte della giornata
- DAX futures: area 24.085 punti, segnale lievemente negativo
- CAC 40 futures: area 8.151 punti (tono più tonico rispetto al resto del blocco)
- FTSE 100 futures: area 9.686 punti, indicazione negativa
- FTSE MIB futures: 44.405 punti, +0,66% (ultimo dato disponibile sul contratto)
Il termometro dei mercati è chiaro: si compra azionario, ma senza perdere di vista il prezzo del denaro. E con la sensazione che la prossima “battuta” decisiva non sia un dato macro, bensì il tono con cui le banche centrali descriveranno il 2026.
Che cosa guardano gli investitori adesso
- Conferenza e guidance BoJ: più del rialzo, conta il sentiero (e l’idea di “tasso neutrale”).
- Fed e disinflazione USA: il mercato annusa tagli, ma pretende conferme su più mesi.
- Tecnologia: quando Wall Street accelera, l’Asia tech tende a rispondere (Taiwan e Seul in prima fila).
- Geopolitica ed energia: petrolio e gas restano la cartina di tornasole del rischio.