L’arte d’estate risplende in villa: dal Vittoriale di Gardone Riviera a Villa Adriana a Tivoli

- di: Samantha De Martin
 

Scrigni di bellezza affacciati sul lago. Luoghi d’arte che si svelano d’estate grazie a visite guidate tra giardini, collezioni, mostre d’autore.

Accade in Villa, dal Vittoriale degli italiani, dimora di Gabriele D’Annunzio, a Villa Carlotta, la residenza sul Lago di Como costruita alla fine del Seicento dai marchesi Clerici di Milano, che custodisce oggi oltre trecento anni di grande collezionismo aprendo le porte dell’affascinante giardino botanico a migliaia di visitatori da tutto il mondo.

Ecco alcune idee per vivere l’arte anche fuori dal museo.

“Il Vittoriale delle italiane”

Era il 1921 quando a Gardone Riviera, sulle rive del lago di Garda, Gabriele d’Annunzio incaricava l’architetto Gian Carlo Maroni di dare vita al Vittoriale degli Italiani, un complesso di edifici, vie, piazze, un teatro all’aperto, giardini e corsi d’acqua eretto a memoria della “vita inimitabile” del poeta-soldato e delle imprese degli italiani durante la Prima Guerra Mondiale.

Ultimato nel 1938, il Vittoriale oggi è una fondazione aperta al pubblico e visitata ogni anno da circa 180.000 persone.

Fino al 30 settembre, nell’ambito della mostra Il Vittoriale delle italiane, dieci fotografe - Maria Vittoria Backhaus, Mariagrazia Beruffi, Patrizia Bonanzinga, Giusy Calia, Silvia Camporesi, Alessandra Chemollo, Caterina Matricardi, Luisa Menazzi Moretti, Antonella Monzoni, Ramona Zordini - raccontano in modo originale, con uno sguardo al femminile, la casa di Gabriele D’Annunzio.

Nella cornice della VII edizione del Brescia Photo Festival, la collettiva inaugura Il Golfo Nascosto, un nuovo spazio espositivo al di sotto delle gradinate dell’anfiteatro.

Alcune opere rimarranno poi in permanenza al Vittoriale, ad arricchire il grande museo a cielo aperto dedicato all’arte contemporanea italiana ospitato all’interno del Parco.

La rassegna, a cura di Renato Corsini, coinvolge professioniste dello scatto selezionate per la loro storia professionale e per il posto che attualmente occupano nella storia della fotografia contemporanea, invitate a realizzare un lavoro site-specific finalizzato a rileggere e interpretare l’architettura, l’ambiente e gli interni del Vittoriale.

Se con le sue fotografie dissacranti, Maria Vittoria Backhaus sceglie di rappresentare Gabriele d’Annunzio come un personaggio pop-punk ante litteram, Le Mute sentinelle di Mariagrazia Beruffi ammiccano alle statue che abitano il parco e la villa, le Verità Oniriche di Patrizia Bonanzinga creano nuove visioni del Vittoriale, mentre Silvia Camporesi si concentra sull’esterno dell’edificio, privo di figure umane. Antonella Monzoni accende un focus sulle presenze femminili che ruotano attorno a Gabriele d’Annunzio, mentre Ramona Zordini crea un universo immaginario che vede protagonista Eleonora Duse.

Yuri Ancarani ospite a Villa Adriana

Cosa ci fanno giovani cowboy accanto ai busti di Adriano? Fino al 6 ottobre i Mouseia di Villa Adriana a Tivoli accolgono la mostra fotografica Si Fas Est, Superare Divos (Superiore, se è lecito, agli dei) di Yuri Ancarani. Il videoartista ravennate, classe 1972, riflette sull’apparente impossibilità di collegare desiderio e memoria, restituendo, attraverso uno sguardo contemporaneo, le atmosfere leggendarie evocate dagli scenari di Villa Adriana.

I dieci scatti di Ancarani che immortalano giovani cowboy accanto ai busti di Adriano sono una selezione delle fotografie realizzate durante il backstage di un video, girato nel sito adrianeo, con il quale Ancarani vuole rendere omaggio a Ottorino Respighi, compositore, musicologo e direttore d’orchestra italiano che ispirò Ennio Morricone e le colonne sonore dei mitici film western di Sergio Leone.

Nello scenario estivo della Villa, dichiarata nel 1999 Patrimonio dell’Umanità UNESCO, costruita tra il 118 e 138 d.C. dall’imperatore Adriano, in un territorio verdeggiante e ricco di acque nei pressi di Tivoli, l’antica Tibur, prende vita una narrazione tra i cowboy protagonisti e i beni conservati presso i Mouseia, mentre si accende il dialogo tra le opere fotografiche e il patrimonio archeologico e paesaggistico delle VILLÆ.

I giovani cowboy diventano così “statue accanto alle statue”, tessendo un inaspettato corridoio temporale tra il remoto e il contemporaneo.

Sostenuto da Strategia Fotografia 2023, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura e organizzato dall’Istituto Villa Adriana e Villa d’Este - VILLÆ, il progetto è a cura di Andrea Bruciati, direttore dell’Istituto.

“La mostra dal catulliano titolo - spiega Bruciati - rappresenta la declinazione espositiva del progetto I Patriarchi di Villa Adriana - e l’idea prende le mosse da un omaggio dell’artista a Ottorino Respighi, dove si intrecciano suggestioni musicali legate alle fontane dell’antichità romana, aggiornate dalle colonne sonore di Sergio Leone ed Ennio Morricone. Una volta ambientata e trasposta la vicenda nel sito adrianeo, l’immaginario di Ancarani si colora del paesaggio fittizio del western all’italiana, arricchendosi delle valenze letterarie d’amore fra l’imperatore Adriano e l’amasio Antinoo. Al centro degli scatti, una ricognizione narrativa apparentemente impossibile fra desiderio e memoria, fra la calura estiva del sito e i busti dell’Imperatore, per riverberare atmosfere mai sopite nella leggenda”.

Michelangelo Pistoletto a Villa Manin

Fino al 31 dicembre Villa Manin si trasforma in una nuova tappa di Cittadellarte, la cittadella creata da Michelangelo Pistoletto a Biella, la sua città natale.

La scenografica architettura che avvolge una delle più importanti Ville Venete del XVIII secolo, situata a Passariano di Codroipo, in Friuli-Venezia Giulia, espressione del potere e della ricchezza della famiglia Manin, accoglie la mostra “Terza Terra”.

I Quadri specchianti, la Venere degli stracci, la Sfera di giornali, il Metro cubo d’infinito, alcune tra le opere più note del grande maestro dell’Arte Povera, dialogano con le creazioni di artisti provenienti dalla regione, dall’Italia e dall’estero, invitati a confrontarsi attraverso il proprio lavoro con le istanze di trasformazione etica e sociale proprie dell’opera di Pistoletto.

La mostra, a cura di Guido Comis, direttore di Villa Manin per l’Erpac (Ente regionale per il patrimonio culturale), in collaborazione con Paolo Naldini, direttore di Fondazione Cittadellarte, avrà come fiore all’occhiello il Terzo paradiso, simbolo ideato da Pistoletto per esprimere l’intreccio equilibrato tra l’artificio e natura, realizzato nel parco di Villa Manin in forma botanica. Uno spunto per affrontare questioni oggi all’ordine del giorno, della produzione agricola alla sostenibilità alimentare.

A Villa Carlotta un tuffo nella collezione di Giovanni Battista Sommariva

Immersa nel suggestivo scenario di Tremezzina, sul Lago di Como, Villa Carlotta accoglie gli ospiti con il suo raffinato patrimonio artistico e botanico. Con oltre trecento anni di grande collezionismo, costruita alla fine del Seicento dai marchesi Clerici di Milano e divenuta nel 1801 di proprietà di Giovanni Battista Sommariva, la villa fu venduta nel 1843 dagli eredi Sommariva alla principessa Marianna di Prussia che, nel 1850, donò la dimora alla figlia Carlotta.

Abile politico e potente braccio destro di Napoleone a Milano, Giovanni Battista Sommariva fu uno dei maggiori collezionisti tra l’Impero e la Restaurazione.

La sua leggendaria raccolta, una delle più importanti dell’epoca, era divisa tra il suo palazzo a Parigi, in uno dei quartieri più alla moda della città, e la villa di Tremezzo sul Lago di Como (oggi Villa Carlotta), ricca di dipinti antichi e capolavori dei maggiori artisti dell’epoca. Qui i viaggiatori da tutto il mondo, da Stendhal a Flaubert, accorrevano per ammirare i capolavori di Canova e gli splendidi marmi di Thorvaldsen.

Attraverso una selezione delle opere più famose di quella straordinaria collezione - sculture, dipinti, stampe, gioielli e miniature - al centro della mostra L’Olimpo sul lago. Canova, Thorvaldsen, Hayez e i tesori della Collezione Sommariva, Villa Carlotta celebra un grande protagonista della propria storia e un mecenate di statura europea.

Per tutta la durata della mostra è possibile visitare fino al 29 settembre presso il Museo del Paesaggio del Lago di Como (Tremezzina) l’esposizione Paesaggio sublime. Il Lago di Como all’epoca di Giovanni Battista Sommariva. 1801-1826. Un’occasione per ammirare incisioni, tempere e acquerelli della prima a metà del XIX secolo che evocano l’aspetto del lago e dei suoi borghi al tempo di Giovanni Battista Sommariva.

I ritratti di Cesare Tallone a Villa Bassi Rathgeb

Il Museo di Villa Bassi Rathgeb accoglie i ritratti di Cesare Tallone, artista di successo, ritrattista della Regina Margherita e fondatore di una delle prime scuole di pittura femminili. È lui il protagonista della mostra Donna, musa, artista. Ritratti di Cesare Tallone tra Otto e Novecento, a cura di Raffaele Campion, Silvia Capponi, Elena Lissoni e Barbara Maria Savy, ospitata ad Abano Terme (Padova) fino al 12 gennaio 2025.

Il percorso, che accende i riflettori sulla produzione ritrattistica femminile dell’artista, ripercorrendo il ruolo delle donne nella società italiana tra fine Ottocento e inizio Novecento, è frutto di un lavoro di studio e di approfondimento sulla collezione permanente del Museo, in particolare sul nucleo di opere di Cesare Tallone,

Il pubblico in visita al complesso architettonico monumentale nato nel Cinquecento per volere del nobile friulano Antonio Manin, dimora dell’ultimo doge di Venezia Ludovico Manin, e, per circa due mesi di Napoleone Bonaparte e Giuseppina Beauharnais, avrà modo di ammirare alcuni

dei ritratti della famiglia Tallone. Da non perdere il ritratto della moglie dell’artista, la poetessa Eleonora Tango, e dei figli Guido e Irene, raffigurati dal vero nelle vesti di pastorelli, ciociare, massaie, e talvolta in pose dal sapore intimo e sognante.

I ritratti femminili dell’artista sono preziosi perché restituiscono una società in trasformazione, come si evince dal Doppio ritratto femminile (1887), dallo “scandaloso” Nudo femminile (1913 circa) o dal ritratto dell’attrice Lina Cavalieri (1905 circa), icona di stile che campeggia anche nel manifesto Campari presente in mostra insieme ad altri importanti pezzi della Collezione Salce di Treviso.

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