Il 2024 si chiude per il mercato auto italiano con 1.558.704 immatricolazioni, segnando una lieve flessione dello 0,5% rispetto all'anno precedente. L’Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri (UNRAE) esprime preoccupazione per la lentezza della transizione verso una mobilità a zero emissioni. Michele Crisci, presidente dell’UNRAE, punta il dito contro politiche frammentarie che ostacolano il settore, aggravando le sfide del mercato automotive.
Dicembre in calo e mercato stagnante
Nonostante la presenza di due giorni lavorativi in più, dicembre ha registrato 105.715 immatricolazioni, con un calo del 4,9% rispetto alle 111.201 del dicembre 2023. L'intero anno si chiude con un mercato in declino dello 0,5%, ben al di sotto dei livelli pre-pandemia: circa 358.000 unità in meno rispetto al 2019, con un calo del 18,7%.
Le immatricolazioni di veicoli elettrici a batteria (BEV) si attestano al 4,2%, identiche al 2023, mentre le ibride plug-in (PHEV) retrocedono dal 4,4% al 3,3%. Questo scenario evidenzia una transizione ecologica rallentata e lontana dagli obiettivi europei. “Anche il 2024 risulta un anno sprecato per la transizione verso la mobilità a zero emissioni”, sottolinea il report UNRAE.
Le dichiarazioni di Michele Crisci
Il presidente dell’UNRAE, Michele Crisci, ha evidenziato con forza le criticità di una politica non coordinata: “Non possiamo accettare che una politica frammentaria e scoordinata, a livello sia europeo che italiano, si trasformi in un peso economico così penalizzante per i costruttori”. Crisci ha ribadito che, sebbene il Green Deal non sia la causa principale della crisi, la mancanza di incentivi e infrastrutture adeguate rappresenta un ostacolo significativo allo sviluppo del mercato.
“La carenza di strumenti incentivanti, la fiscalità sull’auto e la disponibilità di infrastrutture adeguate sono evidenti freni al progresso delle nuove tecnologie a zero e bassissime emissioni”, ha aggiunto Crisci.
Sanzioni europee e impatti sul mercato
L’UNRAE avverte che i target di riduzione delle emissioni fissati per il 2025 rappresentano una minaccia concreta per i costruttori, con sanzioni stimate in circa 16 miliardi di euro solo nel primo anno. Queste misure rischiano di compromettere la competitività e l’innovazione del settore, aggravando una crisi già profonda. Anche l’ACEA, l'associazione europea dei costruttori di automobili, ha chiesto una revisione urgente del sistema delle sanzioni, supportata da governi europei e da associazioni industriali di Italia, Francia e Germania.
Analisi delle tendenze di mercato
Guardando alla segmentazione del mercato, le auto ibride (HEV) crescono al 40,2% del totale, ma i motori tradizionali rimangono ancora predominanti, con benzina al 29% e diesel in calo al 13,9%. I veicoli elettrificati (ECV) raggiungono complessivamente solo il 7,5%, un risultato inferiore rispetto all’8,6% del 2023.
La distribuzione geografica delle immatricolazioni mostra un Nord-Est trainante, con una quota del 31,3%, mentre il Nord-Ovest registra un calo al 28,5%. Il Centro Italia e il Sud sono in leggero incremento, rispettivamente al 24,3% e 10,7%.
Il futuro del settore
Nel gennaio 2025, la Commissione Europea avvierà un “Dialogo strategico sul futuro dell’industria automotive europea”, coinvolgendo i principali stakeholder per individuare misure concrete a sostegno della competitività del settore. Tuttavia, Crisci ha evidenziato che senza un approccio più strutturato e coordinato anche a livello nazionale, l’Italia rischia di restare indietro: “Riguardo al nostro Paese, non possiamo non rilevare l’inadeguatezza di una politica solo di supporto alla produzione, senza un’attenzione continuativa al mercato delle nuove tecnologie”.
Conclusione
Il 2024 rappresenta un anno di luci e ombre per il settore automobilistico italiano. La necessità di un cambio di passo nella politica industriale è più urgente che mai. Con la sfida della decarbonizzazione all’orizzonte, l’UNRAE e gli operatori del settore chiedono misure concrete per favorire una transizione ecologica che non comprometta la competitività delle imprese.