Da Margaret Bourke-White a Fulvio Roiter, il weekend dell’arte è nel segno della fotografia

- di: Samantha De Martin
 
Pasquarosa Marcelli Bertoletti, Cabine Capanne sulla spiaggia Portoferraio, 1927, Olio su tela, 61 x 49 cm, Roma Galleria d’Arte Moderna

Le artiste del Ventennio si incontrano a Roma

Crocevia privilegiato e luogo di incontro capace di accogliere e amalgamare le tendenze artistiche più disparate nel corso del Ventennio, Roma è stata un luogo nevralgico per lo sviluppo dell’arte contemporanea.

Numerose sono state soprattutto le pittrici e scultrici attive nella vita culturale capitolina nella prima metà del Novecento, esponenti di quelle avanguardie e di quei movimenti che, dal futurismo all’espressionismo, hanno attraversato gli anni del Ventennio fino al secondo dopoguerra lasciando un segno significativo nella storia dell’arte italiana del XX secolo.

Molte di queste sono state talvolta sottostimate dalla storiografia ufficiale pur essendo protagoniste di un’ampia produzione.

La mostra Artiste a Roma. Percorsi tra Secessione, Futurismo e Ritorno all’Ordine, allestita fino al 6 ottobre al Casino dei Principi di Villa Torlonia, documenta il loro impegno artistico attraverso una selezione di un centinaio di lavori, tra sculture, dipinti, fotografie.

Protagoniste come Evangelina Alciati, Katy Castellucci, Leonetta Cecchi Pieraccini, Bice Lazzari, Pasquarosa Marcelli Bertoletti, Antonietta Raphaël, Virginia Tomescu Scrocco, solo per citare alcune artiste in mostra, accolgono il visitatore in un percorso che ripercorre cinquant’anni densissimi di avvenimenti.

A Torino Margaret Bourke-White in 150 scatti

Ci sono gli iconici ritratti a Stalin e a Gandhi, i reportage sull’industria americana, i servizi realizzati durante la Seconda guerra mondiale in Unione Sovietica, Nord Africa, Italia e Germania.

E c’è il lavoro, la vita straordinaria, la complessa esperienza umana raccontata sulle pagine di riviste a grande diffusione superando con determinazione barriere e confini di genere.

Fino al 6 ottobre CAMERA–Centro Italiano per la Fotografia di Torino presenta 150 scatti dell’americana Margaret Bourke-White, grande maestra della fotografia del Novecento, che ripercorrono le trasformazioni del mondo, cuore della sua ricerca.

Costretta ad abbandonare la fotografia a causa del morbo di Parkinson, dal 1957 Bourke-White si dedicherà alla sua autobiografia, Portrait of Myself, pubblicata nel 1963.

A Gardone Riviera il Vittoriale sotto la lente di dieci fotografe

Dieci fotografe raccontano in modo originale la casa di Gabriele D’Annunzio con uno sguardo tutto al femminile.

Accade fino al 30 settembre negli spazi del Vittoriale di Gardone Riviera (Brescia) dove Maria Vittoria Backhaus, Mariagrazia Beruffi, Patrizia Bonanzinga, Giusy Calia, Silvia Camporesi, Alessandra Chemollo, Caterina Matricardi, Luisa Menazzi Moretti, Antonella Monzoni, Ramona Zordini, nell’ambito della VII edizione del Brescia Photo Festival, hanno realizzato un lavoro site-specific rileggendo, ognuna con il proprio linguaggio, l’architettura, l’ambiente e gli interni del Vittoriale. Al termine della mostra, alcune opere diventeranno parte del percorso di visita, arricchendo l’offerta di arte contemporanea italiana del Parco.

L’Umbria di Fulvio Roiter in mostra a Perugia

Nel 1954 il fotografo di Meolo Fulvio Roiter ripercorse gli itinerari battuti da san Francesco realizzando un affascinante reportage. Ventisette fotografie tratte da quel cammino intenso arricchiscono la mostra Umbria, una storia d’amore. Fulvio Roiter, a cura di Alessandra Mauro, che inaugura il progetto Camera Oscura. La Galleria Nazionale dell’Umbria per la fotografia. La campagna fotografica fu realizzata nel 1955 su incarico della casa editrice svizzera Guilde du Livre, per illustrare i Fioretti di San Francesco.

Assiema a Roiter il visitatore della Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia intraprende un viaggio lungo gli itinerari francescani muovendosi alla scoperta dell’Umbria rurale e appenninica più remota, tramandando il ricordo di un mondo destinato a subire, nel giro di pochi decenni, le trasformazioni dovute a una modernità che ne ha modificato i caratteri indebolendone la memoria.

Attraverso l’obiettivo di Roiter attraversiamo i vicoli incontrando bambini intenti a giocare con le ceste di vimini o a portare dai campi il peso di una sacca piena di frutta, scopriamo paesaggi innevati solcati dal passo lento dei muli per ritrovarci in borghi deserti mentre, di giorno, gli abitanti sono impegnati a coltivare la terra e accudire gli animali.

Le immagini restituiscono al pubblico di oggi l’atmosfera perduta di una vita lenta, nella quale architetture, luoghi e persone convivono in armonia con la natura.

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