Europa a un bivio: il prezzo della transizione ecologica per l'industria automobilistica
- di: Cristina Volpe Rinonapoli
L’industria automobilistica europea, simbolo di innovazione e competitività globale, sta affrontando una fase critica. La transizione verso la mobilità sostenibile, promossa con vigore dalla Commissione europea, ha introdotto vincoli stringenti e obiettivi ambiziosi, ma non senza conseguenze.
Europa a un bivio: il prezzo della transizione ecologica per l'industria automobilistica
Tra le misure più discusse vi è il divieto di vendita di auto a motore endotermico dal 2035. A ciò si aggiungono le pesanti sanzioni per i costruttori che superano i 95 grammi di CO₂ per chilometro, con una multa di 95 euro per grammo eccedente, moltiplicata per ogni veicolo venduto. Un sistema che rischia di gravare sulle case automobilistiche europee con costi complessivi stimati tra i 10 e i 15 miliardi di euro nel solo 2025.
Un esempio emblematico è la Dacia Sandero, leader di mercato con 250.000 unità vendute nel 2024. Le sue emissioni di CO₂, comprese tra 113 e 122 g/km, comportano sanzioni che oscillano tra 1.700 e 2.500 euro per veicolo, incidendo fino al 10% sul prezzo finale. Per il produttore, ciò potrebbe tradursi in un costo di 400-600 milioni di euro solo per questo modello.
Un’economia a rischio
Gli effetti a cascata di queste politiche si fanno sentire lungo tutta la filiera. La produzione rallenta, le vendite calano, e le piccole e medie imprese fornitrici si trovano in difficoltà. Secondo l’Associazione europea dei produttori di automobili (ACEA), nel 2024 le vendite di veicoli in Europa sono scese del 15% rispetto all’anno precedente, con una perdita di 200.000 posti di lavoro diretti e indiretti.
Le auto elettriche, che avrebbero dovuto rappresentare la soluzione, sono ancora poco accessibili. Il loro prezzo medio, intorno ai 40.000 euro, rimane proibitivo per molte famiglie, nonostante gli incentivi statali, che variano notevolmente da Paese a Paese. In Italia, ad esempio, i bonus per l’acquisto di auto elettriche si aggirano sui 5.000 euro, contro i 7.000 della Francia e i 9.000 della Germania.
La necessità di una svolta
La politica europea deve ora affrontare un dilemma cruciale. Proseguire con un approccio rigido potrebbe danneggiare irreversibilmente il comparto industriale, con effetti sociali ed economici di vasta portata. D’altro canto, allentare le misure rischia di compromettere la credibilità dell’Europa sul fronte della sostenibilità ambientale.
Per trovare un equilibrio, è fondamentale investire in ricerca e sviluppo, favorendo la produzione di batterie più economiche e performanti, e potenziare le infrastrutture di ricarica. Secondo il rapporto McKinsey, per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione, l’Europa dovrebbe installare almeno 6,8 milioni di punti di ricarica entro il 2030, un’impresa che richiede un investimento stimato di 240 miliardi di euro.
L’Europa si trova a un crocevia. Per evitare di sacrificare l’industria sull’altare della transizione ecologica, è necessaria una strategia che combini ambizione e realismo, salvaguardando al contempo competitività e coesione sociale.