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Anziani soli e famiglie in affanno: il welfare invisibile che regge l’Italia

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Anziani soli e famiglie in affanno: il welfare invisibile che regge l’Italia

L'Italia sta invecchiando rapidamente e con essa cresce un problema che rischia di passare inosservato: la solitudine degli anziani e la difficoltà di garantire loro un’adeguata assistenza. Sempre più famiglie si trovano schiacciate dal peso della cura dei propri cari, con un equilibrio sempre più precario tra lavoro, vita privata e necessità di supporto domestico.

Anziani soli e famiglie in affanno: il welfare invisibile che regge l’Italia

Secondo il primo paper del Rapporto 2025 Family (Net) Work, elaborato dal Censis per Assindatcolf, oggi sono 8,8 milioni le persone che vivono sole in Italia, di cui oltre 5 milioni hanno più di 60 anni. Un quadro che restituisce un dato preoccupante: appena l’8,5% degli anziani soli può contare su una badante, mentre il resto è affidato a reti familiari sempre più fragili.

Il fenomeno dell’“indice di solitudine” – che misura la percentuale di famiglie composte da una sola persona – ha raggiunto il 34,4%, con differenze regionali significative. Se in Emilia-Romagna e Toscana il numero di assistenti domiciliari è più alto, in regioni come Sicilia, Calabria e Basilicata il rapporto è di appena 3 badanti ogni 100 anziani soli.

Negli ultimi dieci anni si è assistito a un vero e proprio travaso nel settore del lavoro domestico
: mentre colf e baby-sitter sono diminuite del 23%, le badanti sono aumentate del 10%. Oggi il settore conta circa 919mila lavoratori regolari, di cui 413mila impegnati nell’assistenza agli anziani. Ma c’è un altro elemento che preoccupa: il 48,3% di loro ha più di 55 anni, segnale di un invecchiamento progressivo della forza lavoro senza un adeguato ricambio generazionale.

Vivere da soli non significa necessariamente vivere male, ma con il passare degli anni le difficoltà aumentano. Tra gli over 75, il problema più sentito è la mancanza di un aiuto immediato in caso di emergenza (52,2%), seguito dalla gestione delle attività domestiche e dalla preparazione dei pasti (38,2%). E se la solitudine è una preoccupazione maggiore per gli under 50 (45,1%), tra gli anziani è meno sentita (22%).

Le famiglie, spesso da sole, provano a colmare il vuoto assistenziale: il 64,3% di chi ha un parente non autosufficiente se ne prende cura direttamente, svolgendo mansioni che vanno dalla gestione delle pratiche burocratiche all’accompagnamento alle visite mediche, fino alla cura quotidiana e al supporto emotivo. Se il carico della crescita dei figli pesa ancora in gran parte sulle donne, l’assistenza ai genitori anziani è ormai equamente distribuita tra i generi.

Nonostante il bisogno crescente di soluzioni, modelli innovativi come il co-housing o il co-living restano poco diffusi: solo l’1,8% delle famiglie ha sperimentato la condivisione di spazi e servizi, mentre l’idea di affittare una stanza a un giovane per avere compagnia è stata adottata appena dallo 0,4%.

Secondo Andrea Zini, presidente di Assindatcolf, “le badanti e i caregiver sono il pilastro invisibile di un sistema di welfare che rischia di collassare. Serve un riconoscimento concreto del loro lavoro, con politiche di sostegno economico, formazione adeguata e misure per ridurre il peso emotivo di chi si prende cura degli altri”.

L’Italia si trova di fronte a una sfida che non può più ignorare: servono soluzioni urgenti per garantire agli anziani una vita dignitosa e alle famiglie un supporto reale. Perché dietro ogni numero ci sono storie di fatica, sacrificio e, spesso, solitudine.

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