AIE: "Peggiora la qualità della lettura in Italia, persistono le disparità tra Nord e Sud"
- di: Barbara Bizzarri
L'Italia conferma un calo nella qualità e nella quantità di lettura, evidenziando un divario sempre più marcato tra le regioni del Nord e quelle del Sud. Secondo i dati raccolti dall'Osservatorio dell’Associazione Italiana Editori (AIE), elaborati da Pepe Research, il 30% dei lettori si dedica alla lettura solo in maniera occasionale, limitandosi a qualche volta al mese o addirittura all’anno. Il tempo medio settimanale speso per leggere si riduce ulteriormente, scendendo a 2 ore e 47 minuti nel 2024, rispetto alle 3 ore e 16 minuti del 2023 e alle 3 ore e 32 minuti del 2022.
AIE: "Peggiora la qualità della lettura in Italia, persistono le disparità tra Nord e Sud"
Le persone tra i 15 e i 74 anni che dichiarano di aver letto almeno parzialmente un libro nell’ultimo anno, sia esso a stampa, e-book o audiolibro, rappresentano il 73%, un dato in lieve calo rispetto al 74% del 2023. La lettura di soli libri a stampa scende al 66% della popolazione, dal 68% dell’anno precedente. Questo dato riflette una differenza di genere significativa: il 72% delle donne legge libri a stampa contro il 60% degli uomini. Analizzando le fasce d’età, spiccano i giovani tra i 15 e i 24 anni, che leggono sopra la media nazionale, seguiti dai 35-44enni.
Il presidente di AIE, Innocenzo Cipolletta, ha sottolineato la gravità del fenomeno, evidenziando come il calo dei lettori si accompagni a una flessione del mercato editoriale. Cipolletta ha ribadito l’urgenza di sostenere la domanda di libri soprattutto tra i giovani, affinché l’abitudine alla lettura si radichi e prosegua nel tempo. Ha inoltre evidenziato la necessità di azioni mirate nel Sud Italia, dove il ritardo culturale e infrastrutturale è particolarmente evidente.
I dati sono stati presentati a "Più libri più liberi", la Fiera nazionale della piccola e media editoria, durante un incontro dedicato al tema della “lettura debole”, con interventi di esponenti del settore come Renata Gorgani, Monica Manzotti, Giovanni Peresson e Florindo Rubbettino. L'evento ha messo in luce le difficoltà nel quantificare in maniera uniforme la pratica della lettura, a causa delle differenze metodologiche nelle rilevazioni.
Secondo AIE, il tasso di lettori in Italia è del 73%, mentre Istat, adottando un criterio più restrittivo e considerando la popolazione sopra i sei anni, lo stima al 39%. Eurostat riduce ulteriormente la percentuale al 35% per la popolazione sopra i 16 anni. Altre indagini, come quella di Doxa per l’Osservatorio del Politecnico di Milano, portano il dato al 79%, evidenziando così una discrepanza di risultati legata al tipo di campionamento e alle domande poste.
Le disparità territoriali sono confermate dai dati sul mercato del libro. Nei primi dieci mesi del 2024, sono stati venduti 79,2 milioni di libri a stampa, ma la distribuzione geografica mostra una forte concentrazione al Nord: il 35,8% nel Nord-Ovest, il 22,2% nel Nord-Est, il 22,7% al Centro, mentre solo il 19,3% riguarda Sud e Isole. Anche la presenza di librerie riflette questo squilibrio: nel Nord-Ovest si registra un valore superiore dell’11% rispetto alla media nazionale, nel Nord-Est del 17%, mentre il Sud è sotto del 30% e le Isole del 6%.
Florindo Rubbettino, delegato AIE per il Sud, ha descritto la situazione del Meridione come drammatica, sottolineando che il ritardo culturale non può essere affrontato con interventi isolati o scollegati da una strategia più ampia, con l’auspicio di una legge di sistema che includa un piano specifico per il Sud, con misure capaci di favorire un ambiente propizio alla cultura del libro, incentivando sia iniziative pubbliche che private.