Stirpe (Confindustria): per aumentare il potere d’acquisto tagliare il cuneo di 16 miliardi

 
“Le imprese italiane non si sentono ricattate ma la proposta di Orlando non è stata felice”. Così Maurizio Stirpe, Vice Presidente di Confindustria per il Lavoro e le Relazioni Industriali, ha commentato in un’intervista a Repubblica la polemica con il Ministro del lavoro per aumentare i salari. “I ristori del governo - ha spiegato - servono alle aziende che vivono una situazione drammatica, dopo due anni di pandemia, per coprire i rincari insostenibili dell’energia. Non si può pensare di stornare gli aiuti per rinnovare i contratti. Anche perché Confindustria ha già rinnovato l’80% dei contratti, possiamo arrivare al 92% con quelli scaduti quest’anno”.

E sulla perdita del potere d’acquisto dei salari erosi dall’inflazione, ha precisato: “certo, il problema esiste e ce lo poniamo. E per questo abbiamo già consegnato al Governo e al Ministro una proposta dettagliata per tagliare il cuneo fiscale di 16 miliardi e mettere più soldi in busta paga”. Per quanto riguarda le risorse e le coperture, Stirpe ha aggiunto: “possibile mai che su 900 miliardi di spesa pubblica non esistano spazi? Ci sono anche i 38 miliardi di extragettito fiscale e contributivo che lo Stato ha incassato in questi mesi per l’alta inflazione. Sono entrate non programmate, una parte si può usare per il lavoro. E poi è ora di rompere un tabù: tassiamo la rendita finanziaria. Non mi sembra un’eresia dire che si deve spostare la tassazione dal lavoro alla rendita, ai Bot, per fare un esempio, o ai beni, rimodulando l’Iva di quelli voluttuari, anche se ora questa ipotesi non è percorribile con l’inflazione al 6%.

“Del resto – ha aggiunto il VP - non si possono ‘fare le nozze con i fichi secchi’. Le risorse sono quelle. Se vogliamo aumentare il potere di acquisto dei lavoratori a parità di costo del lavoro - come chiesto da Confindustria - possiamo agire solo così. Aumentare il costo del lavoro sarebbe un colpo esiziale per molte imprese. Il 50% già prevede una riduzione di volumi”.

Sui rapporti con il Ministro Orlando e sul salario minimo, Stirpe ha chiarito: “abbiamo visioni differenti del mondo del lavoro. Sul salario minimo, Confindustria non è contraria a introdurlo, anche perché su 377 inquadramenti contrattuali che gestiamo - relativi a 60 contratti - solo in 3 casi siamo sotto i minimi proposti dal Parlamento, come i 9 euro all’ora. Però il livello di salario minimo deve essere riequilibrato rispetto ad esempio al Reddito di cittadinanza troppo alto, altrimenti se sono uguali c’è un disincentivo a lavorare. La proposta del Ministro di un salario minimo pari al trattamento economico complessivo - inclusi ferie, tredicesima, Tfr - di ogni contratto di settore è demagogica, valore elevato e insostenibile. Incentiverebbe il ricorso al nero e sarebbe un vulnus alla contrattazione nazionale”.

Sull’attesa convocazione del tavolo proposto dal Premier Draghi tra imprese e sindacati sulla contrattazione, Stirpe ha confermato: siamo in attesa della convocazione. Sarebbe stato meglio non fare polemiche in questo momento. Ma le nostre non sono posizioni di chiusura. E poi anche Pd, Forza Italia e M5S sono a favore del taglio del cuneo fiscale. Facciamolo”.

In conclusione, sulle indiscrezioni sul prossimo decreto aiuti sugli stanziamenti per il taglio del cuneo fiscale: “Se le cifre sono attorno al miliardo, è un ‘brodino tiepido’. Apprezzabile dal punto di vista della qualità dell’intervento, non della quantità”.
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