Festival dei Due Mondi di Spoleto: l’inno alle arti risuona nella terra dei borghi tra santuari e nuove startup

- di: Samantha De Martin
 
Oltre sessanta spettacoli in diciassette giorni tra opera, musica, danza, teatro, performance e installazioni artistiche, 30 compagnie internazionali per un totale di oltre 600 artisti provenienti da 20 paesi.  Sono i grandi numeri del Festival dei Due Mondi di Spoleto - giunto alla sua sessantasettesima edizione - che, fino a domenica 14 luglio, trasformerà la cittadina umbra in un palcoscenico scintillante ricco di appuntamenti resi possibili grazie al prezioso sostegno di partner come Intesa Sanpaolo, Premium Supporter dell’iniziativa.

La città - spiega Danilo Chiodetti, assessore alla valorizzazione delle culture, della qualità e della bellezza della Città e del territorio del Comune di Spoleto - accoglie grandi manifestazioni. Fu scelta dal maestro Giancarlo Menotti circa 66 anni fa come sede del Festival dei Due Mondi, un appuntamento unico nel suo genere, una rassegna di tutte le arti dello spettacolo. Questo progetto ancora oggi continua dopo 66 anni. Al maestro Menotti si sono succeduti altri direttori artistici, ma lo spirito, l’intento, l’idea iniziale del maestro sopravvive ancora oggi ed è forse il motivo per il quale ancora adesso, dopo tutti questi anni, Spoleto per una ventina di giorni offre grandi opportunità a tanti artisti, emergenti e non solo”.

Ma c’è di più. L’affascinante cornice della “Fascia olivata Assisi-Spoleto” - un paesaggio pedemontano appenninico di oltre quaranta chilometri che abbraccia borghi, santuari, basiliche, opere d’arte e monumenti disseminati tra i sei comuni delle province di Perugia, Assisi, Spello, Foligno, Trevi, Campello sul Clitunno e, appunto, Spoleto - ha infatti ispirato Francesco Saverio Nardi Regoli nella fondazione di “Pacomio". Questa startup che si propone come un ponte tra arte e impresa, società benefit che si occupa della produzione di contenuti multimediali attraverso i quali racconta e valorizza il patrimonio storico artistico e culturale, si propone di rigenerare i luoghi abbandonati o in stato di degrado. 

Alle porte del Giubileo 2025 “Pellegrini di speranza”, Pacomio si propone quindi come un ponte tra arte e impresa, collegando i cuori e le menti nella nuova economia di Papa Francesco.

Il nome Spoleto - spiega Francesco Saverio Nardi Regoli, fondatore di Pacomio - deriverebbe dalle parole "Spao" e "Lithos" ovvero sasso-staccato, in riferimento alla pietra del Monteluco e a quella del colle Sant’Elia. Per secoli si è sviluppato un movimento eremitico che ha seguito una regola, regola che Sant’Isacco scrisse contemporaneamente a quella di San Benedetto. La start-up Pacomio nasce raccontando, sin dal suo nome – Pacomio è il primo santo della storia – il bisogno di bellezza che oggi l’umanità avverte”.

A proposito di arte, a una manciata di chilometri da Spoleto sorge il convento dei Frati minori di Monteluco.

Questo luogo sacro - racconta Fra Paolo Zampolini, responsabile e guardiano del convento - in epoca cristiana è stato colonizzato da alcuni monaci eremiti che venivano dalla Siria e che hanno portato qui il loro stile di vita che ha contagiato Benedetto e San Francesco. Francesco veniva qui per ritirarsi seguendo una piccola regola scritta per i frati che volevano andare a vivere in eremo”.

Anche il Sacro Convento di San Francesco in Assisi, incastonata in un paesaggio verdeggiante, è una piccola perla nella quale ancora oggi si pratica l’accoglienza di fedeli e pellegrini.

La cappella oggi chiamata di Frate Elia era l’antico conventino di frati, la parte più antica che risale al 1300 – spiega Marco Moroni, custode del Sacro Convento di San Francesco in Assisi -.  La Basilica è un gioiello d’arte e si incastona in maniera mirabile dentro lo spazio naturale. Accogliamo molti pellegrini e visitatori che ritrovano qui lo spirito di Francesco cercando di mostrare in qualche modo l’accoglienza che Francesco avrebbe riservato loro”.

Torniamo a Spoleto all’interno della cattedrale di Santa Maria Assunta.

La Cappella di Sant’Anna è ciò che rimane dell’antico transetto sinistro della cattedrale di Santa Maria Assunta - spiega Andrea Rutili, responsabile Ufficio dei Beni Culturali Ecclesiastici Archidiocesi Spoleto Norcia -. La Cappella venne menomata dall’inserimento del nuovo transetto. Attualmente, dopo una serie di riscoperte e di restauri avvenuti nel Novecento, presenta queste due nicchie e un’altra nicchia dove è possibile scorgere diverse stratificazioni storiche. Essendo queste dedicate alle famiglie nobili, ogni famiglia è andata nel tempo ad aggiungere affreschi su affreschi tamponando alla fine le nicchie precedenti”.

Basta spostarsi in direzione Foligno per ammirare un’altra raffinata perla d’arte e di fede. “Certamente l’abbazia di Sassovivo - spiega Fra Gabriele Faraghini, Priore della Comunità “Piccoli Fratelli di Jesus Caritas“ - è nata nel 1087, nei secoli ha attraversato un declino, a partire dalla fine del 1700 è stata abbandonata, incamerata tra i beni dello stato italiano e poi messa all’asta. Dal 1979  c’è la nostra piccolissima comunità che si ispira a san Charles de Foucauld e che vive la vita monastica al servizio della chiesa locale”.



La foto: Piazza Duomo, Spoleto | Foto: © Andrea Veroni | Courtesy Festival dei Due Mondi
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