Xi e Putin rilanciano l’asse energetico: la Cina si smarca dalle scelte di Trump sul clima

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 

La videoconferenza tra Xi Jinping e Vladimir Putin si inserisce in un contesto geopolitico sempre più incerto, con gli Stati Uniti pronti a rivedere il proprio impegno sugli accordi climatici di Parigi. La prospettiva di un ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, con il suo approccio scettico alle politiche ambientali, ha spinto Pechino e Mosca a rafforzare la cooperazione, ma con strategie divergenti.

Xi e Putin rilanciano l’asse energetico: la Cina si smarca dalle scelte di Trump sul clima

Mentre Putin punta sul consolidamento delle esportazioni energetiche tradizionali, con il gas russo che resta una leva essenziale nella partita geopolitica, Xi ribadisce l’impegno della Cina nella transizione energetica. “Pechino resta impegnata per un futuro sostenibile,” ha dichiarato il presidente cinese, sottolineando la volontà di mantenere un ruolo di leadership nella lotta ai cambiamenti climatici, pur senza perdere di vista le necessità di sicurezza energetica nazionale.

Tuttavia, dietro le dichiarazioni ufficiali si cela una realtà più complessa. Se da un lato la Cina continua ad ampliare la propria capacità nelle energie rinnovabili, dall’altro le importazioni di combustibili fossili dalla Russia hanno raggiunto livelli record. Un paradosso che riflette la volontà di Pechino di bilanciare sviluppo economico e pressione ambientale, sfruttando al massimo le opportunità offerte dalla crisi globale.

L’uscita degli Stati Uniti dagli accordi di Parigi, già avvenuta durante la precedente amministrazione Trump, ha lasciato un vuoto che Pechino cerca di colmare con mosse calibrate, alternando pragmatismo economico e ambizioni ecologiche. Mosca, dal canto suo, osserva con interesse le mosse cinesi, consapevole che l’alleanza con Pechino è strategica per aggirare le sanzioni occidentali e mantenere attiva la macchina economica russa.

Sul piano internazionale, il dialogo sino-russo si configura come un tentativo di costruire un nuovo ordine multipolare, dove la lotta climatica diventa un terreno di scontro più che di collaborazione. Con l’Europa impegnata a ridurre la propria dipendenza dal gas russo e gli Stati Uniti sempre più concentrati sulle proprie dinamiche interne, Pechino e Mosca giocano una partita complessa, nella quale l’ambiente diventa uno strumento di negoziazione e non un obiettivo condiviso.

Resta da vedere fino a che punto l’asse Xi-Putin potrà reggere sotto il peso delle rispettive sfide interne. La crescita economica cinese rallenta, mentre la Russia affronta le ripercussioni della guerra e delle sanzioni. Un equilibrio precario che potrebbe rendere questa alleanza più opportunistica che strategica, lasciando aperti interrogativi sul futuro del fronte orientale nella sfida climatica globale.

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