Trump è già a Milwaukee per celebrare il suo trionfo, politico e mediatico
- di: Redazione
Sino a ieri il giudizio su Trump, per il suo modo di fare politica e di comunicare, è stato sempre controverso, poiché non sempre caratterizzato dalla coerenza, in special modo durante i suoi lunghi discorsi, talvolta senza un filo logico se non quello della sua, di logica. Ma, dopo l'attentato di Butler (Pennsylvania), nel corso di un raduno con migliaia di suoi simpatizzanti, Trump ha restituito mediaticamente l'immagine di un uomo dotato di un enorme istinto politico, che gli ha fatto immediatamente capire, una volta passato lo spavento, di potere capitalizzare al massimo l'accaduto.
E mentre i tiratori scelti delle forze di sicurezza dispiegate per l'evento hanno neutralizzato l'attentatore (il ventenne Thomas Mattew Crooks), lui, "The Donald", ha quasi resistito agli uomini del Secret Service che volevano trascinarlo via pur di salutare i suoi adoranti fan, urlando loro, a pugno levato, "combattete, combattete".
Trump è già a Milwaukee per celebrare il suo trionfo, politico e mediatico
Si potrebbe dire che la scarica di adrenalina per la sia pure lieve ferita ha spinto Trump ha cercare di "dialogare" con la sua gente. Ma resta la prontezza di spirito per immediatamente "sfruttare" , mediaticamente, l'accaduto, mostrandosi alla folla col volto rigato di sangue, ma non certo domo.
Quando era passato del tempo dall'attentato, Trump ha usato la sua arma preferita, i social, ma questa volta improntando i suoi messaggi a un canone meno aggressivo del solito. Sul suo social, Truth, Trump ha parlato di “fede” , “preghiera” , “Dio”, rendendo omaggio alle tre vittime dell'attentatore (un uomo ucciso per proteggere i familiari e due persone gravemente ferite) e facendo appello all'unità, per "mostrare il nostro vero carattere di americani".
In un'intervista, rilasciata domenica al quotidiano ultraconservatore Washington Examiner , Donald Trump ha confidato di avere riscritto "completamente", dopo l'attentato, il suo discorso per la convention repubblicana. Discorso che, ha detto con la tradizionale "modestia", sarebbe stato "un vero trionfo". Ma, d'ora in avanti, intende cogliere questa "opportunità per riunire l’intero Paese, e anche il mondo intero. Il discorso sarà molto diverso da quello di due giorni fa".
Tornando al momento in cui ha alzato il pugno verso la folla, Trump ha detto che "l'energia che emanava dalle persone presenti in quel momento" era "difficile da descrivere". "Ma sapevo - ha aggiunto - che il mondo stava guardando. Sapevo che la storia avrebbe giudicato. E sapevo che dovevo far sapere che stavo bene".
Nella notte italiana il presidente Joe Biden si è rivolto, parlando dallo Studio Ovale, agli americani ai quali, dopo avere detto che "abbiamo la fortuna di vivere nel miglior Paese del mondo. E ci credo con tutta l'anima, con tutto il mio essere", ha chiesto di "impegnarsi nuovamente nei confronti dell’America. (...) Tutti devono essere trattati con dignità, con rispetto, e l'odio non deve trovare rifugio qui in America. Dobbiamo uscire dalle nostre bolle. Ascoltiamo solo coloro con cui siamo d’accordo, la disinformazione dilaga e gli attori stranieri hanno alimentato il fuoco della nostra divisione per ottenere risultati coerenti con i loro interessi, non con i nostri".
Fin dall'inizio, ha aggiunto Biden, "i nostri fondatori hanno capito il potere della passione. Così hanno creato la democrazia e hanno dato alla ragione e all’equilibrio la possibilità di prevalere sulla forza bruta. Questa è l'America. Dobbiamo essere una democrazia in cui le argomentazioni vengono avanzate in buona fede. Nella democrazia americana lo stato di diritto è rispettato, la decenza, la dignità e il fair play non sono semplici nozioni superate, ma realtà vive. (...) Non perdiamo mai di vista chi siamo. Non dimentichiamo che siamo gli Stati Uniti d’America. Non c'è niente, niente, niente che non possiamo fare se lo facciamo insieme".
Parlando della convention repubblicana, che comincia oggi, Biden ha detto: "Sono convinto che criticheranno il mio operato e offriranno la loro visione di questo Paese. Questa settimana viaggerò per difendere il nostro lavoro e la nostra visione. La mia visione del Paese, la nostra visione. Continuerò a difendere fermamente la nostra democrazia. Difendere la nostra Costituzione, lo Stato di diritto, l'appello a esprimersi alle urne. Non dalla violenza nelle nostre strade. Ecco come dovrebbe funzionare la democrazia. Discutiamo e non siamo d'accordo. Confrontiamo il profilo dei candidati, i dossier, i problemi, i programmi, la visione dell'America. Ma in America, le nostre divergenze si risolvono alle urne. Agiamo così, alle urne, non con le pallottole. Il potere di cambiare l’America dovrebbe sempre restare nelle mani del popolo, non in quelle di un potenziale assassino".