I cattivi maestri: le strane lezioni di Ultimo
- di: Bianca Balvani
Lo confesso; ignoravo che, dietro il nome d'arte di Ultimo, si celasse Niccolò Moriconi, 27 anni, romano e romanista (che immagina l'aldilà ''giallorosso''), di cui devo pure avere ascoltato, magari in auto per radio, qualche canzone. E ignoravo anche, colpevolmente, che fosse un pilastro della musica italiana. Invece mi sbagliavo, se è vero che il Corriere della Sera (mica l'Araldo della Valsugana) gli ha dedicato una intervista di due pagine, affidata nientemeno che ad Aldo Cazzullo.
I cattivi maestri: le strane lezioni di Ultimo
La mia ignoranza in materia, evidentemente, è sesquipedale perché, conti alla mano, Ultimo è uno dei cantanti che ha maggiore seguito e che, cosa che non disturba affatto, riempie gli stadi in occasione dei suoi concerti.
E', quindi, a pieno titolo un personaggio pubblico, categoria che ha profili positivi (la fama e il successo, ad esempio), negativi (la mancanza di privacy, anche se ormai questo è un concetto sfumato, visto che ai giornali i vip confessano segreti anche intimi), ma anche degli obblighi, se si considera il vasto seguito che ha ogni sua affermazione.
Di Ultimo, prima della lunga intervista, conoscevo poco, forse addirittura nulla.
Oggi, per fortuna mia e di altri, conosciamo pubbliche virtù e vizi privati, i quali ultimi, appunto perché tali, non dovrebbero interessarci, se vivessimo in un mondo a compartimenti stagni.
Invece tutto quel che diciamo o scriviamo resta, e quindi Niccolò Moriconi, in arte Ultimo, deve pur sapere che tutto quel che fa o dice resta, nel bene e nel male.
Precisiamo che non ci scandalizziamo certo se a Cazzullo ha detto che, testuale, ''ogni tanto una canna me la faccio, soprattutto in California, dove è legale. Mi rilassa, Non dico sia giusto, è meglio non farlo, così come non bere coca cola e non mangiare hamburger da McDonald's''.
L'approccio sulle droghe leggere deve essere improntato alla sensibilità personale e non a categorie precostituite. Se Ultimo ha deciso di condividere con tutti questo piccolo segreto, non è cosa che ormai deve inorridirci, inducendoci a limitare il nostro ad un giudizio di opportunità e basta. Allo stesso modo, però, non possiamo non pensare che per quelli che considerano Ultimo un idolo e quindi un esempio il dire che ogni tanto, ma solo in California, si ''concede'' una canna l'affermazione porta in sé una ''autorizzazione'' a pensarla e a comportarsi come lui. Fermo restando che i giovani sono bombardati da tanti input che, uno più, uno meno, poco cambia.
Parlavamo, comunque, di esempi. Quindi, mentre ogni giorno sgraniamo il rosario delle notizie di giovani che lasciano la loro vita sulla strade, per imperizia, per spericolatezza o solo per sfortuna, mostrarsi a girare a bordo di un grosso scooter senza casco è un messaggio; andare su un grosso scooter in tre è un messaggio; mostrare con le dita la 'v' di vittoria sorridendo è un messaggio; attraversare, con un corteo di grossi scooter, un quartiere ''particolare'' di Napoli è un messaggio. Ultimo, sempre che un suo perfetto sosia si aggiri per i quartieri Spagnoli di Napoli, ha fatto questo senza peraltro violare alcuna legge, ma al massimo un paio di articoli del Codice della strada.
Tornando all'intervista al Corriere della Sera, il cantautore non ha dato di sé l'immagine di un artista borderline, anzi ha mostrato anche saggezza e, soprattutto, memoria vivida da dove è partito nella scalata al successo.
Ma questo non gli deve fare dimenticare che tutto quel che fa oggi è a rischio di vivisezione mediatica non necessariamente da parte non lo apprezza, ma più in generale dalla gente.
Ormai, visto il successo, Ultimo è un esempio, anche solo (e non è certo così) per uno sparutissimo stuolo di suoi ammiratori.
E un esempio, questo lui lo sa bene, può essere negativo o positivo: sta a lui decidere da che parte stare.