Trump sceglie Vance come vice, per dare la sua impronta al partito repubblicano del futuro
- di: Redazione
Alla fine Donald Trump ha scelto e ha tirato fuori dal mazzo dei tanti ritenuti possibili aspiranti al ruolo di vicepresidente degli Stati Uniti il trentanovenne JD Vance, senatore dell'Ohio. Una scelta che reca in sé molti significati.
I primi due, solo perché più evidenti, è che scegliendo Vance - suo strenuo sostenitore - Trump sta cercando di lasciare la sua impronta personale sul futuro del Partito repubblicano, quello che gli sopravviverà anche dopo l'esito delle elezioni presidenziali, e quindi che, avendo accanto un trentanovenne, intende sconfiggere l'idea generale di un Paese guidato da una casta gerontocratica, per come conferma l'età sua e di Joe Biden.
Vance, nemmeno quarantenne, sembra quindi un ''marziano'' in un ambiente politico in cui i sessantenni sono paradossalmente considerati ancora dei giovani.
Trump sceglie Vance come vice, per dare la sua impronta al partito repubblicano del futuro
Quindi, accettando la carica di vice di un (probabile) presidente che può restare per un solo altro mandato, Vance vede aprirsi davanti a sé un futuro che ha come data di partenza il 2029, alla fine di una ipotetica seconda permanenza di Trump alla Casa Bianca.
Che Vance sia affidabile (almeno per il tycoon) lo confermano le sue idee, perfettamente in linea con quelle di Trump su argomenti cruciali, quali l'immigrazione, la politica estera, il commercio, l'aborto.
Insomma, con Vance l'ideologia che Trump ha posto alla base delle sue politiche avrà un futuro assicurato. Una cosa che viene evidenziata dai primi commenti all'ufficializzazione di Vance come parte del ticket per le presidenziali di novembre.
Trump, ha detto un sostenitore repubblicano, con Vance vuole assicurarsi che MAGA, riferendosi a quel "Make America Great Again" ossessivamente ripetuto da Trump, abbia un futuro.
La scelta di Trump ha sorpreso (ma fino ad un certo punti) coloro che accreditavano di più altri pretendenti alla vicepresidenza, coma il senatore della Florida Marco Rubio e il governatore del Dakota del Nord Doug Burgum. Ma alla fine, in Trump deve avere prevalso la garanzia di avere scelto un partner perfetto per promuovere un programma come America First e, quindi, il futuro del partito e del movimento MAGA.
La storia personale di Vance dice molto di lui. Dopo un'infanzia difficile (è stato cresciuto dalla nonna in Ohio), si è arruolato nei Marines, ha frequentato la Yale Law School. Poi la fama grazie ad un libro, "Hillbilly Elegy", un'autobiografia che cercava di spiegare la regione degli Appalachi e la sua politica.
Dopo avere manifestato avversione per le politiche di Trump, Vance ha cambiato idea, diventandone un appassionato sostenitore.
Come quando ha fatto sue le idee di Trump su materie delicate quali l'aborto e l'immigrazione illegale, schierandosi con l'ex presidente sul fatto (peraltro smentito in ogni sede giudiziaria in cui il problema è stato portato) che la corsa del 2020 alla Casa Bianca sia stata "rubata".
I repubblicani stanno già speculando sulle aspirazioni di Vance per il 2028, piazzandolo davanti a grandi nomi del GOP come il governatore della Florida Ron DeSantis e l'ex governatore della Carolina del Sud Nikki Haley, entrambi candidati alla presidenza quest'anno, ma che hanno visto le loro candidature spegnersi contro Trump. Oltre al semplice aumento di notorietà che Vance riceverà, candidarsi per una candidatura nazionale gli offrirà anche la possibilità di espandere la sua base di donatori, incentrata sulla Silicon Valley, e di affinare le sue già raffinate competenze mediatiche.