Ora Trump minaccia Panama: giù le tariffe o ridateci il canale

- di: Bruno Coletta
 
In una delle sue proverbiali esternazioni a effetto, Donald Trump ha lanciato una nuova sfida internazionale: riappropriarsi del Canale di Panama. Parlando ad Arizona davanti a un pubblico entusiasta, l'ex presidente non ha usato mezzi termini, accusando Panama di “fregarci” con tariffe esorbitanti e minacciando di non lasciarlo cadere “nelle mani sbagliate”.

Quando le tariffe diventano una questione di sovranità
Trump ha descritto il canale come una vittima dell’ingiustizia internazionale, chiedendone addirittura la restituzione agli Stati Uniti, se le condizioni attuali non verranno modificate. "Perché ci stanno derubando al Canale di Panama come in ogni altro posto!" ha dichiarato, evocando scenari di complotti globali e interessi stranieri – in particolare, quelli cinesi.
Sebbene la Cina non gestisca direttamente il canale, una compagnia con sede a Hong Kong controlla due porti agli ingressi del passaggio. Ma a Trump poco importa dei dettagli: il nemico, nella sua narrazione, è chiunque non sia allineato agli interessi statunitensi, o almeno alla sua personale interpretazione di essi.

Diplomazia o reality show?
Il Canale di Panama, costruito in gran parte dagli Stati Uniti e restituito al controllo panamense nel 1999, è da sempre simbolo di diplomazia internazionale. Ma Trump sembra preferire il pugno di ferro alla stretta di mano. Le sue dichiarazioni, per quanto estemporanee, sollevano una domanda: quanto seriamente il suo entourage considera l’idea di reclamare il controllo di un passaggio che oggi incide per il 2,5% sul commercio globale?
La risposta di Panama non si è fatta attendere, almeno sui social. Politici panamensi hanno definito "deplorevoli" le dichiarazioni di Trump, invocando una difesa ferma della sovranità nazionale. “La nostra autonomia non si discute,” ha twittato Grace Hernandez, membro del parlamento panamense, mentre altri hanno descritto le parole di Trump come pura propaganda.

Un déjà vu geopolitico
Non è la prima volta che Trump flirta con ambizioni territoriali. Durante il suo mandato, ha più volte espresso interesse nell'acquisto della Groenlandia, suscitando risate e incredulità in Danimarca. Più recentemente, ha accennato a una possibile annessione del Canada – un’idea che, a detta sua, avrebbe “un senso per tutti”.

Fantasie o politica?
Resta da vedere se questa ennesima provocazione si tradurrà in qualcosa di concreto o rimarrà un altro capitolo del libro "Trump contro il mondo". Certo è che il Canale di Panama, con le sue 14.000 navi all’anno, rimane cruciale per il commercio globale. E se c’è una cosa che Trump sa fare, è mettere al centro dell’attenzione questioni che molti credevano risolte da tempo.
Nel frattempo, Panama osserva con un misto di preoccupazione e ironia, mentre il resto del mondo si chiede: quanto lontano si spingerà questa volta l’ex presidente?





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