Un fronte agricolo europeo accende il finale d'anno tra proteste, bilancio e DNA di nuova generazione.
Bruxelles si prepara a una giornata ad alta tensione. Il 18 dicembre, data dell’ultimo Consiglio europeo
dell’anno, oltre 10.000 agricoltori e più di 1.000 trattori marceranno verso il cuore politico dell’Unione,
protestando contro l’ipotesi di riduzione e rinazionalizzazione della Pac nel bilancio pluriennale 2028-2034.
Un corteo che promette di bloccare le strade attorno alla Commissione e di trasformare la capitale belga
nel centro caldo delle rivendicazioni agricole d’Europa.
Il commissario europeo all’Agricoltura, Christophe Hansen, ha scelto una posizione di apertura dichiarando
di essere pronto a incontrare le delegazioni agricole durante la protesta. Un segnale distensivo che arriva
dopo mesi di attriti crescenti e richieste insistenti di ascolto da parte del settore primario, oggi più che
mai preoccupato per il futuro dei finanziamenti comunitari.
Il cuore della protesta
A spingere verso Bruxelles saranno associazioni e movimenti rurali provenienti da almeno 25 Paesi membri.
Tra queste anche la delegazione italiana, con Coldiretti in prima linea e un messaggio che non lascia margini
di interpretazione: secondo i promotori, sottrarre risorse agricole per destinarle a capitoli di spesa militare
o industriale equivarrebbe a un errore storico destinato a indebolire l’intero impianto europeo.
Il timore principale riguarda il possibile ridimensionamento dei sostegni diretti e delle misure per la
transizione sostenibile, considerati strumenti vitali per mantenere attiva una filiera già sotto pressione
tra cambiamenti climatici, costi energetici e concorrenza extra-UE.
La Commissione tenta il dialogo
Mentre sul fronte politico si cerca una mediazione, Hansen difende il lavoro svolto nel primo anno del suo
mandato, citando come risultati la semplificazione normativa e il nuovo pacchetto vitivinicolo. Il commissario
sarà nei prossimi giorni in Italia per il Forum europeo sulla qualità alimentare, occasione in cui incontrerà
anche il ministro Francesco Lollobrigida.
Roma, tra le capitali più scettiche verso la proposta di bilancio, potrebbe trovare nell’appuntamento italiano
un terreno utile per riaprire il confronto con Bruxelles. La Commissione, da parte sua, ha annunciato la
disponibilità a rivedere alcune linee di spesa, ma niente lascia presagire una soluzione immediata.
Genetica d’avanguardia: arriva l’intesa sulle Ngt
A scuotere l’agenda europea non sono però soltanto le proteste. Nelle stesse ore è giunto l’accordo politico
sulle nuove tecniche genomiche (Ngt): una regolazione che distingue le piante con modifiche paragonabili a
variazioni naturali, considerate Ngt1, da quelle con interventi più profondi (Ngt2). Le prime saranno trattate
come varietà tradizionali e non saranno soggette alle regole rigide previste per gli Ogm, mentre le seconde
continueranno a richiedere iter autorizzativi e controlli completi.
Il pacchetto normativo include anche un aggiornamento del quadro sul vino, con nuove denominazioni
per prodotti a ridotto contenuto alcolico o analcolici e un rafforzamento degli strumenti per affrontare
i rischi climatici. Un comparto che l’UE punta a rilanciare soprattutto guardando ai mercati esteri,
dove le richieste di bevande low-alcol sono in forte crescita.
Una vigilia carica di aspettative
Il 18 dicembre si annuncia come un banco di prova cruciale. Da un lato la piazza tenterà di ricordare alle
istituzioni europee che l’agricoltura non è solo economia, ma identità, territorio, presidio ambientale.
Dall’altro, Parlamento e Consiglio spingono per chiudere entro l’anno alcuni dossier legislativi
considerati strategici. Il confronto sarà inevitabile e, per molti, necessario.
Un’Europa agricola divisa in due strade – protesta e innovazione – si ritroverà faccia a faccia nel cuore
di Bruxelles. La domanda che resterà sospesa è se la Pac del futuro saprà ancora garantire reddito,
cibo, biodiversità e competitività per chi la terra la coltiva davvero.