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Terremoto ai Campi Flegrei: disagi sull’Alta Velocità e nuova attenzione sul rischio vulcanico

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Terremoto ai Campi Flegrei: disagi sull’Alta Velocità e nuova attenzione sul rischio vulcanico

Un sisma di magnitudo 4.6 ha colpito ieri sera l’area dei Campi Flegrei, spaventando la popolazione e riaccendendo l’attenzione sul vulcanismo attivo nell’area flegrea. L’epicentro è stato localizzato tra Bacoli e Pozzuoli, nella zona occidentale della città metropolitana di Napoli, a una profondità molto superficiale. Si tratta della scossa più intensa registrata negli ultimi quarant’anni in questo bacino vulcanico, la cui attività bradisismica è monitorata costantemente dalla comunità scientifica. Il terremoto è stato avvertito in maniera netta anche nei quartieri centrali di Napoli, da Fuorigrotta fino al Vomero, generando scene di panico e centinaia di chiamate al centralino dei vigili del fuoco.

Terremoto ai Campi Flegrei: disagi sull’Alta Velocità e nuova attenzione sul rischio vulcanico

Alla scossa principale, avvenuta poco dopo le 22:00, ha fatto seguito uno sciame sismico che ha interessato la stessa area per tutta la notte, con altre nove scosse di intensità minore ma percepibili dalla popolazione. Le autorità locali hanno deciso di mantenere alto il livello di allerta e numerosi cittadini hanno scelto spontaneamente di trascorrere la notte in auto o all’aperto. Secondo l’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia), lo sciame si inserisce nella dinamica bradisismica che da mesi caratterizza i Campi Flegrei, ma la violenza della scossa ha posto nuovi interrogativi sulla tenuta del territorio e sulla preparazione del sistema di protezione civile. L’evento, benché non abbia causato feriti o crolli strutturali, ha riportato al centro dell’attenzione il rischio vulcanico di una delle aree più densamente popolate d’Europa.

Alta Velocità in tilt: controlli e ritardi fino a cento minuti
A causa del sisma, la circolazione ferroviaria dell’Alta Velocità è stata temporaneamente sospesa per permettere le verifiche di sicurezza sui binari, in particolare nel tratto Napoli-Roma. Le ispezioni hanno riguardato ponti, gallerie e viadotti strategici del corridoio ferroviario, generando ritardi che hanno raggiunto i cento minuti su alcune linee principali. I tecnici di Rete Ferroviaria Italiana hanno lavorato tutta la notte per assicurarsi che le infrastrutture non avessero subito danni. Anche la metropolitana di Napoli ha subito un’interruzione precauzionale del servizio sulla Linea 2, poi ripristinata dopo alcune ore. I disagi hanno colpito centinaia di pendolari e turisti, mentre le stazioni di Napoli Centrale e Afragola sono state presidiate da volontari della Protezione civile e personale Trenitalia.

Il sindaco: “Nessun danno a persone” ma massima attenzione
Il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, ha rassicurato la cittadinanza affermando che al momento non si registrano danni gravi a persone o edifici. Tuttavia, ha sottolineato che la situazione è sotto costante monitoraggio e che il Comune è pronto ad attivare ogni misura necessaria in caso di evoluzione negativa. Anche il sindaco di Pozzuoli, Gigi Manzoni, ha dichiarato di essere in contatto con la Protezione civile nazionale e con i geologi dell’Osservatorio Vesuviano per una valutazione aggiornata dell’attività sismica. I tecnici sono al lavoro per verificare le condizioni statiche delle scuole, degli ospedali e degli edifici pubblici, che resteranno aperti solo se ritenuti pienamente sicuri.

Il punto degli scienziati sulla situazione ai Campi Flegrei
Gli esperti dell’INGV e dell’Osservatorio Vesuviano invitano alla prudenza ma non allarmano. Il professor Giuseppe De Natale, già direttore dell’Osservatorio, ha ricordato che il bradisismo è un fenomeno ciclico tipico della caldera flegrea, ma che la frequenza e la magnitudo delle scosse degli ultimi mesi sono elementi da considerare attentamente. A rendere particolarmente delicata la situazione è la conformazione geologica dell’area, dove piccoli movimenti possono provocare gravi conseguenze. La possibilità di un’eruzione non è ritenuta imminente, ma la soglia di attenzione resta alta. L’ultimo evento eruttivo nell’area risale al 1538, con la nascita del Monte Nuovo, ma negli ultimi decenni si sono susseguiti segnali di instabilità che impongono un aggiornamento costante dei piani di evacuazione e gestione dell’emergenza.

Un rischio trascurato per troppo tempo
Il terremoto di ieri sera ha riacceso anche il dibattito politico e mediatico sul livello di preparazione dell’area metropolitana di Napoli di fronte a un’eventuale crisi vulcanica. I Campi Flegrei interessano un bacino urbano di oltre 1,5 milioni di abitanti e ospitano aree industriali, quartieri popolari, scuole e strutture sanitarie. Le vie di fuga sono poche e spesso congestionate, e molti cittadini dichiarano di non conoscere i protocolli di emergenza. Il sisma potrebbe dunque rappresentare un’occasione per rafforzare le misure di prevenzione, investire nella formazione della popolazione e riqualificare il territorio. Gli eventi sismici non si possono evitare, ma il modo in cui ci si prepara può fare la differenza tra una notte di paura e una tragedia.

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