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Caso Salis, Tajani risponde a Casapound: "Non mi intimidiscono"

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Caso Salis, Tajani risponde a Casapound: 'Non mi intimidiscono'

Il leader di Forza Italia e vicepresidente del Consiglio, Antonio Tajani, ha replicato alle accuse di Casapound, che lo ha definito “amico di Ilaria Salis” per il voto espresso a Strasburgo sul caso dell’eurodeputata detenuta in Ungheria. L’attacco del movimento di estrema destra è arrivato dopo che il Parlamento europeo ha bloccato, in via temporanea, la consegna della deputata italiana alle autorità di Budapest, che chiedono di incarcerarla per presunte violenze durante scontri con gruppi di estrema destra ungheresi.

Caso Salis, Tajani risponde a Casapound: "Non mi intimidiscono"

In un’intervista al Giornale, Tajani ha respinto le accuse definendole “strumentali” e ha chiarito la posizione del suo partito: “Non avevamo rappresentanti diretti in quella commissione, non sappiamo nulla di chi ha votato contro la revoca dell’immunità. Io non mi lascio intimidire da Casapound. Per affermare che Salis è una terrorista servono prove, non basta un’accusa generica”.

Un caso che divide la politica italiana
La vicenda di Ilaria Salis, attivista e ora eurodeputata eletta nelle liste di Avs, continua a suscitare tensioni tra Roma e Budapest. La giustizia ungherese la accusa di aver partecipato a un’aggressione durante una contromanifestazione contro i neonazisti, ma in Italia la sua detenzione in condizioni ritenute dure ha provocato mobilitazioni e richieste di rispetto dei diritti fondamentali.
Il voto a Strasburgo, che ha sospeso la procedura di consegna alla giustizia ungherese, è stato letto da alcuni come un atto di garanzia dei diritti parlamentari e da altri come un ostacolo alla cooperazione giudiziaria.

Il confronto nel centrodestra
Le dichiarazioni di Tajani segnano una distanza dal linguaggio usato da alcuni ambienti sovranisti, che accusano Salis di militanza violenta. Allo stesso tempo, la vicenda mette alla prova la coesione del centrodestra italiano, diviso tra la necessità di tutelare i diritti di un’eurodeputata italiana e la volontà di mantenere buoni rapporti con il governo di Viktor Orbán.
Il leader di Forza Italia ha ribadito: “Non ci pieghiamo alle pressioni di chi usa la polemica per ragioni di propaganda”.

Il nodo dei rapporti con Budapest
La questione resta anche un test per i rapporti tra Italia, Ungheria e istituzioni europee. Bruxelles guarda con attenzione alla vicenda per il possibile impatto sul principio di immunità parlamentare e sul rispetto dei diritti umani nei procedimenti giudiziari degli Stati membri. Tajani, forte della sua esperienza europea, ha scelto di collocarsi su una linea di garanzia giuridica, lasciando intendere che la collaborazione giudiziaria non può prescindere dal rispetto delle regole comuni e dei diritti fondamentali.

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