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La svolta della Consob, dai soli controlli alla promozione di competitività e crescita

- di: Alberto Gustavo Franceschini Weiss
 
La svolta della Consob, dai soli controlli alla promozione di competitività e crescita

Fino a pochi anni fa Consob si poneva come compito primario la tutela del risparmio in tutte le sue declinazioni: dai prodotti bancari e assicurativi, fino alle criptovalute.

Nei piani strategici presentati da Consob dal 2013 in poi, gli obiettivi primari erano:

- potenziare la vigilanza sulle informazioni

- rafforzare i presidi sugli emittenti a maggior rischio sistemico

- focalizzare i controlli sulle società di revisione (mediante interventi diretti di vigilanza preventiva)

- indirizzare l’attività di vigilanza sulla corporate governance

Però, se i controlli comportano costi e vincoli maggiori dei benefici, le imprese non vanno in Borsa o vanno da altre parti.

E infatti nel piano strategico 2022-24 (aggiornato nel 2023), Presidente Savona, un nuovo obiettivo diventa la promozione dell’accesso al mercato. Bomba! La Consob deve favorire la competitività e la crescita, semplificando le procedure per quotarsi…

E arriviamo all’aggiornamento 2024 del piano strategico con nuove priorità: semplificare le procedure di accesso ai mercati a favore delle Pmi e, finalmente, rendere più attraente la Borsa di Milano coinvolgendo di più gli investitori istituzionali (in primis fondi pensione e assicurazioni).

Senza lilleri non si lallera.

Il cambiamento deriva dai continui risultati negativi della Borsa di Milano: meno imprese medio/grandi quotate rispetto a sei anni fa, controbilanciate solo dalle nuove quotazioni di Pmi sull’ Euronext Growth Milan (EGM).

La situazione attuale ha radici lontane: i controlli e i costi di quotazione sono stati tali e tanti che gli imprenditori ancora oggi preferiscono altre piazze, o si rivolgono ai fondi di private equity. Inoltre, non è mai stata fatta un’attività di “education” verso gli investitori istituzionali italiani: da un lato i fondi pensione italiani investono sull’azionario una parte importante del loro patrimonio (oltre il 25%), ma oltre l’80% è investito in azioni estere. Dall’altro il flottante del mercato STAR è quasi tutto in mano agli investitori istituzionali esteri. Non solo, sull’EGM il fondo sovrano di Norvegia ha più azioni delle Generali. L’Ufficio Studi di Ambromobiliare da anni fa la radiografia della presenza dei fondi pensione e delle assicurazioni nell’economia reale, ed è imbarazzante.

Arduo andare avanti così e il Prof. Savona l’ha capito benissimo. Quest'anno il suo discorso nell’incontro annuale è stata una vera svolta: grande lucidità, a partire dalla constatazione che occorre tutelare non solo il risparmio, ma “l’ecosistema”.

La finanza è un supporto dell’economia e la Borsa attuale non è così, nonostante il risparmio resti abbondante: oltre 5mila 200 miliardi di euro.

Ergo, anche per Savona “diviene impellente sollecitarne l’impiego in titoli di capitale (…) un modo efficace di protezione del risparmio nel lungo termine rispetto agli impieghi finanziari.”

Più azioni e meno titoli di Stato.

Lo hanno detto il Governatore di Bankitalia, Panetta, lo ha ripreso Savona. Adesso il Parlamento e il Governo devono agire per l’economia e il bene del paese.

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