Il mercato italiano dei servizi tecnici conferma una fase espansiva, sostenuta dalla domanda pubblica e dai programmi di investimento. Nei primi undici mesi dell’anno il valore delle gare per servizi di ingegneria e architettura ha raggiunto circa 2,1 miliardi di euro, segnando una crescita significativa rispetto al 2024 e posizionando l’Italia tra i Paesi più dinamici in Europa. Una performance che rafforza il peso economico del comparto, ma che convive con distorsioni strutturali ancora irrisolte.
Appalti, servizi tecnici da 2,1 miliardi
Nel solo mese di novembre, le gare per servizi di ingegneria e architettura, al netto degli appalti integrati, hanno raggiunto un importo di 157,1 milioni di euro. Il dato mostra un aumento del 3,9% su ottobre 2025 e una crescita molto marcata su base annua (+60,9%). Nel periodo gennaio-novembre, il valore complessivo delle gare si attesta a 1.942 milioni di euro, in aumento del 35,7% rispetto allo stesso periodo del 2024. L’incremento degli importi, superiore a quello del numero dei bandi, segnala una crescita della dimensione media delle gare e una domanda pubblica orientata a servizi a maggiore contenuto tecnico.
Italia più dinamica del quadro europeo
A livello europeo, il mercato delle gare pubbliche per servizi tecnici appare in una fase di sostanziale stabilità, con un aumento contenuto del numero dei bandi (+1,4% nei primi undici mesi dell’anno). In questo contesto l’Italia si distingue per una dinamica più vivace: a novembre sono stati pubblicati 124 bandi, con un incremento del 20,4% rispetto al mese precedente e del 17% rispetto a novembre 2024. Anche il confronto sui primi undici mesi dell’anno evidenzia una crescita dell’8,6%, che conferma il ruolo del mercato italiano come uno dei principali poli di domanda nell’Unione.
Efficienza del mercato e criticità concorrenziali
Accanto alla crescita dei volumi, emergono però elementi che incidono sull’efficienza economica del mercato. Gli operatori segnalano requisiti di accesso restrittivi e basi d’asta non coerenti con i reali costi delle prestazioni, fattori che possono ridurre la concorrenza effettiva e comprimere i margini. Le richieste di ribasso applicate sull’intero compenso e le condizioni di pagamento non sempre allineate ai tempi di esecuzione accentuano il rischio finanziario per le imprese e i professionisti, con possibili effetti di selezione avversa.
Rischi su qualità e sostenibilità
Dal punto di vista economico, la pressione sui prezzi e l’asimmetria contrattuale tra stazioni appaltanti e operatori possono riflettersi sulla qualità delle prestazioni e sulla sostenibilità di lungo periodo del settore. Le segnalazioni di richieste di prestazioni gratuite, in violazione dei principi del Codice dei contratti, rappresentano una distorsione che altera il corretto funzionamento del mercato e scarica sui fornitori costi non remunerati.
Regolazione e strumenti di riequilibrio
In questo quadro, il ricorso ai precontenziosi presso l’ANAC rappresenta un correttivo parziale. Dal punto di vista economico-regolatorio, diventa centrale l’adozione di strumenti standardizzati come il bando-tipo e il contratto-tipo, in grado di ridurre l’incertezza, riequilibrare i rapporti contrattuali e migliorare l’efficienza allocativa delle risorse pubbliche. Regole più chiare e omogenee contribuirebbero anche a ridurre i costi di transazione per gli operatori.
La dimensione europea e le prospettive
La fase di esecuzione dei contratti resta un punto critico anche a livello europeo. L’assenza di un’attenzione adeguata nelle direttive UE limita l’integrazione del mercato e la piena concorrenza transfrontaliera. In prospettiva, la crescita degli appalti per servizi tecnici potrà tradursi in un reale moltiplicatore economico solo se accompagnata da un rafforzamento della governance del mercato, capace di coniugare volumi, qualità e sostenibilità economica del settore.