Crollano le vendite di Stellantis, Urso punta il dito contro Conte

- di: Redazione
 
"Ci stiamo lavorando, perché comprendiamo il valore di questa grande casa automobilistica".
Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, usa queste parole sulla crisi delle vendite di Stellantis, facendone un aspetto della crisi al governo Conte 2, quando questo "decise di non esercitare la golden power mentre il governo francese pose precise condizioni".

Crollano le vendite di Stellantis, Urso punta il dito contro Conte

Fatto sta che, aspettando l’audizione dell’ad Tavares in parlamento, il panorama è in profondo rosso; vendite a -33,9% a settembre, con la quota di mercato scesa al 24,1%; l’azienda prolunga fino al primo novembre la sospensione della produzione della 500 elettrica a Mirafiori, e raddoppiano le settimane di cig a Termoli.
I dati della produzione nei primi nove mesi del 2024, dopo tre anni di crescita, segnano infatti "un forte dato negativo rispetto all'anno precedente", con "volumi che sono destinati a peggiorare", come evidenziato nel rapporto di Fim-Cisl, illustrato in una conferenza stampa. Per la prima volta tutti gli stabilimenti sono in negativo, e perdono sia gli autoveicoli, che i veicoli commerciali. Le auto registrano un -40,7%, e i veicoli commerciali un -10,2%,. Nel terzo trimestre anche i due unici stabilimenti in positivo nella prima parte dell'anno, Pomigliano e Atessa, registrano un dato negativo rispettivamente del -5,5% e del - 10,2%.

Se l'andamento riscontrato nel terzo trimestre fosse confermato nell'ultimo, secondo le stime della Fim la produzione si aggraverebbe ulteriormente e, per poter rispettare l'obiettivo di un milione di veicoli nel 2030 stabilito a livello governativo Stellantis dovrebbe raddoppiare le produzioni. E questo tra "crollo dei volumi sui mercati e transizione verso elettrico e digitale", per "una tempesta perfetta che colpisce in maniera significativa l'Europa e il suo tessuto industriale più rilevante". Come se non bastasse, anche le vendite negli Usa segnano un crollo del 19,8% rispetto al terzo trimestre del 2023, anche se l’azienda ha dichiarato allo stesso tempo che le sue iniziative per aumentare le vendite e correggere gli errori passati stanno iniziando a dare i loro frutti.

Di fronte al quadro italiano, la Fim, insieme a Fiom e Uilm, ha proclamato uno sciopero di 8 ore del settore automotive con manifestazione a Roma il 18 ottobre. C’e infatti grande preoccupazione nei sindacati, che indicano un rischio di licenziamento per circa 25 mila lavoratori.
"È un momento drammatico - afferma il segretario nazionale della Uil, Pierpaolo Bombardieri - perché le notizie che arrivano, non solo dall'Italia e da Stellantis, ma anche dal contesto europeo, ci dicono che tutto un settore è in crisi: non solo quello dell’automotive ma anche quello dell'indotto".

"Ecco perché" -
aggiunge Bombardieri - "continuiamo chiedere al Governo, oltre all'iniziativa che deve essere fatta in Europa, scelte chiare di politica industriale, finanziamenti che siano in grado di identificare gli obiettivi da raggiungere, ma anche un piano straordinario per finanziare gli ammortizzatori sociali e cassa integrazione nel caso vi fosse bisogno per tutelare i posti di lavoro".

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