Sotto 5-0, Jannik Sinner abbandona la finale: “Mi sentivo male da ieri” — Alcaraz conquista il titolo tra compassione e silenziosa vittoria.
(Foto: fotomontaggio, Sinner consolato da Alcaraz).
La finale del Masters 1000 di Cincinnati, attesissima tra i numeri 1 e 2 del mondo, si è chiusa in appena 23 minuti con un epilogo che nessuno avrebbe previsto: Jannik Sinner ha dovuto alzare bandiera bianca per malessere, mentre Carlos Alcaraz si è aggiudicato il titolo tra il silenzio e l’impatto emotivo.
Malore prima della resa
Fin dai primi scambi, Sinner ha mostrato segni di difficoltà: break subito al primo game, altri errori gratuiti, e l’avversario che scappa sul 3-0 con sorprendente facilità. Sul 5-0, quando Alcaraz ha issato il punteggio vincente del set, il tennista altoatesino ha chiesto l’intervento dei medici e, dopo aver confidato di sentirsi sul punto di crollare, ha abbandonato il campo.
“Da ieri non mi sentivo bene… pensavo di migliorare, ma è andata peggio. Ho provato per il pubblico… ma non ce l’ho fatta” — Jannik Sinner.
Si è parlato di febbre alta già dal giorno precedente, amplificata dalle condizioni climatiche: 32 °C con umidità al 55 %.
Vittoria amara di Alcaraz
La conquista del trofeo non ha portato l’esultanza solita per Alcaraz. Il successo è calato sotto il peso dell’assenza di una vera contesa.
“Non è il modo in cui volevo vincere” — Carlos Alcaraz.
“Capisco come ti senti… sei un grande campione e tornerai più forte” — Carlos Alcaraz.
Numeri e contesto del torneo
È la prima finale a Cincinnati terminata con un ritiro dal 2011.
Alcaraz conquista il suo 22º titolo ATP e l’ottavo Masters 1000, mentre per lui è il sesto trofeo stagionale.
Nella rivalità “Sincaraz”, ora guida Alcaraz per 9-5 nei confronti diretti e 4-2 in finale.
Il futuro a breve: US Open in bilico
Il ritiro getta ombre sulla sua partecipazione agli imminenti US Open (al via il 24 agosto): va valutata sia la sua presenza nel singolare, dove difende il titolo, sia nel nuovo, controverso tabellone di doppio misto.
Una finale anomala
La finale di Cincinnati 2025 resterà negli annali come una delle più anomale: un match interrotto prima che prendesse davvero vita, una rivalità di livello ai box, e un verdetto sportivo che sa più di resa che di trionfo. Ma il fair-play, la sincerità e lo spirito di entrambi i protagonisti hanno conferito al momento una nobiltà che va oltre la classifica.