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Spiagge italiane, prezzi in aumento: il confronto con il Mediterraneo e il peso della stagionalità

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Spiagge italiane, prezzi in aumento: il confronto con il Mediterraneo e il peso della stagionalità

Il 2025 conferma l’andamento al rialzo dei servizi balneari. Le rilevazioni di osservatori di mercato e associazioni di categoria indicano che il costo medio nazionale per l’affitto giornaliero di un ombrellone con due lettini si colloca tra i 32 e i 35 euro, con una crescita media del 6% rispetto al 2024. L’aumento prosegue un trend iniziato nel 2021, anno in cui la spesa settimanale media era di 182 euro. Oggi, lo stesso servizio si colloca intorno ai 212 euro, segnando un incremento complessivo del 17% in quattro anni.

Spiagge italiane, prezzi in aumento: il confronto con il Mediterraneo e il peso della stagionalità

La distribuzione dei prezzi lungo la penisola mostra differenze marcate. In Campania, la media giornaliera si attesta sui 33 euro, che in alta stagione equivalgono a circa 231 euro per una settimana. La Liguria segue con 31 euro, mentre Lazio ed Emilia-Romagna si mantengono intorno ai 27,50. Toscana e Marche si collocano sui 26 euro. In Sicilia si registra un aumento annuo del 6%, mentre Sardegna, Veneto, Abruzzo e Basilicata mostrano rincari compresi tra il 3 e il 4%.

Località ad alta domanda
Nei contesti turistici più ambiti, i listini superano ampiamente la media nazionale. Ad Alassio, in Liguria, una settimana in prima fila per due persone costa tra 340 e 354 euro. A Gallipoli si toccano i 295 euro, ad Alghero i 240, a Viareggio i 217. In destinazioni come Senigallia o Lignano, invece, la spesa settimanale rimane inferiore ai 160 euro. La differenza è legata non solo alla popolarità della meta, ma anche alla disponibilità di posti e ai servizi inclusi.

Il segmento extra-lusso
Nella fascia alta del mercato, le tariffe giornaliere raggiungono livelli significativamente più elevati. In Versilia, il Twiga offre la “tenda imperiale” a 1.500 euro al giorno per gruppi fino a dieci persone, con postazioni standard a partire da 600 euro. Al Forte dei Marmi, l’Augustus Hotel propone capanne a 560 euro al giorno. In Costa Smeralda, il Nikki Beach oscilla tra i 400 e i 550 euro, mentre al Lido di Venezia l’Excelsior raggiunge i 515 euro per la capanna in prima fila. In Puglia, il Cinque Vele Beach Club di Pescoluse arriva a 940 euro nella zona “exclusive”, con politiche di rimborso fino a 30 giorni prima.

Il confronto con il Mediterraneo
La comparazione con altre mete rivierasche evidenzia scostamenti rilevanti. In Grecia, al di fuori delle isole più costose, il prezzo giornaliero di un ombrellone con due lettini varia dai 5 ai 20 euro, con punte più alte solo in località come Mykonos o Santorini. In Francia e Spagna, la forbice è ampia ma in molte spiagge attrezzate pubbliche i prezzi risultano inferiori a quelli delle località italiane di fascia alta; in alcuni casi, le strutture ricettive includono il servizio nel soggiorno.

Disponibilità e accesso
Le differenze tra Paesi non riguardano solo i listini, ma anche la disponibilità di spiagge libere attrezzate. In Italia, in alcune aree metropolitane e regioni costiere a forte pressione turistica, la quota di litorale liberamente accessibile è ridotta. Questo elemento concentra la domanda sugli stabilimenti privati, soprattutto nei fine settimana. Nei giorni feriali, al contrario, si registra un calo fino al 30% rispetto alla stagione precedente.

Le ragioni degli operatori
Gli imprenditori del settore motivano i rincari con l’aumento dei costi energetici, l’incremento delle retribuzioni, la manutenzione e il rinnovo delle strutture. Il contesto inflattivo generale e la concentrazione della domanda nei mesi centrali di luglio e agosto contribuiscono a mantenere alti i prezzi, in particolare per le postazioni in prima fila. La stagionalità accentua le differenze: nei periodi di minore afflusso si assiste a un abbassamento delle tariffe, che però non compensa l’aumento medio su base annua.

Divergenza di mercato
Il divario tra esperienze balneari standard e pacchetti premium si è ampliato negli ultimi anni. In alcune destinazioni di lusso, il prezzo giornaliero può essere fino a tre volte superiore alla media nazionale, generando una segmentazione marcata della clientela. Allo stesso tempo, le spiagge libere restano un’alternativa più economica, ma la loro disponibilità varia in modo significativo lungo la penisola.

Il contesto delle concessioni demaniali
La dinamica dei prezzi si intreccia con la questione normativa delle concessioni demaniali marittime, un tema che incide direttamente sul mercato. In Italia, gran parte delle concessioni è stata rinnovata automaticamente negli anni, con canoni annui pagati dai gestori spesso molto bassi rispetto ai ricavi generati. Le direttive europee, in particolare la Bolkestein, chiedono da tempo procedure di gara per l’assegnazione, ma i rinvii legislativi hanno prorogato le concessioni in essere, congelando di fatto la concorrenza. Questo assetto riduce la pressione competitiva sui prezzi e favorisce modelli di business consolidati. In prospettiva, eventuali riforme potrebbero incidere sull’assetto tariffario, soprattutto nelle aree dove la domanda è più alta e la disponibilità di spazi liberi più ridotta.

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