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Sparatoria nel cuore di Manhattan, 5 morti nella torre di Blackstone

- di: Jole Rosati
 
Sparatoria nel cuore di Manhattan, 5 morti nella torre di Blackstone

Il killer è un 27enne del Nevada: ha attraversato il Paese armato con un M4, poi ha fatto fuoco in un grattacielo finanziario. Ucciso un poliziotto, eroe immigrato dal Bangladesh. New York sotto shock.

(Foto: fotomontaggio foto generica realizzata con l'AI).

Un attacco mirato nella torre dei soldi

Un fucile M4, uno zaino con munizioni e psicofarmaci, un viaggio coast to coast in auto dalla periferia di Las Vegas al cuore finanziario di Manhattan. È il profilo inquietante dell’attentato che il 28 luglio ha seminato morte e terrore nel Blackstone Building, al 345 di Park Avenue, sede di alcune tra le più importanti società al mondo, dalla NFL alla Deutsche Bank. Cinque le vittime, incluso il killer. Una scena che ha riportato New York indietro di vent’anni, nei giorni più bui del panico urbano.

Un viaggio verso la morte

Il killer si chiamava Shane Tamura, 27 anni, residente in Nevada. Secondo quanto riferito dalla commissaria capo Jessica Tisch in conferenza stampa il 28 luglio, Tamura ha lasciato Las Vegas il 26 luglio e ha guidato attraverso Colorado, Nebraska e New Jersey fino a Manhattan, dove è arrivato nel pomeriggio del 28. Con sé aveva una BMW nera, un fucile M4, un revolver, munizioni, caricatori e farmaci prescritti (non meglio specificati, ma indicativi di una condizione psicologica sotto controllo medico).

L’arma principale, un M4 d’assalto, non era coperta da nessuna licenza: Tamura possedeva solo un permesso per porto di armi leggere, e in ogni caso non valido nello Stato di New York.

Il massacro in ascensore

Tamura ha parcheggiato su Park Avenue, è sceso in abiti eleganti – camicia azzurra, giacca blu, occhiali scuri – e ha raggiunto l’atrio del grattacielo. Qui ha ucciso a sangue freddo un agente di sicurezza, Darul Islam, 36 anni, immigrato dal Bangladesh. Lo ha colpito alle spalle. Islam è morto poco dopo in ospedale. Il sindaco di New York Eric Adams l’ha definito “un eroe”.

Tamura ha poi preso l’ascensore. Una donna è uscita proprio mentre lui entrava: l’ha lasciata passare. Poi è salito al 33° piano, dove si trovano gli uffici della Rudin Management. Ha aperto il fuoco: ha ucciso due uomini e una donna. Un’altra persona è rimasta ferita ma sopravvissuta. Alla fine si è tolto la vita con un colpo autoinflitto alla testa. Lo ha confermato ufficialmente la polizia di New York nella conferenza serale.

Blackstone nel mirino? La pista del bersaglio preciso

Nonostante l’assenza, per ora, di un manifesto o di dichiarazioni che chiariscano le motivazioni dell’attacco, il contesto è inquietante. Il Blackstone Building ospita non solo la sede della National Football League, ma anche Blackstone, uno dei maggiori fondi d’investimento globali, oltre a KPMG, Deutsche Bank e altri colossi della finanza. La polizia non esclude che Tamura avesse un obiettivo preciso o una vendetta in mente. Tuttavia, nessuna delle vittime sembrerebbe collegata direttamente al killer.

Panico a Park Avenue

La sparatoria è iniziata poco prima delle 18, ora locale, quando l’edificio era ancora pieno di dipendenti e turisti. Le immagini diffuse mostrano Tamura avanzare con calma verso l’ingresso, l’arma in pugno. “Abbiamo sentito un tonfo e un rumore secco provenire dal piano di sopra, ma abbiamo pensato fosse un carrello o qualcosa caduto”, ha raccontato un dipendente di Blackstone. Poco dopo, un’e-mail interna ha dato l’allarme: “Active shooter in building”.

Scattato il lockdown, le persone si sono barricate negli uffici. Le forze speciali sono intervenute rapidamente, circondando il palazzo con agenti, droni ed elicotteri. Le uscite sono state presidiate. Dopo la conferma della morte del killer, la polizia ha fatto evacuare l’edificio lentamente: gruppi con le mani alzate, occhi atterriti, sirene ovunque. Un déjà-vu americano.

L’America delle stragi ricomincia da New York

L’arma usata da Tamura è simile a quelle impiegate nelle più tristemente celebri stragi americane: da Sandy Hook a Uvalde, passando per Las Vegas. Il punto cruciale resta sempre lo stesso: come ha fatto a trasportare legalmente un’arma da guerra attraverso gli Stati?. La risposta è in parte nel caos normativo americano: ogni Stato ha regole diverse. Tamura ha evitato aeroporti e trasporti pubblici proprio per muoversi indisturbato in auto. E in Nevada l’M4 è acquistabile legalmente in alcuni casi.

Un altro campanello d’allarme

Il presidente della commissione sicurezza urbana di New York, Mark Levine, ha denunciato via X “l’ennesimo buco nel sistema delle armi in America. La deregulation federale continua a mettere a rischio la vita dei cittadini”. Dello stesso avviso il senatore democratico Chris Murphy, da anni in prima linea sul tema, che ha definito l’attacco “una conseguenza prevedibile dell’inerzia del Congresso”.

Intanto, la città piange l’agente Islam. Il suo volto, rilanciato da migliaia di utenti su social, è diventato simbolo della dedizione e del coraggio. “Era un padre, un immigrato che amava New York, e ha dato la vita per proteggerla”, ha detto Adams davanti alla stampa locale.

Le indagini e il vuoto di senso

Sulla vettura del killer non sono stati trovati esplosivi, né segni di affiliazione a gruppi terroristici o estremisti. Ma nella custodia del fucile, la polizia ha trovato decine di proiettili pronti. Un gesto pianificato, quindi. Tamura non aveva precedenti penali gravi, ma potrebbe aver sofferto di disturbi psichici, vista la presenza di farmaci. Le indagini sono ora affidate all’FBI Joint Terrorism Task Force, che sta analizzando i dispositivi elettronici sequestrati.

La città non si abitua

Il Blackstone Building ha riaperto parzialmente il 29 luglio. Ma l’ombra dell’attentato resta. Come ha scritto il New York Times in un editoriale pubblicato poche ore dopo l’attacco: “New York ha imparato a non fermarsi. Ma non ha imparato a non avere paura”. In un Paese dove il controllo delle armi resta materia ideologica, il prossimo Shane Tamura potrebbe già essere in viaggio.

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