Spagna, fondi record per gli studenti

- di: Barbara Leone
 
Un sussidio di 400 euro per i ragazzi con bisogni educativi speciali, 2,52 miliardi per i meno abbienti e 2.500 euro l’anno per i fuorisede. Sono questi i numeri snocciolati dal Consiglio dei ministri spagnolo, che ieri ha approvato il più consistente stanziamento per le borse di studio nella storia della Spagna postfranchista. Per sostenere gli studenti provenienti da famiglie a basso reddito l’esecutivo di Madrid ha infatti disposto fondi pari a 2,52 miliardi di euro, con un aumento di 400 milioni (il 18%) rispetto all’anno scorso e di quasi un miliardo rispetto all’ultima finanziaria del governo Rajoy.

Spagna, fondi record per gli studenti

Durante una conferenza stampa convocata per illustrare la misura, la ministra socialista dell’Istruzione Pilar Alegría ha affermato che a beneficiare degli aiuti saranno un milione di giovani. I fondi messi a disposizione, ha spiegato la ministra, sono “destinati alle pari opportunità, affinché migliaia di studenti possano essere formati senza che le condizioni socioeconomiche di partenza rappresentino un ostacolo”. Come detto, la misura prevede anche l’istituzione di un sussidio universale di 400 euro per gli alunni che hanno necessità educative specifiche a causa di una disabilità superiore al 33%, disturbi dello spettro autistico, della comunicazione, comportamentali o alimentari.

A questo sussidio, previsto per 240mila giovani, il governo ha destinato 200 milioni a cui si sommano gli stanziamenti per il trasporto, le mense e il materiale scolastico. Ed ancora: per gli studenti fuori sede, ovvero quelli che nell’anno scolastico 2023-2024 dovranno trasferirsi in altre località per continuare gli studi dopo il ciclo obbligatorio, è previsto un aiuto economico che dagli attuali 1.600 euro l’anno passerà a 2.500 euro annuali. I potenziali beneficiari delle borse di studio potranno presentare domanda già a marzo e ottenere il responso tra agosto e settembre, il che vuol dire una maggiore tempestività rispetto al passato nella concessione e nella liquidazione delle borse di studio stesse che saranno divise in tre fasce sulla base del reddito familiare. Su quest’ultimo punto, però, il decreto approvato non ha cambiato le carte in tavola. Infatti il provvedimento non modifica le soglie di reddito in base alle quali viene calcolato l’assegno, che resta inferiore del 13% rispetto alla soglia di povertà ed esclude, di fatto, una larga parte di studenti e famiglie in difficoltà.

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