Usa, scontro in Senato con Pete Hegseth, tra scandali e futuro del Pentagono

- di: Jole Rosati
 
La nomina di Pete Hegseth (nella foto), veterano dell’esercito e volto noto di Fox News, a Segretario della Difesa sotto l’amministrazione Trump ha infiammato il dibattito politico al Senato. L’udienza di conferma si è trasformata in un’arena di scontro, con i democratici decisi a mettere sotto accusa il passato e le posizioni controverse del candidato.

Accuse di abusi e una vita personale tumultuosa
Uno dei temi più scottanti affrontati durante l’udienza riguarda le accuse di abusi sessuali mosse contro Hegseth nel 2017. La donna coinvolta ha firmato un accordo di riservatezza, ma il candidato ha respinto ogni addebito: “Sono accuse false, e sono stato completamente prosciolto”, ha dichiarato Hegseth, puntando il dito contro una presunta “campagna diffamatoria dei media di sinistra”. Nonostante l’archiviazione del caso da parte del procuratore, i democratici hanno sottolineato che il proscioglimento non è stato formale.
La dipendenza dall’alcol e presunti episodi di cattiva condotta sul lavoro hanno alimentato ulteriormente le critiche. “Non sono perfetto, ma la mia redenzione è reale grazie a mia moglie e a Dio”, ha ammesso Hegseth, evitando però di rispondere alla domanda se sarebbe disposto a dimettersi in caso di una ricaduta.

Le visioni politiche e militari di Hegseth
Hegseth si è definito “cristiano e sionista”, esprimendo pieno sostegno a Israele nella sua “guerra contro Hamas”. Ha poi criticato le attuali regole di ingaggio dell’esercito americano, definendole “restrittive”, ma ha eluso i dettagli operativi. Il suo passato include dichiarazioni a favore dell’uso della tortura sui prigionieri, ribadendo che “decisioni militari non devono essere influenzate da organismi internazionali”.

Lo scontro con Tammy Duckworth
Un momento cruciale dell’udienza è stato il confronto con la senatrice Tammy Duckworth, una veterana decorata che ha perso le gambe durante il servizio militare. Duckworth ha incalzato Hegseth con domande sulla strategia per l’Indo-Pacifico e sull’importanza dell’Asean, ma il candidato ha offerto risposte vaghe, suscitando dubbi sulla sua preparazione in ambito geopolitico.

Un rapporto che scuote la politica
A complicare il contesto è arrivata la pubblicazione del rapporto del procuratore speciale Jack Smith, che accusa Donald Trump di tentare di sovvertire i risultati delle elezioni del 2020. “Se non fosse stato presidente, sarebbe stato condannato”, si legge nel documento. Trump ha risposto attaccando Smith, definendolo “squilibrato” e accusando il rapporto di essere politicamente motivato.

Una conferma in bilico
La nomina di Hegseth rappresenta un test cruciale per l’amministrazione Trump. Mentre i democratici lo vedono come una figura polarizzante e inadatta a guidare il Pentagono, i repubblicani lo difendono come il leader necessario per rinnovare una struttura percepita come stagnante.
Il voto del Senato promette di essere uno degli appuntamenti più divisivi e seguiti dell’anno, con conseguenze significative per il futuro del Dipartimento della Difesa.

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