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Via libera del Senato al ddl femminicidio: ergastolo per il nuovo reato, ora passa alla Camera

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Via libera del Senato al ddl femminicidio: ergastolo per il nuovo reato, ora passa alla Camera
Con 161 voti favorevoli su 161 presenti, il Senato ha approvato all’unanimità il disegno di legge che introduce una nuova fattispecie di reato per il femminicidio, punito con l’ergastolo. La norma è il frutto di mesi di lavoro in Commissione Giustizia e di un lungo confronto tra le forze politiche, che hanno trovato un punto d’intesa su un tema considerato trasversale e non negoziabile. Ora il testo passa alla Camera dei deputati per l’approvazione definitiva, ma l’approvazione al Senato è già stata salutata come un passaggio storico.

Via libera del Senato al ddl femminicidio: ergastolo per il nuovo reato, ora passa alla Camera

Il nuovo disegno di legge mira a colmare un vuoto giuridico esistente nella definizione e nella punibilità del femminicidio come reato autonomo. Fino a oggi, gli omicidi di donne in quanto tali venivano giudicati alla stregua di omicidi comuni, con l’aggravante della relazione affettiva o della premeditazione. Il ddl approvato introduce invece una figura autonoma di reato, che qualifica il femminicidio come crimine fondato sull’odio di genere, con l’intento di segnare un cambiamento culturale e giuridico. La pena dell’ergastolo si applicherà in casi riconosciuti di volontà sistematica di dominio o di eliminazione della vittima in quanto donna.

Roccella: “Una pagina importante per il Paese”

La ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità Eugenia Roccella ha definito il voto “una pagina importante per il Paese”, sottolineando che il Parlamento ha saputo dare una risposta concreta a una richiesta di giustizia e civiltà. “Non basta più l’indignazione – ha dichiarato – servono strumenti giuridici nuovi, capaci di colpire con fermezza chi perpetra violenza contro le donne in quanto donne”. Roccella ha ringraziato tutte le forze politiche per aver superato le divisioni ideologiche, dimostrando che la lotta al femminicidio può e deve essere un tema condiviso.

Le reazioni del mondo associativo
Numerose associazioni impegnate nella difesa dei diritti delle donne hanno accolto con favore il voto del Senato, pur chiedendo che l’attenzione non si esaurisca con l’approvazione del ddl. Il timore, espresso da più parti, è che l’introduzione del nuovo reato possa diventare un simbolo più che uno strumento realmente efficace, se non accompagnato da investimenti nei centri antiviolenza, nella formazione degli operatori giudiziari e nell’educazione nelle scuole. La richiesta di un piano integrato nazionale di prevenzione resta sul tavolo, e molti osservatori si aspettano ora un impegno maggiore del governo anche sul versante sociale ed educativo.

Un segnale forte anche sul piano internazionale
L’Italia si inserisce così nel solco di altri Paesi europei e latinoamericani che hanno già introdotto il femminicidio nel proprio codice penale come reato autonomo. La norma approvata dal Senato rafforza anche la credibilità del Paese sul piano internazionale, dove il tema dei diritti delle donne è spesso utilizzato come indicatore del livello di civiltà e giustizia di un ordinamento. Secondo alcuni giuristi, l’introduzione del nuovo reato potrebbe anche costituire un precedente utile per altre riforme, come la riorganizzazione dei tribunali per i minori e la specializzazione dei magistrati in materia di violenza di genere.
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