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Schlein-Meloni, duello sulla legge elettorale: Atreju diventa terreno di sfida politica

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Schlein-Meloni, duello sulla legge elettorale: Atreju diventa terreno di sfida politica
La contesa sulla riforma della legge elettorale attraversa il fronte politico e si intreccia con la partita sulla manovra. Fratelli d’Italia ha invitato Elly Schlein alla festa di Atreju, ma la segretaria dem ha subito chiarito che accetterà l’invito solo in caso di un confronto diretto con Giorgia Meloni. Il messaggio è netto: nessun dialogo rituale, ma un duello pubblico sulle riforme istituzionali.
A Palazzo Chigi la linea resta immutata: il premierato è la priorità. La proposta – blindata dalla maggioranza – viene rilanciata per aprire una stagione di stabilità di governo. Il Partito democratico, però, conferma una opposizione definita «dura», convinto che il nuovo assetto rischi di alterare gli equilibri costituzionali.

Schlein-Meloni, duello sulla legge elettorale: Atreju diventa terreno di sfida politica

Mentre sul terreno politico la tensione si alza, il ministero della Giustizia guarda al calendario. Carlo Nordio prevede che il referendum sulla giustizia, promosso dai radicali con l’appoggio della Lega, possa essere celebrato entro la metà di marzo. Un passaggio che rischia di innestarsi nel pieno del confronto sulle riforme, aggiungendo un ulteriore livello di complessità al dibattito.

Manovra, alla ricerca del miliardo mancante


In parallelo, la maggioranza accelera sul fronte della legge di bilancio. Il vertice a Palazzo Chigi ha confermato alcuni punti di intesa: sugli affitti brevi resta l’aliquota del 21% sulla prima casa, mentre la soglia per l’attività d’impresa scende da cinque a tre immobili. L’esenzione Isee sulla prima casa sarà ampliata nelle città più grandi, con parametri catastali rivisti per evitare distorsioni territoriali.
Accordo anche sul fronte dei dividendi e sulla possibilità di compensare i contributi previdenziali dovuti dalle imprese, un chiarimento chiesto dal mondo produttivo per evitare incertezze operative.

Resta però aperta la questione delle coperture. Per finanziare le modifiche, la maggioranza punta a recuperare circa un miliardo, una stima ancora in lavorazione al ministero dell’Economia. Il nodo principale è l’aumento dell’Irap sulle banche: l’incremento dal 2 al 2,5% dovrebbe generare poco meno di 200 milioni. Una misura che il Governo vorrebbe limitare ai grandi istituti, ma che – secondo le prime analisi tecniche – rischia di colpire anche realtà medio-piccole in assenza di una franchigia adeguata.

L’oro di Bankitalia e il monito della Bce

Nella selezione degli emendamenti, la tagliola ha escluso 105 proposte. A superare il vaglio è invece l’emendamento di Fratelli d’Italia che riconosce allo Stato la titolarità delle riserve auree della Banca d’Italia “in nome del popolo italiano”. Una scelta che ha provocato la reazione immediata della Bce, la quale ha fatto sapere di non essere stata consultata, segnalando così una possibile violazione degli obblighi previsti dai trattati europei.
Il precedente non è irrilevante: già nel 2019 un intervento simile fu respinto da Francoforte, che giudicò la materia incompatibile con l’autonomia delle banche centrali nazionali. Anche questa volta i rapporti istituzionali si annunciano complessi, con il rischio di riaprire un confronto delicato proprio mentre la manovra richiede un equilibrio politico e tecnico ancora in costruzione.

Slitta la legge sul consenso, scontro nella maggioranza

Il clima teso non risparmia il dibattito sulla legge sul consenso. Il governo ha rinviato a febbraio il provvedimento, dopo le critiche del vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini, che ha giudicato il testo «troppo interpretabile» e potenzialmente fonte di «vendette di uomini e donne». Parole che hanno immediatamente suscitato la reazione dell’opposizione: Francesco Boccia, capogruppo del Pd al Senato, ha definito le dichiarazioni del leader leghista «inaccettabili stereotipi maschilisti».
Il rinvio apre un ulteriore fronte in una maggioranza già impegnata su più tavoli: riforme istituzionali, manovra, referendum e nuovi equilibri interni. Tutti elementi destinati a convergere nelle prossime settimane, mentre il confronto politico assume toni sempre più diretti, con Atreju indicata come palcoscenico di uno scontro che potrebbe definire il profilo della legislatura.
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