Sanremo e i giovani secondo Nicola Savino
- di: Cristina Volpe Rinonapoli
Nicola Savino, nell’intervista rilasciata all’AGI, ci spiega che Sanremo ha "riconquistato i giovani". Un’affermazione ambiziosa, ma che lascia spazio a qualche dubbio. Questi giovani, chi sono esattamente? Forse quelli che, per errore, ascoltano Claudio Baglioni su Spotify o che confondono Carlo Conti con un filtro abbronzante su Instagram?
Sanremo e i giovani secondo Nicola Savino
Savino dipinge il Festival degli ultimi dieci anni come “impeccabile”. Certo, impeccabile potrebbe essere un termine azzeccato se si considerano le esibizioni che, per età media, ricordano più una riunione di famiglia durante le feste che un evento musicale moderno. Eppure, a suo dire, il Festival è il simbolo della modernità, un punto d’incontro tra generazioni, dove inclusione e innovazione musicale si fondono.L’uscita di scena di Amadeus per l’edizione 2025 viene interpretata da Savino come una rivoluzione epocale, un evento quasi drammatico, paragonabile alla fine del Festivalbar. Amadeus, il conduttore che ci ha regalato meme, Blanco che distrugge fiori e un Fedez perennemente in imbarazzo, sembra aver lasciato un vuoto incolmabile.
Ma, secondo Savino, i giovani restano fedeli al Festival. Una fedeltà che, però, non si traduce in video virali su TikTok, ma in commenti ironici su Twitter e in attese per le gaffe più memorabili.La verità è che i giovani di cui parla Savino probabilmente vivono solo nella sua immaginazione. Non sono quelli che si emozionano per i medley di Fiorella Mannoia o che restano incollati al Dopofestival. Sono piuttosto quei pochi under 30 che guardano Sanremo per criticare i look o per ridere delle situazioni surreali.
Sanremo, secondo Savino, è un tripudio di cultura giovane, un ponte tra passato e futuro. Ma forse, più che una Woodstock moderna, si avvicina a un nostalgico tuffo negli anni ’80, con Carlo Conti a fare da padrone di casa. Non c’è niente di più giovane, sembra dirci Savino, che parlare di Sanremo come se fosse ancora il 1985. E così, anche questa volta, ci ha regalato la sua visione personale di un mondo che probabilmente esiste solo nei suoi ricordi.