L'asse clandestino: petrolio, armi e soldati tra Russia e Corea del Nord sfidano le sanzioni ONU

- di: Barbara Bizzarri
 
Dall’analisi di immagini satellitari e report stilati dall’Open Source Centre di Londra, sostenuti da un’inchiesta della BBC, emerge uno scenario complesso: oltre un milione di barili di petrolio russo è stato trasferito alla Corea del Nord tra marzo e i primi di novembre 2024, in palese violazione delle sanzioni imposte dall’ONU. Questo traffico, avvenuto in almeno 40 spedizioni effettuate dalla flotta di petroliere nordcoreane, si è svolto presso il porto di Vostochny, nell’estremo oriente della Russia. Il petrolio è stato successivamente scaricato nei terminali nordcoreani per essere distribuito nel Paese, con un impatto cruciale sull’economia e, soprattutto, sulle forze armate del regime di Kim Jong-un.

L'asse clandestino: petrolio, armi e soldati tra Russia e Corea del Nord sfidano le sanzioni ONU

Secondo le stime del report, basate sulle capacità delle petroliere e sulle prove raccolte tramite osservazione satellitare, il volume del petrolio trasferito supera di gran lunga il limite di 500mila barili annui di prodotti raffinati imposto dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, in vigore dal 2017 ed introdotto per ostacolare lo sviluppo del programma nucleare e missilistico nordcoreano. Tuttavia, il fabbisogno annuale del Paese ammonta a circa 9 milioni di barili, costringendo Pyongyang a colmare il divario con approvvigionamenti illeciti. La recente regolarità dei rifornimenti dalla Russia conferisce alla Corea del Nord una stabilità economica e operativa senza precedenti, come sottolinea Joe Byrne dell’Open Source Centre.

Nonostante la Russia sia membro permanente del Consiglio di Sicurezza dell’ONU e abbia formalmente approvato le sanzioni, una parte significativa delle petroliere coinvolte appartiene a flotte già sottoposte a restrizioni specifiche. Queste imbarcazioni, secondo le normative internazionali, avrebbero dovuto essere sequestrate al momento dell’ingresso in acque russe.
Tuttavia, questa relazione commerciale non è priva di contropartite. La Corea del Nord, infatti, sostiene lo sforzo bellico russo in Ucraina fornendo non solo armamenti, ma anche personale militare. Secondo fonti delle intelligence di Washington, Seul e Kiev, più di 10mila soldati nordcoreani sono attualmente schierati in Russia, con la previsione che si possa arrivare a 100mila, in un dispiegamento progressivo e organizzato in rotazioni. Nonostante le ripetute smentite di Pyongyang, gli 007 sudcoreani hanno riferito che alcune di queste truppe sono già impegnate nei combattimenti. La settimana scorsa, il Wall Street Journal ha riportato che un generale nordcoreano è rimasto ferito durante un attacco ucraino nella regione di Kursk.

In aggiunta al personale militare, la Corea del Nord ha inviato circa 16mila container contenenti proiettili d’artiglieria e razzi, mentre resti di missili balistici nordcoreani sono stati rinvenuti sul campo di battaglia in Ucraina, confermando l’alleanza con il Cremlino. In cambio, la Russia fornisce a Pyongyang missili ed equipaggiamenti per la difesa aerea e, secondo il consigliere per la sicurezza nazionale sudcoreano Shin Won-sik, anche aiuti economici di vario genere.

Nel contesto interno, Kim Jong-un continua a consolidare il proprio arsenale militare. Ieri, i media di regime hanno documentato la sua visita alla fiera della difesa di Pyongyang, dove ha supervisionato nuovi droni suicidi e i missili più avanzati del Paese. Durante l’evento, Kim, senza mai nominare il prossimo presidente Donald Trump, ha però lasciato intendere la difficoltà di eventuali accordi futuri con gli Stati Uniti: “Abbiamo già fatto di tutto per negoziare con gli Stati Uniti, ma il risultato è stato l'immutata politica invasiva e ostile nei confronti della Corea del Nord. L'odiosa ambizione degli imperialisti statunitensi e dei loro seguaci di distruggere completamente la nostra ideologia, il nostro sistema e persino di annientare il nostro popolo non è cambiata minimamente, anzi, sta sconsideratamente avanzando verso la fase di esecuzione: il raggiungimento delle più potenti capacità militari è l'unico modo per mantenere la pace e fornisce una solida garanzia di sicurezza e sviluppo. Svilupperemo le capacità di autodifesa in modo più aggressivo e senza limiti per corrispondere alle minacce in continua evoluzione dei metodi di guerra nemici”, ha dichiarato.

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